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Fabio Monaco, dai campi da calcio al mondo della cucina

Classe 1988, da sempre attratto dalla cucina, lascia lo sport per dedicarsi a tempo pieno alla ristorazione. Oggi è oggi lo chef del “Koko Beach & Restaurant” a Cupra Marittima (Ap), dove si esprime con passione

di Stefano Nico
 
03 gennaio 2022 | 09:30

Fabio Monaco, dai campi da calcio al mondo della cucina

Classe 1988, da sempre attratto dalla cucina, lascia lo sport per dedicarsi a tempo pieno alla ristorazione. Oggi è oggi lo chef del “Koko Beach & Restaurant” a Cupra Marittima (Ap), dove si esprime con passione

di Stefano Nico
03 gennaio 2022 | 09:30
 

Quando era piccolo gli chiedevano cosa avrebbe voluto fare da grande e la sua risposta era sempre la stessa... “Voglio fare il calciatore come mio papà”! Così nacque la determinazione di un giovane ragazzo, Fabio Monaco, che con umiltà dedizione e lavoro si è fatto conoscere nel mondo del calcio e ben presto anche nella ristorazione. Classe 1988, da sempre attratto dalla cucina, decide di dedicare parte del suo tempo in un percorso formativo e di crescita che lo porterà ben presto a cavalcare alcune delle cucine più interessanti del territorio marchigiano, imparando tecniche segreti e riconoscere materie prime di alta qualità.

Fabio Monaco Fabio Monaco, dai campi da calcio al mondo della cucina

Fabio Monaco

Fabio è oggi lo chef del “Koko Beach & Restaurant” a Cupra Marittima (Ap), dove si esprime con passione. I suoi piatti sono legati da un motto che li accomuna: meraviglia per gli occhi, gioia per l’olfatto e piacere per il palato.

te

Descriviti in tre parole.
Curioso, determinato, paziente.

Come nasce la tua passione per la cucina?
Fin da piccolo guardando mia nonna che con determinazione preparava sughi a lunga cottura, pasta all’uovo per tutta la nostra famiglia numerosa. Ogni volta che cucinavo era come riaprire quel cassetto pieno di emozioni ed amore… il tutto fino a quando decisi di dedicarmi completamente alla cucina.

Cosa accomuna il calcio e la cucina per te?
Sono figlio d’arte, e quando posso vado ancora a vedere mio padre allenare. Il calcio è sempre stata la mia vita, regalandomi valori importanti che utilizzo spesso negli inserimenti dei collaboratori in brigata. Ci sono spesso “tempi” molto simili tra calcio e cucina, come la tensione prima del servizio come prima di scendere in campo. Trovo molto simile l’adrenalina che aumenta subentra durante una partita di calcio con le comande che arrivano in cucina, poco tempo per pensare e tempi molto veloci per raggiungere il risultato. Dirigere una cucina o preparare un menù è una responsabilità così come tirare un rigore.

Quale ingrediente non manca mai nella tua cucina?
Più che ingrediente parlerei di sentimento… La risposta potrebbe sembrare banale, ma è l’amore, dalla scelta e la manipolazione delle materie prime, all’impiattamento e tutto ciò che si vuole trasmettere al cliente.

Quanto è importante per te il territorio e gli ingredienti che selezioni per i tuoi piatti?
Credo che ormai il territorio e la stagionalità siano le parole chiavi per comunicare la migliori forme di abbinamento della cucina moderna. Nella preparazione dei nuovi piatti, vado spesso alla ricerca di quei prodotti che potrebbero entusiasmare ed incuriosire me e i miei clienti.

Qual è il piatto che più ti rappresenta?
Nel mio percorso diversi sono stati i piatti a cui sono legato, ma credo che quello che più mi rappresenta sia il risotto alla cinque spezie con crudo di scampi. Forse è stato il primo piatto dove ho osato di più abbinando spezie e profumi d’Oriente al pesce crudo dolce come gli scampi.

Se potessi regalarti del tempo, come lo spenderesti?
Essendo molto legato alla famiglia, lo utilizzerei per portare mia moglie e mia figlia in giro per l’Italia a conoscere prodotti innovativi da sperimentare poi nella mia cucina.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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