I Ristoratori toscani alla Bellanova: Servono più soldi per la Cig
L’Associazione critica il Decreto Agosto e chiede più attenzione per la categoria, anche sul fronte dell’accesso al credito e degli affitti. Nei prossimi giorni l’incontro con la ministra delle Politiche agricole
10 agosto 2020 | 17:40
Il Decreto Agosto licenziato nel fine settimana dal Governo ha disatteso le aspettative dei ristoratori, che tornano a lamentare la poca attenzione dimostrata dall’Esecutivo nei confronti del settore, con una lettera indirizzata alla ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova. A farsi sentire, questa volta, è l’Associazione dei Ristoratori Toscani, che presto incontrerà la ministra per tornare a chiedere nuovi aiuti per l’intero comparto della ristorazione.
«Faremo presente al ministro le nostre proposte per dare ossigeno al nostro settore», spiega il presidente di Ristoratori Toscana, Pasquale Naccari. «Pensavamo che davvero questo decreto potesse rappresentare una svolta, invece per il momento è un elefante che ha partorito un topolino. Ci aspettavamo una maggiore attenzione per la categoria dei ristoratori. Si è parlato tanto di bonus per 1,5 miliardi. Una misura che non ci convinceva, ma che avrebbe potuto essere migliorata. Invece è sparita dal decreto».
«Due, inoltre, le priorità, sulle quali insistiamo da marzo, che sono state completamente dimenticate. La prima – sottolinea Naccari – è quella delle locazioni. In città d'arte come Firenze i turisti si rivedranno a marzo 2021, ma chi lavora nel settore della ristorazione deve sostenere affitti altissimi. Nel decreto non si fa alcun cenno a questo problema. Il secondo tema è il credito: solo un imprenditore su quattro riesce ad accedere ai prestiti. Non c'è liquidità nelle nostre casse, ma nonostante i richiami di prefetture e della Dia per il rischio di infiltrazioni mafiose, si fa finta di niente. Non chiediamo assistenzialismo, ma interventi strutturali».
Nel decreto c'è anche qualcosa di positivo, ma non basta. «Accogliamo con soddisfazione il bonus agroalimentare, la decontribuzione per chi non utilizza la cassa integrazione per quattro mesi, la proroga della cassa integrazione. Ci chiediamo però – conclude il presidente di Ristoratori Toscana – come possano vivere le famiglie per otto, dieci mesi, al 40% degli stipendi, perché questo è quanto arriva in tasca ai nostri dipendenti, che non sanno come fare a pagare affitti o portare una giornata al mare i propri bambini. È inaccettabile che il reddito di cittadinanza e di emergenza siano più alti della cassa integrazione».
I ristoratori toscani hanno scritto alla ministra Bellanova
«Faremo presente al ministro le nostre proposte per dare ossigeno al nostro settore», spiega il presidente di Ristoratori Toscana, Pasquale Naccari. «Pensavamo che davvero questo decreto potesse rappresentare una svolta, invece per il momento è un elefante che ha partorito un topolino. Ci aspettavamo una maggiore attenzione per la categoria dei ristoratori. Si è parlato tanto di bonus per 1,5 miliardi. Una misura che non ci convinceva, ma che avrebbe potuto essere migliorata. Invece è sparita dal decreto».
«Due, inoltre, le priorità, sulle quali insistiamo da marzo, che sono state completamente dimenticate. La prima – sottolinea Naccari – è quella delle locazioni. In città d'arte come Firenze i turisti si rivedranno a marzo 2021, ma chi lavora nel settore della ristorazione deve sostenere affitti altissimi. Nel decreto non si fa alcun cenno a questo problema. Il secondo tema è il credito: solo un imprenditore su quattro riesce ad accedere ai prestiti. Non c'è liquidità nelle nostre casse, ma nonostante i richiami di prefetture e della Dia per il rischio di infiltrazioni mafiose, si fa finta di niente. Non chiediamo assistenzialismo, ma interventi strutturali».
Nel decreto c'è anche qualcosa di positivo, ma non basta. «Accogliamo con soddisfazione il bonus agroalimentare, la decontribuzione per chi non utilizza la cassa integrazione per quattro mesi, la proroga della cassa integrazione. Ci chiediamo però – conclude il presidente di Ristoratori Toscana – come possano vivere le famiglie per otto, dieci mesi, al 40% degli stipendi, perché questo è quanto arriva in tasca ai nostri dipendenti, che non sanno come fare a pagare affitti o portare una giornata al mare i propri bambini. È inaccettabile che il reddito di cittadinanza e di emergenza siano più alti della cassa integrazione».
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Alberto Lupini
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