Solaika Marrocco, classe 1995, nata a Gallipoli, è la più giovane Ambasciatrice del Gusto e chef del Primo Restaurant di Lecce. Dalle sue considerazioni sulla cucina non sembra di parlare con una ragazza di 25 anni, eppure traspare l’amore per la sua terra. Crede fortemente sia giusto far conoscere i piccoli produttori della sua zona, proteggerli e renderne merito per il lavoro svolto. Una ragazza, per quanto giovane, dalle idee chiare ma con tanta voglia di conoscere questo immenso mondo chiamato “cucina” fatta di semplicità ed audacia.
Solaika Marrocco
Come ti descrivi in tre parole?Determinata, lungimirante, riservata.
Cos'è per te la cucina e cosa dovrebbe rappresentare il tuo piatto?La cucina è responsabilità e soddisfazione allo stesso tempo. Io
da professionista mi sento molto fortunata a poter svolgere il mestiere per cui sono nata. Quando ho iniziato non sapevo e non immaginavo che questa professione per esser svolta a dovere, avesse bisogno di racchiudere in sé cosi tante
competenze, ma questo mi ha sorpreso positivamente. Al cuoco oggigiorno è richiesto d'esser
multitasking, a volte imprenditori di noi stessi, a volte motivatori, altre comunicatori, insomma non siamo più racchiusi nelle quattro mura di un lavoro seppur difficile ma comunque ovattato. I contatti con gli ospiti e capacità manageriali sono diventati fondamentali per riuscire ad arrivare agli altri, l'importante è rimanere fedeli a se stessi e alla propria idea di cucina. Senza buttar fumo negli occhi e senza fronzoli perché noi tutti come i clienti finali abbiam sempre più bisogno di verità. Per questo il mio piatto rappresenta l'
identità, fatta della mia visione di un territorio dalle
tradizioni culinarie tra le più complesse. La mia cucina è semplicità e audacia.
Il piatto è identità, fatta di una visione tramandata da tradizioni culinarie
Quanto è importante per te il territorio e gli ingredienti che selezioni per le tue creazioni?Per dare una propria visione di un qualcosa è necessario conoscere e per creare nuove tradizioni è fondamentale aver assimilato bene un territorio, averlo quindi conosciuto nelle mille sfaccettature, nel bene e nel male. Stessa cosa per gli
ingredienti, che siano essi del territorio a
km zero o frutto di contaminazioni; oggi è cosi facile reperire ingredienti di qualità, che noi cuochi non avremmo attenuanti se facessimo male il nostro lavoro. Se tutto questo non è alla base del pensiero legato alla propria cucina, credo che la visione che si proporrà attraverso i piatti sarà sempre mancante in qualcosa e poco credibile.
Qual è il piatto che più ti rappresenta?
Un buon piatto di
pasta al sugo ben cotto e ben presentato.
Materie prime, chiarezza di obiettivi e pazienza: le doti di uno chef oggi
In un momento storico come quello che stiamo vivendo, che consiglio daresti ai giovani emergenti come te?Li rassicurerei innanzitutto. Le difficoltà temprano e questo è il momento giusto per dimostrare determinazione, ambizione, chiarezza di obiettivi e soprattutto pazienza. In psicologia un principio recita "Ciò che è verosimile nell'ordine del pensiero diventa vero nell'ordine del mondo reale".
Se potessi regalarti del tempo come lo spenderesti?Pandemia permettendo viaggerei con i miei affetti. Vorrei condividere con loro i luoghi più belli del mondo... portandomi dietro tutta la mia attrezzatura da cucina ovviamente!
Per informazioni:
www.primorestaurant.it