Lady Chef, diamo sempre più spazio alle donne
Oggi sono molte le cuoche che hanno raggiunto livelli di alta professionalità in Italia. L'augurio è che il mondo del lavoro e dell'istruzione sia finalmente aperto alle donne anche in Paesi, come Iran o Afghanistan
Parliamo di un fatto recente avvenuto in Iran: centinaia di ragazze sono state avvelenate intenzionalmente nelle scuole con l’obiettivo di far desistere la loro ben che minima istruzione. Centinaia sono state le studentesse intossicate da gas irritanti e addirittura potenzialmente letali con l’ intenzione di chiudere gli istituti femminili. È trapelato che dalla fine di novembre si sono avverati diversi casi di avvelenamento respiratorio su bambine di circa dieci anni, e più recentemente è toccato a 90 studentesse delle scuole superiori, finite addirittura in ospedale.
Il vice ministro della Salute, un politico moderato, non pienamente legato ai governativi provenienti dai “Guardiani della rivoluzione islamica”, ha dichiarato che l’ avvelenamento è stato intenzionale, non un incidente, ma un'azione deliberata. Dopo questa dichiarazione la Polizia e il ministero dell’Istruzione si sono limitati a dire che stanno indagando per la ricerca della fonte dell’avvelenamento, e come prevedibile, non ci sono stati ancora né arresti né indagati ufficiali. Una vicenda odiosa e raccapricciante, per tutto il mondo “civile”, dove emerge che le autorità locali e il regime islamico iraniano, vogliono quasi replicare l’ azione dei talebani in Afghanistan, dove è stata preclusa la totale istruzione alle donne, considerate esseri inferiori e senza diritti. Non replico alla vicenda: si esprime già da sola per quella che è, frutto naturalmente di infinita ignoranza e bassezza morale di chi teme il confronto con la donna e le loro potenzialità intellettive.
Ai recenti “Campionati italiani di cucina - Fic” di Rimini, quando ho visto sul palco, per il loro insediamento, schierata l’intera squadra nazionale Lady Chef - Fic, sinceramente mi sono emozionato. Sono molto orgoglioso della Federcuochi, che rappresento, ente che ha investito e creduto in loro, in quello che era stato il sogno della sua fondatrice del sodalizio, Bertilla Prevedel. Ora le nostre donne cuoche, sgomitando non poco e facendosi “sentire”, sono entrate a pieno titolo in un contesto lavorativo di un mondo che, sino a non pochi anni fa, era a loro precluso, ad eccezione di un certo tipo di ristorazione, quali mense, ristoranti casalinghi, cucine di pensioni e altro simile. Numerose sono le donne che oggi nel nostro indotto hanno raggiunto livelli di alta professionalità e altrettanti numerosi sono i ristoranti stellati di loro conduzione.
Grazia, gentilezza, empatia e sensibilità: il plus delle donne
La donna oggi è pienamente lavoratrice e cittadina del mondo, non è più sottoposta alle facoltà dell'uomo come in passato anche nel nostro Paese: ora ha un peso importante nella società civile. Svolgono lavori pari a quelli degli uomini, sono istruite, sono dirigenti e funzionari di grandi aziende, sono piloti di aerei, agenti di Polizia e donne in carriera nelle Forze Armate e si distinguono anche in politica: sono finalmente libere e rispettate. Di bello però c'è che sotto i loro abiti di operaia di fabbrica, di infermiera, oppure da cuoca, si celano grazia, gentilezza, empatia e grande sensibilità; quello che ho ravvisato dalle nostre ragazze schierate su quel palco di Rimini, o dinanzi al Teatro Ariston di Sanremo. Uno spensierato consiglio a noi cuochi “maschietti”, da presidente Fic: non cercate scontri con loro, né toni di superiorità, poiché un detto dice: “La donna è come una bustina di tè, non si può dire quanto sia forte, pungente o stringente, fino a che non la si mette nell'acqua bollente”. Un evviva per tutte le nostre Lady Chef e un augurio che le vicende dell’Iran e dell’Afghanistan possano presto svanire e passare alla storia.
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Alberto Lupini