Gastronomia all'università I consensi di Maroni, Illy e Salvioni

18 settembre 2017 | 17:50
di Andrea Radic
Un percorso accademico di formazione universitaria sul tema della gastronomia. Un sistema di insegnamento post-diploma che consenta a coloro che escono dagli istituti professionali di proseguire e specializzarsi in un settore che in Italia è fondamentale. Questo il tema lanciato da Italia a Tavola, su cui Maurizio Martina, ministro delle Politiche agricole, e Valeria Fedeli, ministro dell'Istruzione, si son dimostrati pronti ad agire.

A margine del convegno sul futuro della Franciacorta, in occasione dei cinquant'anni della denominazione, abbiamo sottoposto la questione al governatore della Regione Lombardia Roberto Maroni, all'amministratore delegato del Consorzio di Tutela del Franciacorta Giuseppe Salvioni e al presidente di Altagamma Andrea Illy.

Andrea Illy e Roberto Maroni

«Mi pare una bella idea - ha dichiarato il presidente lombardo Roberto Maroni - abbiamo tredici Università in Lombardia, da Brescia, a Milano a diverse altre, penso che l'iniziativa possa e debba partire da loro. Bisogna parlare con i rettori, i "magnifici rettori". Io posso farlo, ne parlerò con loro perché mi sembra una buona iniziativa. Se loro decidono di farlo, in un giorno si fa. Da maggio a maggio questo è l'anno della cultura lombarda abbiamo stanziato trenta milioni di euro per finanziare e cofinanziare iniziative che vengono dal territorio. Se il territorio, a partire dalla Franciacorta, mi chiederà di avviare questo tipo di iniziative culturali, io sono disposto a mettere risorse».

E il territorio risponde con Giuseppe Salvioni, ad del Consorzio Franciacorta: «Lo sviluppo del turismo è sicuramente una delle componenti dell'incremento del Pil su cui puntare, abbiamo la fortuna di avere il più importante numero di siti Unesco, una biodiversità enorme e una cucina famosa nel mondo, enormemente diversificata da territorio a territorio, basta fare trenta chilometri per provare di tutto, oltre a un patrimonio di alberghi in dimore storiche e di charme, luoghi unici. Una formazione universitaria può e deve essere una delle chiavi per uno sviluppo di eccellenza nel nostro Paese».


Giuseppe Salvioni

«Oggi - prosegue Salvioni - chi si vuole formare ad alto livello deve andare principalmente in Svizzera o negli Stati Uniti o in Francia. Avere un sistema equiparato consentirebbe di sviluppare più professionalità permettendo a un numero molto maggiore di giovani di formarsi, per inserirsi nel mondo del lavoro, nell'impresa di famiglia, aprendo un'attività in proprio o inserendosi in attività già avviate. Qualità e idee sono fondamentali, ma la formazione serve ad avere managerialità e capacità di gestione, competenze che necessitano di formazione universitaria. Abbiamo centinaia di corsi universitari per i quali è difficile vedere sbocchi nel mondo del lavoro, giusto quindi averne alcuni in un settore che genera occupazione ed è necessario per lo sviluppo del Paese».

«È vero che manca la formazione universitaria - commenta Andrea Illy presidente di Altagamma e proprietario dell'omonimo marchio di eccellenza nel caffè - perché le scuole alberghiere italiane sono di livello secondario. È un paradosso che i migliori maitre d'hotel, chef e anche sommelier nel mondo siano italiani, ma si formino all'estero. Quindi una vocazione italiana che non può sbocciare con un sistema formativo nazionale. È un tema significativo perché c'erano Paesi come gli Stati Uniti "a zero" su questo mercato, dove si è cominciato a mangiare bene negli anni ottanta con la rivoluzione dei ristoranti cosiddetti "dalla tovaglia bianca" quasi tutti con cuochi europei, e poi sono nate le scuole sempre all'estero. Se non vogliamo che gli italiani diventino gli ultimi è bene che provvediamo con una iniziativa seria e importante sulla gastronomia e ospitalità».

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