Firenze, proposte più “abbordabili” per nuove aperture nel centro storico
01 giugno 2016 | 11:12
È stato messo nero su bianco il “Regolamento Unesco” (clicca qui per scaricare il pdf) per garantire a Firenze la conservazione della sua “identità” nel centro storico. Per quanto riguarda le nuove aperture in centro città però ancora niente di ufficiale. Si è vociferato intorno ad un minimo di 50% di prodotti tipici in vendita, ma l'ufficio pertinente del Comune ribadisce la mancata attuazione - per ora - di tale iniziativa, lasciando la soglia ancora al 70%. Altra ancora dubbia proposta, è un sistema di referenze a punti, 30 dei quali devono essere soddisfatti dai ristoratori per inaugurare un nuovo locale nel centro storico. Una linea guida si sta sempre più definendo per le nuove aperture, si rimane però in attesa di una definitiva ufficializzazione nell'ottica di preservare il patrimonio immateriale della città d'arte.
Sempre più vicini a far chiarezza a Firenze: i criteri per aprire un negozio di alimentari o un ristorante senza rischiare di restare appesi al giudizio della burocrazia prendono nuove pieghe. Tra queste, per minimarket e simili, non più il 70%, ma il 50% potrebbe divenire la percentuale determinante di prodotti di filiera o del territorio da mettere in vendita nell'attività: un principio eventualmente valido per le nuove aperture - ai locali già esistenti verrebbero concessi 3 anni per adeguarsi.
I ristoranti potrebbero invece fare i conti con una lunga lista di referenze a punti, da costruirsi sulla base dell'approvato Regolamento Unesco, della quale ne dovranno essere soddisfatti almeno 30. Per la regola del “fresco” riferita alle nuove gelaterie, si ipotizza sia sufficiente evitare latte a lunga conservazione e bustine di aromi industriali per aprirne una senza chiedere direttamente il permesso.
Queste nuove proposte sono decisamente più semplici e “abbordabili” rispetto alle linee guida iniziali, a partire dal 70% di prodotti del territorio in negozio. Le ultime istanze sono il frutto dell'incontro tra l'assessore allo sviluppo economico Giovanni Bettarini e le associazioni di categoria, per rendere i requisiti meno insormontabili. L'accordo è stato ratificato ieri dalla giunta.
«Una scelta importante - spiega Bettarini - che ci consente di tutelare il centro storico di Firenze e la qualità dell'offerta della nostra città. Un percorso partito con l'adozione del regolamento e che diventa sempre più concreto anche sulla base dell'accordo raggiunto con le categorie. Il primo passo di un'intesa che tiene conto dell'esigenza di distinguere tra vendita e somministrazione e di individuare una quantificazione adeguata dei prodotti, tenendo conto della loro effettiva disponibilità. La visione è quella di considerare il commercio come una parte del valore dell'identità di questa città. Per questo confermiamo la massima attenzione e responsabilità a ciò che avviene nel centro storico e siamo sempre più convinti che la tutela di Firenze passi da interventi innovativi come questo».
Sempre più vicini a far chiarezza a Firenze: i criteri per aprire un negozio di alimentari o un ristorante senza rischiare di restare appesi al giudizio della burocrazia prendono nuove pieghe. Tra queste, per minimarket e simili, non più il 70%, ma il 50% potrebbe divenire la percentuale determinante di prodotti di filiera o del territorio da mettere in vendita nell'attività: un principio eventualmente valido per le nuove aperture - ai locali già esistenti verrebbero concessi 3 anni per adeguarsi.
I ristoranti potrebbero invece fare i conti con una lunga lista di referenze a punti, da costruirsi sulla base dell'approvato Regolamento Unesco, della quale ne dovranno essere soddisfatti almeno 30. Per la regola del “fresco” riferita alle nuove gelaterie, si ipotizza sia sufficiente evitare latte a lunga conservazione e bustine di aromi industriali per aprirne una senza chiedere direttamente il permesso.
Queste nuove proposte sono decisamente più semplici e “abbordabili” rispetto alle linee guida iniziali, a partire dal 70% di prodotti del territorio in negozio. Le ultime istanze sono il frutto dell'incontro tra l'assessore allo sviluppo economico Giovanni Bettarini e le associazioni di categoria, per rendere i requisiti meno insormontabili. L'accordo è stato ratificato ieri dalla giunta.
«Una scelta importante - spiega Bettarini - che ci consente di tutelare il centro storico di Firenze e la qualità dell'offerta della nostra città. Un percorso partito con l'adozione del regolamento e che diventa sempre più concreto anche sulla base dell'accordo raggiunto con le categorie. Il primo passo di un'intesa che tiene conto dell'esigenza di distinguere tra vendita e somministrazione e di individuare una quantificazione adeguata dei prodotti, tenendo conto della loro effettiva disponibilità. La visione è quella di considerare il commercio come una parte del valore dell'identità di questa città. Per questo confermiamo la massima attenzione e responsabilità a ciò che avviene nel centro storico e siamo sempre più convinti che la tutela di Firenze passi da interventi innovativi come questo».
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Alberto Lupini
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