Delivery sì, ma non solo C'è anche l'asporto RE-START 6
Concentrarsi oggi sulle consegne a domicilio è fondamentale perchè almeno fino a giugno sarà l'unico canale che funzionerà insieme all'asporto. I ristoratori però devono guardare avanti ed essere consapevoli che la vita cambierà, ma che la gente prima o poi vorrà e dovrà tornare nei ristoranti e allora non si potrà sbagliare
07 maggio 2020 | 10:01
La ristorazione non vede l'ora di ripartire, ma prima di farlo deve comprendere le linee guida che il Governo detterà per mettersi a norma. Percorso non facile che lo studio. Giubilesi&Associati con Italia a Tavola ha prova a facilitare con alcune indicazioni. Ogni giorno una puntata per approfondire alcuni dei passaggi chiave.
Che i cuochi investano con decisione sulle consegne a domicilio è un caldo consiglio che diventa quasi obbligo per restare in vita dopo il covid. Ma le vecchie abitudini torneranno e bisognerà farsi trovare pronti.
Il delivery si sta delineando come la panacea di tutti i mali della ristorazione. Innegabile che in questo periodo di emergenza stia salvando alcune attività, corretto pensare che per ancora un bel po’ di tempo rimarrà il canale di business preferito. Ma dopo? Un ristoratore lungimirante deve essere in grado di non guardare solo al presente, ma anche sempre un passo più in là.
Ecco perché potenziare il proprio e-commerce, migliorare il sito e curare i social è importante, ma non può essere tutto. Bisogna anche considerare che prima o poi la gente tornerà per strada, a lavorare con ritmi vecchi e vorrà (e dovrà) tornare anche nei ristoranti.
Del resto va anche considerato che l’Italia è tra i popoli più in ritardo sul tema delivery. Basti pensare che negli Stati Uniti il concetto è arrivato nel 1994 tramite una pizzeria della catena Pizza Hut, mentre in Italia il primo vero imprenditore a credere nell’e-commerce nel mondo del food fu volendo.com a Monza.
Ci volle anche del tempo per capire quale fosse il targhet migliore. Inizialmente il focus era tutto concentrato sulle casalinghe, poi però si è compreso che fossero i giovani tra i 25 e 45 anni - possibilmente single - quelli che avrebbero cercato maggiormente questo servizio.
Questo insegna che conoscere il profilo dei proprio clienti o potenziali tali è sempre determinante per anticipare le mosse e “rubare” fette importanti di mercato. Come oggi del resto, epoca in cui entrare in un ristorante appare tremendo, ma che tremendo più non sarà. Ci si comporterà sicuramente meglio e con qualche accorgimento in più, ma non si vivrà solo di delivery.
In Italia il delivery sbarca nel 2000
Delivery sì ma non solo
Quali prospettive per il futuro?
1^ puntata: Psicologia della ripartenza
2^ puntata: Analisi della propria attività
3^ puntata: Il progetto Re-start
4^ puntata: Quali obiettivi per il futuro?
5^ puntata: Le leggi
6^ puntata: Il delivery
7^ puntata: Sanificare
8^ puntata: La nuova accoglienza
Torneremo al ristorante
Che i cuochi investano con decisione sulle consegne a domicilio è un caldo consiglio che diventa quasi obbligo per restare in vita dopo il covid. Ma le vecchie abitudini torneranno e bisognerà farsi trovare pronti.
Il delivery si sta delineando come la panacea di tutti i mali della ristorazione. Innegabile che in questo periodo di emergenza stia salvando alcune attività, corretto pensare che per ancora un bel po’ di tempo rimarrà il canale di business preferito. Ma dopo? Un ristoratore lungimirante deve essere in grado di non guardare solo al presente, ma anche sempre un passo più in là.
Ecco perché potenziare il proprio e-commerce, migliorare il sito e curare i social è importante, ma non può essere tutto. Bisogna anche considerare che prima o poi la gente tornerà per strada, a lavorare con ritmi vecchi e vorrà (e dovrà) tornare anche nei ristoranti.
Del resto va anche considerato che l’Italia è tra i popoli più in ritardo sul tema delivery. Basti pensare che negli Stati Uniti il concetto è arrivato nel 1994 tramite una pizzeria della catena Pizza Hut, mentre in Italia il primo vero imprenditore a credere nell’e-commerce nel mondo del food fu volendo.com a Monza.
Ci volle anche del tempo per capire quale fosse il targhet migliore. Inizialmente il focus era tutto concentrato sulle casalinghe, poi però si è compreso che fossero i giovani tra i 25 e 45 anni - possibilmente single - quelli che avrebbero cercato maggiormente questo servizio.
Questo insegna che conoscere il profilo dei proprio clienti o potenziali tali è sempre determinante per anticipare le mosse e “rubare” fette importanti di mercato. Come oggi del resto, epoca in cui entrare in un ristorante appare tremendo, ma che tremendo più non sarà. Ci si comporterà sicuramente meglio e con qualche accorgimento in più, ma non si vivrà solo di delivery.
In Italia il delivery sbarca nel 2000
Delivery sì ma non solo
Quali prospettive per il futuro?
1^ puntata: Psicologia della ripartenza
2^ puntata: Analisi della propria attività
3^ puntata: Il progetto Re-start
4^ puntata: Quali obiettivi per il futuro?
5^ puntata: Le leggi
6^ puntata: Il delivery
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8^ puntata: La nuova accoglienza
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Alberto Lupini
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