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In sala la prima impressione conta Ma anche l’ultima!

Come dice il proverbio, una buona impressione all’accoglienza nel locale è utile: il cliente non ama aspettare o non essere visto. Apprezzata anche la gentilezza all'uscita.

di Marco Reitano
presidente Noi di Sala
 
13 ottobre 2020 | 07:30

In sala la prima impressione conta Ma anche l’ultima!

Come dice il proverbio, una buona impressione all’accoglienza nel locale è utile: il cliente non ama aspettare o non essere visto. Apprezzata anche la gentilezza all'uscita.

di Marco Reitano
presidente Noi di Sala
13 ottobre 2020 | 07:30
 

Un soggiorno al ristorante in passato era dettato dalla necessità di ristorarsi, di mangiare, diciamocelo chiaramente, di placare la nostra fame. Oggi il ristorante viene invece “scelto” in supporto a occasioni speciali, per sperimentazioni gastronomiche o per la semplice voglia di concedersi un momento di relax e divertimento. Certo, al ristorante si continua a mangiare e bere, ed è sempre preferibile mangiare e bere bene! Un buono auspicio sì, ma non più sufficiente a soddisfare le aspettative del cliente moderno in cui è crescente l’esigenza di ricevere un consono servizio di sala (per fortuna!).

Il modo in cui il cliente viene “accolto” al suo arrivo al ristorante può condizionare l’intera serata - In sala, la prima impressione contaMa anche l’ultima!

Il modo in cui il cliente viene “accolto” al ristorante può condizionare l’intera serata

Senza necessariamente analizzare tutte le fasi che scandiscono quindi un perfetto servizio al ristorante, vorrei oggi soffermarmi su due momenti cruciali: l’arrivo dell’ospite, e a conclusione del pasto, il momento in cui lascia il nostro locale. Il modo in cui il cliente viene “accolto” al suo arrivo al ristorante può condizionare l’intera serata, specialmente se qualcosa va storto!

Nessuno di noi, ad esempio, ama entrare in un locale e dover attendere infiniti secondi o minuti in piedi prima di essere ricevuto e accomodato perché nessuno tra il personale lo ha notato o perché impegnato a fare altro. Sottolineo, ne approfitto, che, in generale, nessun cliente al ristorante ha mai una buona predisposizione alle attese e ritardi, in qualsiasi fase della sua permanenza.

Ma, tornando a noi, immaginate invece un arrivo completamente diverso, con una persona gentile e sorridente ad attenderci: è chiaro che saremo da subito ben predisposti alle fasi successive del nostro soggiorno. Dando poi per scontato che mangeremo e berremo bene, che i tempi tra ordine e uscita delle portate saranno quelli giusti e che il personale di sala sarà stato professionale, confidente, ma mai invadente, arriveremo al momento in cui soddisfatti lasceremo il ristorante. Ecco, la serata sembra “andata”, ma non finisce qui!

Una volta pagato il pasto, il cliente non va trascurato, il soggiorno non è ancora concluso! Dobbiamo, ad esempio, considerare di domandare di nuovo se ha apprezzato la cena; di certo è sempre carino ringraziare per la sua visita, invitandolo a tornare di nuovo a trovarci; lo possiamo fare magari mentre lo accompagniamo all’uscita.

Insomma, una cosa è certa, l’aspettativa sarà quella di ritrovare, anche prima della partenza, quel calore, quel sorriso che già conosciamo e con cui eravamo stati accolti e che alimenterà i nostri piacevoli ricordi e la voglia di tornare.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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