Premio Artusi 2024 a Filippo La Mantia che "insegna" la cucina del riscatto
Il cuoco è premiato per il suo impegno sociale e umanitario, in particolare nelle carceri italiane. La Mantia, che ha vissuto in prima persona le difficoltà del sistema penale, utilizza la cucina come strumento di riscatto
La città di Forlimpopoli (Fc) si prepara a onorare una figura importante della gastronomia italiana con il Premio Artusi 2024, che quest'anno sarà conferito al cuoco Filippo La Mantia. Questa iniziativa, che celebra l’eredità culinaria di Pellegrino Artusi, autore de “La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene”, si propone di premiare individui che abbiano dato un contributo significativo alla riflessione sui legami tra cibo e umanità. La Mantia riceverà il premio per il suo impegno nella promozione della cucina come strumento di pace e solidarietà, specialmente nelle carceri italiane, dimostrando come la gastronomia possa essere un potente veicolo di cambiamento sociale.
Filippo La Mantia: la cucina come strumento di riscatto
Una realtà, quella de carcere, che La Mantia, ha purtroppo sperimentato sulla sua pelle. Con un passato da fotoreporter (sue le foto dell'omicidio del generale Dalla Chiesa che hanno fatto il giro dei media, catapultandolo nel mondo della fotografia giornalistica), a soli 25 anni, La Mantia è stato arrestato all'Ucciardone di Palermo con l'accusa di essere l’ultimo affittuario dell’appartamento da cui sono partiti i colpi che hanno ucciso Ninni Cassarà, un vicequestore aggiunto e collaboratore di Giovanni Falcone. Questo evento ha segnato la fine di un capitolo della sua vita e ha dato inizio a un periodo di detenzione in cui La Mantia ha dovuto affrontare le ingiustizie del sistema giudiziario.
Nonostante l’ambiente difficile, La Mantia ha continuato a nutrire il suo sogno di diventare chef, iniziando a cucinare per sé e per gli altri detenuti. «Ho mosso i primi passi tra i fornelli a 14 anni. All’Ucciardone ho continuato a farlo per me e per gli altri 11 detenuti, immaginando di essere a casa», ha dichiarato al Corriere della Sera. La sua determinazione e passione per la cucina lo hanno sostenuto durante il periodo in cella, mentre aspettava il giorno in cui sarebbe stata riconosciuta la sua innocenza. Questo giorno è arrivato il 24 dicembre 1986, quando un ordine di scarcerazione firmato da Giovanni Falcone ha finalmente realizzato il suo sogno di libertà.
Ancora oggi per La Mantia il cibo è un mezzo per ricostruire un senso di normalità e comunità. «Oggi i detenuti stanno vivendo difficoltà enormi, a prescindere dalle loro colpe e della giusta sentenza. Ci lavoro, oramai, da 25 anni», ha dichiarato La Mantia, evidenziando l'importanza della cucina come strumento di supporto e sostegno per chi vive in situazioni di difficoltà.
Filippo La Mantia diventa cuoco
Dopo il suo rilascio, Filippo La Mantia ha intrapreso un percorso culinario che lo ha portato a realizzare il sogno di diventare chef. Inizia le sue prime esperienze in Sicilia e successivamente si trasferisce a Roma, dove trova la sua strada nel mondo della ristorazione. Nel 2002, apre il suo primo ristorante, Zagara, segnando così l’inizio della sua carriera da “oste e cuoco”. La Mantia è un amante del cambiamento e nel 2006 si trasferisce in Indonesia come consulente per il Losari Coffee Plantation. Tornato in Italia, apre La Trattoria, a due passi dal Pantheon, e successivamente il Ristorante La Mantia in piazza Risorgimento a Milano nel 2015. Purtroppo, nel 2020, la pandemia costringe La Mantia a chiudere le porte del suo ristorante, ma continua a lavorare nel settore con servizi di delivery in collaborazione con il collega Giancarlo Morelli. Non manca anche un ritorno nella sua Palermo nel 2021 al timone delle cucine del Grand Hotel et Des Palmes. Nel 2022 La Mantia apre il suo ristorante al Mercato Centrale di Milano che chiude però neanche un anno dopo. Una scelta dettata dalle difficoltà di reperire personale adeguato. Oggi La Mantia svolge numerose consulenze, soprattutto a Tirana.
La Mantia tra cucina e umanità
Oltre alla sua carriera ristorativa, come detto, Filippo La Mantia è noto per il suo impegno in iniziative umanitarie. Nel 2022, ha aderito alla campagna "Ristoranti contro la fame", un'iniziativa lanciata da Azione contro la Fame per combattere la malnutrizione infantile nel mondo. Mentre nel 2021 La Mantia ha ricevuto l’Ambrogino d’Oro, un importante riconoscimento della città di Milano, per il suo impegno durante la pandemia: ha tenuto aperta la cucina del suo ristorante per preparare pasti da inviare ai sanitari dell’Ospedale Niguarda, contribuendo a sostenere il personale impegnato nella lotta contro il Covid-19.
La Mantia continua a utilizzare la sua passione per la cucina come un mezzo per aiutare chi ne ha bisogno, dimostrando come la gastronomia possa andare oltre il semplice atto di nutrirsi. La Mantia ha saputo trasformare la sua esperienza personale in una missione che unisce comunità, crea opportunità e promuove la comprensione tra le persone.
La cerimonia di consegna del premio avrà luogo il 19 ottobre 2024 alle 17 nella Chiesa dei Servi di Forlimpopoli, e includerà la consegna di una scultura in bronzo raffigurante il busto di Artusi, realizzata dall'artista Pasquale Marzelli. La cerimonia del 19 ottobre sarà un momento di riflessione e celebrazione, un’occasione per riconoscere l’importanza del cibo nella nostra vita e nel nostro mondo. Come ha dimostrato La Mantia, la cucina è molto più di un semplice atto quotidiano: è un linguaggio universale che unisce le persone, crea comunità e, soprattutto, porta speranza.
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Alberto Lupini
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