Lutto nel mondo della ristorazione È morto Giacomo Bulleri
Toscano di nascita, si traferì presto a Milano dove aprì il suo primo ristorante nel 1958, la Trattoria Da Giacomo. Aveva 94 anni. Dal suo locale sono passati tutti i personaggi più influenti del capoluogo lombardo . Due anni fa il New York Times lo definì “L’uomo che ha cucinato per l’Italia”. Nel 2015 fu insignito dell'Ambrogino d'Oro
07 settembre 2019 | 21:30
Per oltre mezzo secolo ha rappresentato il simbolo della ristorazione milanese e non solo. Giacomo Bulleri era conosciuto però in tutto il mondo, perché dal suo locale sono passati personaggi di fama mondiale. Si è spento l’altra notte a 94 anni.
Nato a Collodi (Pt) nel 1925, si trasferisce giovanissimo a Torino, poi a Milano, dove nel 1958 apre il suo primo ristorante, Trattoria Da Giacomo in via Donizetti, in cui prende forma la sua visione filosofica di un’arte culinaria che, basandosi sulla tradizione italiana, si arricchisce di spunti ogni volta diversi, avendo sempre come fulcro essenziale la qualità della materia prima. In questo luogo si sono avvicendate figure quali la Callas, Kissinger, Versace, Mondadori, Montanelli, Letizia e Gianmarco Moratti.
L’incontro con l’architetto Mongiardino, avvenuto lì in quegli anni, segna una svolta per un nuovo slancio creativo nella filosofia di Giacomo. Sancisce l’importanza del connubio tra la sua ormai riconosciuta visione della cucina e l’importanza della cura e dell’estetica del luogo che l’accoglie. Così dal 2009 sorgono a poco a poco in un connubio fecondo tra la figlia di Giacomo Tiziana e il genero Marco Monti con lo Studio Peregalli, altri ristoranti che, come li definisce il New York Times “the most exquisite restaurants in Milan, if not the world” (“i più squisiti ristoranti di Milano, se non del mondo”), confermano e proseguono la sua visione. Giacomo in questi luoghi è sempre stato presente. Non era raro quindi incontrarlo intento a osservare ogni dettaglio con spirito critico e scambiare battute sagaci con figure come Franca Sozzani, Mike Bongiorno, Michelle Obama, Woody Allen, Maradona, Morgan Freeman, Mick Jagger, Madonna, Rania di Giordania diventati ormai amici.
Il carattere di Giacomo e la sua passione per la cucina, con una attenzione maniacale per ogni particolare, che lo portava a redarguire anche negli ultimi tempi i cuochi dei suoi locali senza alcuna concessione, ha portato la sua filosofia a trasformarsi in un universo che si è espanso sul territorio creando altri luoghi di incontro nella città fino a segnare la sua presenza nella sua Toscana, l’anno scorso, nella città d’arte Pietrasanta.
La sua fedele amica Elisabetta Sgarbi nel 2013 ha voluto consacrare la sua filosofia e i suoi luoghi con un libro dal titolo “Ricette di vita”. Il mondo di Giacomo, applaudito e riconosciuto a Milano con l’Ambrogino d’oro e l’insegna di Negozio Storico della Regione Lombardia, continua con passione e maestria attraverso l’opera di Tiziana Bulleri e Marco Monti e rappresenta una sorta di eccezione nel panorama della ristorazione con una gestione che rimanendo saldamente famigliare e italiana ha una forte risonanza nel mondo.
I funerali avranno luogo lunedì 9 settembre alle 14,45 nella Chiesa di Santa Maria della Passione in via Conservatorio a Milano.
Giacomo Bulleri
Nato a Collodi (Pt) nel 1925, si trasferisce giovanissimo a Torino, poi a Milano, dove nel 1958 apre il suo primo ristorante, Trattoria Da Giacomo in via Donizetti, in cui prende forma la sua visione filosofica di un’arte culinaria che, basandosi sulla tradizione italiana, si arricchisce di spunti ogni volta diversi, avendo sempre come fulcro essenziale la qualità della materia prima. In questo luogo si sono avvicendate figure quali la Callas, Kissinger, Versace, Mondadori, Montanelli, Letizia e Gianmarco Moratti.
L’incontro con l’architetto Mongiardino, avvenuto lì in quegli anni, segna una svolta per un nuovo slancio creativo nella filosofia di Giacomo. Sancisce l’importanza del connubio tra la sua ormai riconosciuta visione della cucina e l’importanza della cura e dell’estetica del luogo che l’accoglie. Così dal 2009 sorgono a poco a poco in un connubio fecondo tra la figlia di Giacomo Tiziana e il genero Marco Monti con lo Studio Peregalli, altri ristoranti che, come li definisce il New York Times “the most exquisite restaurants in Milan, if not the world” (“i più squisiti ristoranti di Milano, se non del mondo”), confermano e proseguono la sua visione. Giacomo in questi luoghi è sempre stato presente. Non era raro quindi incontrarlo intento a osservare ogni dettaglio con spirito critico e scambiare battute sagaci con figure come Franca Sozzani, Mike Bongiorno, Michelle Obama, Woody Allen, Maradona, Morgan Freeman, Mick Jagger, Madonna, Rania di Giordania diventati ormai amici.
Nel ristorante di Giacomo Bulleri sono passate moltissime celebrità
Il carattere di Giacomo e la sua passione per la cucina, con una attenzione maniacale per ogni particolare, che lo portava a redarguire anche negli ultimi tempi i cuochi dei suoi locali senza alcuna concessione, ha portato la sua filosofia a trasformarsi in un universo che si è espanso sul territorio creando altri luoghi di incontro nella città fino a segnare la sua presenza nella sua Toscana, l’anno scorso, nella città d’arte Pietrasanta.
La sua fedele amica Elisabetta Sgarbi nel 2013 ha voluto consacrare la sua filosofia e i suoi luoghi con un libro dal titolo “Ricette di vita”. Il mondo di Giacomo, applaudito e riconosciuto a Milano con l’Ambrogino d’oro e l’insegna di Negozio Storico della Regione Lombardia, continua con passione e maestria attraverso l’opera di Tiziana Bulleri e Marco Monti e rappresenta una sorta di eccezione nel panorama della ristorazione con una gestione che rimanendo saldamente famigliare e italiana ha una forte risonanza nel mondo.
I funerali avranno luogo lunedì 9 settembre alle 14,45 nella Chiesa di Santa Maria della Passione in via Conservatorio a Milano.
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