A Treviglio (Bg) tutti conoscono Matteo Manzotti. Un po’ grazie alla sua famiglia che da oltre quarant’anni gestisce il Caffè Milano, insegna storica aperta dal padre Daniele nel cuore della città; un po’ grazie alla fama di enfant prodige della pasticceria che si è fatto negli ultimi quindici anni. E, detto così, non è affatto scontato sottolineare che oggi Matteo Manzotti di anni ne ha appena 26.
Dalla formazione ai primi premi: un talento precoce in tutto
«Ero un bambino quando ho messo per la prima volta le mani in pasta, come si dice - ci spiega il pastry chef bergamasco - E credo che mi sia bastata quella primissima esperienza per capire che volevo fare questo nella vita: il pasticcere».
A 13 anni il suo percorso formativo vero e proprio inizia ufficialmente, intraprendendo corsi specialistici sul cioccolato in alcune delle città più prestigiose in ambito gastronomico, come Perugia, Parigi e Bruxelles. La crescita professionale di Manzotti è proseguita poi con l'iscrizione al CFP di Treviglio, dove ha potuto approfondire la sua formazione in ambito di pasticceria e panificazione.
Il suo talento non è passato inosservato e ben presto Manzotti si è distinto in alcune delle competizioni più prestigiose del settore. Nel 2015, a soli 17 anni, ha infatti vinto il primo premio al concorso Golositalia grazie alla sua torta "Framboise Suprême", un dolce che ha conquistato la giuria, Iginio Massari compreso. Un riconoscimento, quello conquistato a Golositalia, che è diventato un punto di svolta nella carriera del pastry chef bergamasco, portandolo alla ribalta e consacrando la sua capacità di combinare tecniche tradizionali e innovazione creativa. L’anno successivo, Matteo Manzotti ha saputo ripetere il successo con una nuova creazione, "Ambra", vincendo ancora una volta il primo premio al concorso Golositalia.
Dal Sant’Ambroeus di Milano alla nascita dei “Grandi Lievitati”
«Prima dei 18 anni avevo già fatto più di settanta corsi di formazione in Italia e in Europa - racconta Manzotti - anche se le esperienze che hanno svoltato letteralmente la mia carriera sono state quelle legate agli stage fatti alla Marianna di Bergamo e, soprattutto, al Sant'Ambroeus di Milano: in quest’ultima occasione ho imparato davvero tantissimo da Luciano Vismara, che dopo un mese di lavoro mi ha messo alla rifinitura e alla decorazione dei suoi dolci, non proprio l’incarico destinato all’ultimo arrivato».
Matteo Manzotti, pur essendo ancora giovane, ha saputo costruire una solida base di esperienza che gli consente oggi di essere considerato uno dei pasticceri emergenti più promettenti del panorama italiano.
Il suo percorso, però, non si è fermato agli stage e ai concorsi. Ha infatti deciso di abbracciare la tradizione familiare portando una visione moderna, quella stessa visione che ha dato vita alla pasticceria-gelateria Hand’s nel cuore di Treviglio e al marchio "Grandi Lievitati Manzotti", un progetto che affonda le radici nei valori di famiglia ma punta a raggiungere l'eccellenza attraverso la ricerca continua della perfezione. La sua passione per i lievitati si traduce in prodotti come il Panettone Milano, realizzato con materie prime di altissima qualità e un’attenzione maniacale al dettaglio.
Il passaggio da Cedric Grolet a Londra
La grande svolta - l’ennesima - nella carriera di Matteo Manzotti è arrivata però nel 2022, quando è stato selezionato per lavorare nel laboratorio di Londra di Cedric Grolet, oggi considerato uno dei migliori pasticceri del mondo che sui social incanta i suoi milioni di follower con delle preparazioni che lasciano senza fiato (e con l’acquolina in bocca): «A Londra - racconta Manzotti - sono rimasto poco più di due mesi e mezzo. Grolet lo vedevo spesso, veniva da noi almeno una volta a settimana. Credo che sia il migliore al mondo se parliamo di creatività in pasticceria. Il suo segreto? Essere accerchiato di professionisti straordinari che collaborano a stretto contatto con lui e che tengono altissimo il livello delle sue invenzioni. È giovane, fresco, per niente altezzoso. È stato l’unico a riuscire a connettere la pasticceria alla cucina stellata, perché le sue idee e le sue tecniche sono da cucina stellata. Quell’esperienza mi ha cambiato, è stato un altro grande step della mia crescita professionale: gliene sarò sempre grato».
