Con l'approvazione della manovra di bilancio 2025, il sistema previdenziale italiano compie un passo verso una maggiore flessibilità in uscita. Un emendamento promosso dalla Lega consente ai lavoratori che hanno iniziato a versare contributi dopo il 1995 di anticipare il pensionamento a 64 anni, cumulando la pensione obbligatoria con la rendita maturata nei fondi di previdenza complementare. E questo si applica trasversalmente a tutti i settori, ristorazione e accoglienza inclusi: si tratta dunque di una norma che va ad intercettare una vasta platea di lavoratori, a cominciare anche da cuochi e camerieri. Tuttavia, le nuove regole non si applicano universalmente in termini di requisiti e prevedono anche un inasprimento dei requisiti contributivi e dell'importo minimo necessario per accedere al pensionamento anticipato.
Pensioni: previdenza obbligatoria e complementare insieme
La possibilità di anticipare la pensione a 64 anni cumulando previdenza obbligatoria e complementare rappresenta un'importante novità per il sistema pensionistico italiano. Tuttavia, l'aumento dei requisiti contributivi e dell'importo minimo rischia di limitare l'accesso a una platea ridotta di beneficiari. Questa riforma, pur non rivoluzionaria, segna un primo passo verso una maggiore flessibilità in uscita, con l'obiettivo dichiarato di contrastare il fenomeno delle pensioni povere e rendere il sistema più sostenibile nel lungo periodo. Resta da vedere se e quando questa misura sarà estesa ai lavoratori precedenti al 1996.
Per la prima volta nella storia previdenziale italiana, sarà possibile combinare l'importo della pensione obbligatoria maturata presso l'Inps con la rendita proveniente da un fondo pensione integrativo. Questo consentirà a chi si trova a un passo dalla soglia minima per accedere al pensionamento anticipato di colmare il gap richiesto per legge.
Come fare per andare in pensione anticipata a 64 anni?
Attualmente, per andare in pensione anticipata a 64 anni è necessario:
- Avere almeno 20 anni di contributi versati.
- Essere nel regime contributivo puro.
- Raggiungere un assegno pensionistico pari ad almeno tre volte l'assegno sociale (1.603 euro mensili nel 2024).
Con l'introduzione del cumulo tra pensione obbligatoria e previdenza complementare, un lavoratore con una pensione maturata di 1.300 euro potrà aggiungere una rendita di 350 euro dal proprio fondo pensione per superare la soglia minima.
Pensioni: nuovi requisiti per i lavoratori interamente contributivi
Le nuove regole non si applicano automaticamente a tutti. Riguardano esclusivamente i lavoratori “interamente contributivi”, ossia coloro che hanno iniziato a versare contributi dopo il 1° gennaio 1996. Per questa categoria, sono previste le seguenti modifiche:
- Dal 1° gennaio 2025: il requisito minimo di contribuzione sale da 20 a 25 anni.
- Dal 2030: il requisito passa a 30 anni di contributi.
- Dal 2030: l'importo minimo richiesto per accedere al pensionamento anticipato aumenterà da 3 a 3,2 volte l'assegno sociale.
Pensione anticipata a 64 anni: cosa cambia per cuochi e camerieri?
Posto che la nuova norma si applica anche ai lavoratori dipendenti delle aziende di ristorazione, camerieri e cuochi inclusi, purché rispettino i requisiti necessari, la Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) guarda con favore alla nuova norma. «Non la vedo con sfavore, anzi - commenta Roberto Calugi, direttore generale Fipe. In questo momento non è la cosa che guardiamo con maggiore attenzione, ma mi sembra positiva perché favorisce la previdenza integrativa, le dà un ruolo, e magari permette a qualcuno di andare in pensione anche prima».
Se il prepensionamento attraverso i fondi complementari (che per il comparto commercio è Fon.Te, mentre Alifond si applica soprattutto ai dipendenti delle industrie alimentari) rappresenta una opportunità, la grande battaglia in questa area è quella sul riconoscimento del lavoro usurante.
Cosa cambia per chi non utilizza la previdenza complementare?
Per chi non è iscritto a un fondo di previdenza complementare o decide di non utilizzarlo, le regole attuali rimangono in vigore. Sarà possibile andare in pensione a 64 anni con 20 anni di contributi, a condizione che l'importo della pensione obbligatoria sia pari a tre volte l'assegno sociale. Un'importante limitazione introdotta dall'emendamento riguarda il divieto di cumulo tra la pensione anticipata così ottenuta e altri redditi da lavoro, sia dipendente che autonomo. Fanno eccezione i redditi derivanti da lavoro autonomo occasionale, che saranno consentiti fino a un massimo di 5mila euro lordi annui.
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Alberto Lupini
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