Il mio posto ora è qui», dice convinto al Correre del Veneto, Stefano Antoniolli, 45 anni, cuoco originario di Roncade (Tv) e titolare del Fenix Restaurant di Kiev, città che 23 anni fa lo ha accolto e dove anche la moglie ha deciso di restare per rimanere vicino alla madre invalida.
Stefano Antoniolli. Foto: qdpnews.it
Molti dei 100 dipendenti si sono arruolati
Il cuoco racconta la sua vita in una città fantasma: «Per ora riusciamo a vivere nei nostri appartamenti, ma quando suonano le sirene, scendiamo nei rifugi sotterranei». E la forza di trasformare il suo lavoro in qualcosa che possa nell’immediato fare del bene a chi è dovuto rimanere nonostante i bombardamenti dell’esercito russo: «Vengo tutti i giorni al ristorante, per mettere a posto e cucinare tutto quello che è rimasto. Voglio fare qualcosa per il bene degli altri. Consegno ogni giorno pasti, frutta e verdura ad alcuni volontari che passano, preparo ragù di verdure, zuppe, pane, che vengono distribuiti negli ospedali, ai ragazzi dei posti di blocco e a chiunque sia in difficoltà. Dei cento collaboratori del mio ristorante, tra personale in cucina, in sala, addetti alla plonge, alle pulizie e alla sicurezza, sono rimasti solo due body guard in servizio al ristorante. Degli altri c’è chi si è arruolato, chi è nei posti di blocco, ma anche chi si occupa di distribuire i pasti».
Cucinò per Julia Roberts
Nonostante casa sia ormai l’Ucraina, Antoniolli ricorda i momenti felici nella sua Treviso: «Tre anni fa, quando Julia Roberts è stata a Verona per girare lo spot di Calzedonia, io le ho preparato da mangiare al Relais La Magioca di Negrar, in Valpolicella, perché uno degli investitori dell’albergo di Odessa con cui collaboravo è di Verona».
Bei tempi che speriamo ritornino, in Ucraina così come in tutto il modo.