Mense e didattica, il pasto a scuola diventa un momento formativo

Con la ripartenza dell'anno scolastico, l'offerta dei player della ristorazione collettiva si è evoluta. In attesa dei finanziamenti del Pnrr che potrebbero generare 10mila posti di lavoro in più

06 ottobre 2021 | 05:00

A un mese dall’inizio del nuovo anno scolastico, iniziato ufficialmente il 13 settembre, la scuola rimane il vero fronte della ristorazione collettiva. Da “sfamare” c’è un’utenza enorme (circa 8 milioni gli studenti nella scuola dell’obbligo, molti dei quali utenti della mensa) che, troppo spesso purtroppo, ha nel piatto della mensa l’unico pasto degno di questo nome nell’arco di una giornata. Secondo Oricon (Osservatorio ristorazione collettiva e nutrizione), infatti, i bimbi che hanno sofferto la fame a causa della Dad (didattica a distanza) sono stati circa 160mila. Mentre i pasti persi ammontano a 48 milioni. Numeri che nessuno vuole ripetere. E che l’estensione del green pass (obbligatorio dal 15 ottobre ma già richiesto a chi è chiamato a entrare e operare nei plessi scolastici) dovrebbe evitare.

 

Vivenda Spa porta la gastronomia regionale a scuola

L’idea del settore è quella di riprendere le fila non solo con un servizio che nel corso del 2020-21 è proseguito a singhiozzo, ma anche rilanciare il momento del pasto a scuola come fonte di educazione alimentare. Ne è un esempio il progetto messo in campo da Vivenda Spa, azienda del Gruppo La Cascina Cooperativa specializzata nel servizio della ristorazione scolastica per l’infanzia, le primarie e le secondarie: un tour gastronomico per conoscere le specialità di alcune Regioni d’Italia. Nove appuntamenti dedicati ai bambini delle scuole di Corsico, comune con il quale è stato organizzato il progetto, che di volta in volta impareranno ad apprezzare nuovi sapori e ricette. Il debutto è avvenuto il 30 settembre. Nel piatto, le ricette della vicina Liguria: trofie al pesto, polpettone alla ligure con insalata mista, focaccia e, a completare il pasto, l’immancabile frutta fresca di stagione.

 

Dalla mense ai libri, così si insegna l'educazione alimentare ai bambini

L’iniziativa non vuole essere solo gustativa. Da sempre la Vivenda Spa è molto attenta anche al lato formativo e ludico-ricreativo dei suoi progetti dedicati ai più piccoli. Per questo, in accordo con il Comune, l’assessora Angela Crisafulli consegnerà un libricino a ciascun bambino per raccontare brevemente il progetto e illustrare, in modo simpatico e giocoso, il menù proposto. Fra le pagine, le dietiste dell’azienda di ristorazione forniranno anche approfondimenti sui prodotti tipici di quella Regione, curiosità sui piatti del menù e semplici nozioni di nutrizione. «In piena collaborazione con il Comune abbiamo desiderato dare nuovi impulsi al momento del pranzo, fondamentale per la crescita dei bimbi non solo per gli aspetti culinari e nutrizionali, ma anche per quelli socializzanti e conoscitivi», ha affermato Enzo Dimatteo, direttore di produzione per la Vivenda Spa in Lombardia. «Una volta al mese gli studenti avranno la possibilità di avvicinarsi alle tradizioni di alcune Regioni con un menu completo, dal primo al dessert, secondo un percorso che unisce storia, tradizione e cultura. Nei limiti delle tempistiche didattiche, anche gli insegnanti potranno considerare questo progetto come un’opportunità per anticipare la giornata del menu tradizionale con alcune nozioni sulla storia e la geografia della Regione protagonista del mese», ha spiegato l’assessore comunale alla qualità della ristorazione scolastica Angela Crisafulli. Un percorso interdisciplinare, insomma, che unisce classe e refettorio.

 

 

Da Sodexo a Cirfood, le aziende del settore innovano

Una soluzione figlia dell’esperienza del Covid. Come quelle messe in campo da altre aziende del settore. Sodexo, per esempio, ha dovuto rivedere il menu per affrontare le sfide logistiche della distribuzione dei pasti: meno minestrone e più lasagna, quindi. Perché? «Per la sua forma rettangolare si presta meglio alla preparazione e alla consegna», ha spiegato Franco Bruschi, direttore del segmento education di Sodexo Italia. Strategia simile adottata anche da Cirfood: «Abbiamo studiato menu più praticabili. Per esempio, il minestrone. Un piatto non troppo amato dai ragazzi e che presentava degli oggettivi problemi di trasporto e conservazione nel momento in cui è venuta meno la possibilità di lavorare direttamente nei refettori delle scuole. Per questo lo abbiamo riadattato. Il risultato? Delle torte di verdure che mantenessero le stesse qualità nutritive della ricetta classica, ma in forma solida», ha raccontato Luca Brambilla, national key account director ristorazione scolastica.

 

Con gli interventi del Pnrr sulla scuola, 10mila posti di lavoro in più nella ristorazione collettiva

Interventi e innovazioni che fotografano l’importanza del comparto scuola per la ristorazione collettiva. Soprattutto in un momento in cui gli investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) si fanno sempre più vicini. Il loro impatto sul mondo della scuola in generale e della ristorazione scolastica in particolare potrebbe, secondo un’analisi Oricon, generare almeno 10mila posti di lavoro in più nei prossimi 4-5 anni (soprattutto in ottica di occupazione femminile: il 90% dell'attuale forza lavoro del comparto) per effetto dell’aumento dell’offerta di asili nido, educatori, allargamento del tempo pieno (se un bambino milanese può contare nel 90% dei casi su 40 ore di scuola settimanali, in Sicilia la stessa percentuale di alunni deve accontentarsi di sole 27 ore). «Politiche di equità e maggior diffusione di servizi scolastici sono misure non più rinviabili, dove strumenti come il tempo pieno e la mensa possono rappresentare, allo stesso tempo, un sostegno alle famiglie e una leva per lo sviluppo economico e per la ripartenza dell’occupazione», ha dichiarato il presidente Oricon, Carlo Scarsciotti.

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Alberto Lupini


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