L'educazione alimentare si fa in mensa. Ma servono fondi per aumentare il tempo pieno
Vivenda Spa, azienda del Gruppo La Cascina Cooperativa, a Corsico ha dato avvio a un progetto che lega il momento del pasto alla formazione nutrizionale. Modello replicale, a patto che si potenzi il tempo pieno
Scuola vuol dire formazione, insegnamento, educazione. Anche nel campo alimentare e nutrizionale. Lo sanno bene quelli di Vivenda Spa, azienda del Gruppo La Cascina Cooperativa specializzata nel servizio di ristorazione scolastica per l’infanzia, le primarie e le secondarie che, a Corsico, ha dato vita a un’iniziativa che punta a sensibilizzare i giovani commensali sulla varietà (e bontà) della cucina tipica regionale italiana.
Liguria, Lazio e Piemonte le prime regioni nel piatto
Il debutto dell’iniziativa è avvenuto il 30 settembre. Nel piatto bambini e ragazzi hanno trovato prima le ricette della Liguria (trofie al pesto, polpettone alla ligure con insalata mista e focaccia al posto del pane) poi quelle del Lazio (tortiglioni all’amatriciana, pollo alla romana e finocchi in insalata) per proseguire con il Piemonte (in programma a metà novembre con risotto al parmigiano e brasato con polenta). «Si tratta di un progetto previsto dal capitolato d’appalto - spiega la direttrice tecnica del progetto, Ada Pascarella - in cui sono stati coinvolti il Comune e il Circolo di qualità, una sorta di commissione mensa per gli istituti scolastici. Il tutto cercando di restare nei parametri dei Cam (criteri ambientali minimi, ndr) che, fortunatamente, per i menu speciali lascia maggiore libertà per declinare l’offerta gastronomica». Un progetto che fin da subito ha riscontrato il favore di piccoli (gli studenti) e grandi (i genitori).
Non solo cibo, spazio anche all'informazione per i bambini
Merito, anche, di una campagna di coinvolgimento che è andata oltre il lato gustativo per trasformarsi in vero e proprio momento didattico. Per questo, in accordo con il Comune, l’assessora Angela Crisafulli ha consegnato un libricino a ciascun bambino per raccontare brevemente il progetto e illustrare, in modo simpatico e giocoso, il menù proposto. Fra le pagine, le dietiste dell’azienda di ristorazione hanno fornito anche approfondimenti sui prodotti tipici delle Regioni di volta in volta esplorate, con curiosità sui piatti del menù e semplici nozioni di nutrizione. «Grazie a questo supporto ludico-educativo che presenta ai bambini un personaggio da seguire nel suo percorso in giro per l’Italia siamo riusciti a coinvolgerli nelle nostre strategie nutrizionali. Un esempio? Il polpettone alla ligure. Nel piatto si presenta verde. Un colore spesso associato alle verdure; uno dei piatti più ostici da proporre a dei bambini. Ma grazie alla presentazione ad hoc siamo riusciti a scardinare i loro dubbi e fornire una proposta culinaria di maggiore varietà», spiega Sara Albertini, la nutrizionista che ha supervisionato il progetto.
«Una volta al mese gli studenti avranno la possibilità di avvicinarsi alle tradizioni di alcune Regioni con un menu completo, dal primo al dessert, secondo un percorso che unisce storia, tradizione e cultura. Nei limiti delle tempistiche didattiche, anche gli insegnanti potranno considerare questo progetto come un’opportunità per anticipare la giornata del menu tradizionale con alcune nozioni sulla storia e la geografia della Regione protagonista del mese», ha spiegato l’assessore comunale alla qualità della ristorazione scolastica Angela Crisafulli.
Modello replicabili ma servono i fondi del Pnrr per aumentare il tempo pieno
L’obiettivo ora è quello di replicare il modello. «Prossimamente proporremo un menu natalizio e, a marzo, uno legato alla Giornata della legalità. Infine, abbiamo qualche sorpresa in serbo anche per il pranzo di fine anno - rivela Pascarella - In generale, la nostra volontà è quella di proporre, magari a partire dal prossimo anno, questo stesso modello in altri plessi scolastici». Per la gioia di altri genitori: «Attraverso l’interazione con il libro, infatti, riusciamo a coinvolgere anche le famiglie», ha concluso Pascarella.
Prospettive che si inseriscono naturalmente all’interno dello sviluppo del settore della ristorazione collettiva scolastica presenti all’interno del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza). Secondo l’Osservatorio ristorazione collettiva e nutrizione (Oricon) in Italia su 40mila edifici scolastici solo 10mila hanno una mensa privando il 44% dei bambini della scuola primaria di questo servizio. Numeri destinati a essere sovvertiti: spendendo i 400 milioni previsti per la costruzione e riqualificazione degli spazi dedicati alla mensa di mille edifici scolastici, circa 164mila bambini potrebbero passare dal tempo normale al tempo pieno con l’opportunità di usufruire del servizio mensa.
Numeri che rischiano comunque di non bastare per dare a tutti gli studenti le stesse possibilità dal momento che, anche qualora gli investimenti andassero a regime, la quota di alunni con orario a tempo pieno si manterrebbe ancora abbondantemente al di sotto del 50%. Per questo «il Pnrr rappresenta un’occasione importante non solo per rilanciare la crescita del Paese, ma anche per ridurre le disuglianze che riguardano le nuove generazioni, le quali rappresentano il futuro. Investire sulla formazione scolastica e umana, sin dalla prima infanzia - spiega Carlo Scarsciotti, presidente Oricon - è importante, ma è il momento di fare di più per colmare le disuguaglianze attualmente esistenti tra diverse aree geografiche del Paese. Scuola e mensa rappresentano un diritto e un’opportunità ai quali devono poter accedere tutti i bambini, senza discriminazioni».
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Alberto Lupini
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