I maritozzi che hanno fatto innamorare i londinesi
Dal Berkley e grazie al contatto con un altro trevigliese a Londra (Filippo Bellani, head chef al ristorante Vyta a Covent Garden) è nata un’altra, grande, nuova avventura per Manzotti. «Gli investitori hanno deciso di ingrandire l’attività puntando sulla pasticceria con un nuovo format e mi hanno coinvolto per l’apertura di DolceVyTA Matteo Manzotti, un locale minuscolo pensato per il take away che propone solo ed esclusivamente il maritozzo, uno dei dolci romani più conosciuti all’estero. La nostra scelta è di prepararlo a vista in quattro versioni. C’è la più trendy con le fragole oltre al classico, quello al cioccolato e quello al pistacchio. Ma il risultato più bello è vedere i londinesi, gente del posto spesso diffidente con prodotti di questo tipo, che sono diventati nostri clienti fissi: aver conquistato loro, oltre ai tanti turisti che passano da quelle parti, è la soddisfazione più grande per me».
Il sogno di una pasticceria col suo nome
«Ma il mio grande sogno era quello di avere una pasticceria che portasse il mio nome, nella mia città. Così - ci spiega Manzotti - a giugno 2024 ho aperto il mio locale a Treviglio, proprio di fronte all’ospedale cittadino, in via Caravaggio, con 350 mq di laboratorio, 250 di magazzino e oltre 200 di pasticceria aperta al pubblico sette giorni su sette, con proposte che vanno dalla colazione all’aperitivo, passando per la pausa pranzo con preparazioni salate e gelati homemade».
La risposta del pubblico? Fantastica. Tanto che nel weekend si forma spesso una lunga fila di clienti pronti a consumare brioche, croissant, maritozzi e mignon che qui - ve lo assicuriamo - sono assolutamente straordinari. «E grazie alla mia grande squadra - ci tiene a evidenziare Manzotti - anche nelle mattinate più affollate riusciamo a servire tutti riducendo al minimo l’attesa. Siamo molto attenti al vegano per soddisfare la richiesta di chi non mangia prodotti di origine animale per scelta o per necessità. Qui ci tengo a sottolineare che nei dolci della linea vegan il burro lo sostituiamo col burro di karitè, mai con la margarina che è una materia prima che non è mai entrata nei miei laboratori. E l’assenza delle uova la sopperiamo con delle bevande alla soia o alla mandorla. Ci sono diversi clienti vegani che vengono appositamente per questi prodotti».
Un futuro internazionale con base a Treviglio
Oggi il piccolo grande impero di Matteo Manzotti conta tre locali (Hand’s e Pasticceria Matteo Manzotti a Treviglio oltre alla collaborazione per DolceVyTA a Londra) per un totale di venti dipendenti, sei dei quali impegnati in pianta stabile nel laboratorio di via Caravaggio.
E se deve guardare avanti il giovane pastry chef si vede in giro per il mondo con il cordone ombelicale sempre ben legato alla sua Treviglio: «Perché è da qui che sono partito e qui voglio tenere la mia base - ci risponde - Ogni tanto mi piace prendere un volo e andare a vedere come cambia il mondo della pasticceria a Parigi o a Londra, ma vado spesso in perlustrazione pure a Milano, altra capitale sempre in fermento anche per quel che riguarda il nostro settore. Tra dieci anni? Spero di trovarmi ancora più in alto nel panorama internazionale, magari seguendo delle fruttuose collaborazioni com’è quella in essere ora a Londra. Ma, come detto, la base operativa sarà sempre a Treviglio, casa mia».
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Alberto Lupini
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