Nella guerra del cibo un “semaforo rosso” mette a rischio il nostro made in Italy
22 aprile 2017 | 17:44
di Rocco Pozzulo
Oggi a differenza degli esseri primordiali questo non avviene più, ed i conflitti in nome degli alimenti avvengono per questioni commerciali e a suono di progetti di legge e circolari comunitarie, penalizzando quasi sempre le nostre eccellenze agroalimentari, inestimabile patrimonio invidiato da gran parte dal mondo intero. Chi non ricorda la questione del formaggio prodotto con il latte in polvere, oppure il divieto alla pesca di certe nostre tipiche produzioni ittiche, oppure la contesa avviata dalla Spagna per il vino Lambrusco e la sua denominazione.
Ultima, per tempo, il progetto del semaforo sugli alimenti, che se attuato dovrebbe avvisare il consumatore sul contenuto calorico dei cibi in vendita, identificandone la sua potenziale “pericolosità” per la salute. Come per il dispositivo stradale, bollino rosso equivale a danno certo, giallo attenzione, verde ok: nessuno pericolo per lo stato fisico. In base a questo progetto Il prosciutto di Parma, per fare un esempio, così come il Parmigiano Reggiano e Grana Padano, rischierebbero di essere contrassegnati da un imbarazzante bollino rosso ed inverosimilmente persino l’olio extravergine di oliva, pilastro della Dieta mediterranea, rientrerebbe nella categoria di fatto sconsigliata ai clienti.
Questo mi rammenta quel bellissimo film del 1995, interpretato da Demi Moore e Robert Duvall, “La lettera scarlatta” dove la protagonista, per volere del tribunale della sua Comunità, doveva vestirsi con una infamante lettera impressa sulle vesti. Racconto cinematografico di una vicenda vissuta in un ambiente e in una collettività dove l’“ignoranza” (del non sapere) era la normalità. Così questo “sistema semaforico”, talmente grossolano e privo di logicità, metterebbe al bando prodotti importantissimi, veri capo saldi della Dieta mediterranea, riconosciuta dall'Unesco Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità.
Un vero attacco alle nostre produzioni agroalimentari di eccellenza. Noi della Federazione Italiana Cuochi siamo al fianco dell’industria alimentare italiana e consideriamo l’ipotesi del “semaforo” come una diretta aggressione alle produzioni tipiche del nostro Bel Paese. Oltre mille Dop rilegate alla nostra cultura gastronomica avranno il suo significato e il suo peso?
Sembra un paradosso, se passasse questo progetto vedremo i nostri migliori prodotti tutti in fila sugli scaffali dei supermercati con il loro bel bollino rosso, a mostra della loro personale “lettera scarlatta” simbolo di empietà e di sicura minaccia per la nostra salute, costretti oltremodo a subire l’onta pure, di essere collocati vicino a lattine di Coca o Pepsi che, grazie al sempre più massiccio impiego di sostanze zuccherine artificiali a minor apporto calorico, potranno fregiarsi di uno sfolgorante e salutare bollino verde.
Non serve essere dei medici o dietisti per sapere che ci sono prodotti che vanno consumati con moderazione per il loro alto contenuto di colesterolo e apporto calorico. I nuovi professionisti della FIC (Cuoco 3.0) ne sono consapevoli, preparati per dare una cucina sempre più salutistica e in sintonia con i tempi, senza togliere naturalmente piacere e gusto alle nostre tavole e nel più rispetto delle tradizioni.
“È la dose che fa il veleno!“
(Famoso aforisma di Paracelso, filosofo, alchimista e medico dell’ anima)
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Alberto Lupini