Bake-Off Quebec: vince la tradizione italiana con i dolci di Dario Bivona
Dalla Puglia al primato in Canada: «Ho sempre amato la versione originale inglese di Bake-Off, quindi quando ho visto l'annuncio delle audizioni per la versione del Quebec, quasi non riuscivo a crederci»
Una storia di sapori, tradizioni e successo quella del tarantino Dario Bivona ormai nauralizzato canadese dopo diciassette anni di permanenza. Uno dei tanti italiani all’estero che ha mantenuto un forte legame con la sua terra e con le tradizioni gastronomiche del nostro paese. Valori che ha condiviso e che lo hanno consacrato al pubblico televisivo con la vittoria della prima stagione di “Bake-Off Quebec” (Canada): “Le meilleur pâtissier du Québec”.
Un percorso personale e professionale che inizia lontano da forni e cucine: laurea in Italia in farmacia, poi Parigi e da li il Canada, dove abbandonata la professione farmaceutica consegue una seconda laurea in comunicazione e marketing. Intraprendente e bisognoso di nuovi stimoli, decide di iscriversi alla competizione televisiva per cimentarsi in una nuova sfida e condividere la passione per la pasticceria amatoriale.
Dario Bivona: «In cucina grazie a mamma»
Come nasce questa passione per la pasticceria?
Tutto è nato nella cucina di casa in tenera età, prima con la nonna e poi con la mamma. È stata soprattutto mia madre a insegnarmi a cucinare. Voleva che fossi indipendente, che potessi mangiare bene e non sopravvivere non appena lasciato il nido familiare! Poi è diventata una vera passione che si è espressa soprattutto nella pasticceria, una delle mie abilità in cucina, anche se me la cavo molto bene coi piatti salati!
Dolci creativi e originali, come ti ispiri ?
Le origini italiane, che sfoggio sempre con fierezza, sono un patrimonio di cultura e abilità che ci contraddistingue. La cucina italiana è molto conosciuta nel mondo, perché varia e ricca di ingredienti e interpretazioni. Ma sono i cibi e i piatti della memoria che ci portiamo sempre con noi. Ogni regione italiana custodisce tante ricette meno note, che rivisitate in chiave più moderna, trasformano un piatto rustico e casalingo in qualcosa di eccezionale. É un po’ ciò che ho messo in pratica a Bake-Off Québec dove uno dei miei dolci “signature” che ha strabiliato i giudici, nasce proprio da una ricetta nostrana pugliese, i “fichi secchi accucchiati”, come li chiamano da noi. Sono dei fichi spaccati a metà, ma senza separarli, ed essiccati al sole che poi vengono messi l’uno sull’altro con delle mandorle tostate al centro e impilati in barattoli con foglie d’alloro essiccate. Ho creato un Saint-Honoré in versione pugliese con crema diplomatica all’alloro, fichi caramellati, mandorle tostate e crema mascarpone al Brandy. Poi quando sono arrivato in Quebec nel 2006, ho scoperto anche molti nuovi dolci e sapori, come per esempio il pudding quebecchese o lo sciroppo d'acero, che sono due must della cucina tradizionale del Quebec. La mia abilità risiede nel saper integrare e sposare sapori insoliti mantenendo sempre un filo conduttore ben definito, l’italianità!
Cosa ci puoi dire della tua esperienza a “Bake-Off Quebec” e che impatto ha avuto sulla tua vita?
Ho sempre amato la versione originale inglese di Bake-Off, quindi quando ho visto l'annuncio delle audizioni per la versione del Quebec, quasi non riuscivo a crederci. È successo tutto molto velocemente: formulario d’iscrizione, casting telefonico, casting dal vivo et voilà mi sono ritrovato sul set a registrare la prima puntata! Ogni puntata è stata un’avventura con tematiche particolari, a volte assurde, come il Cheesecake Newyorkese in versione Wedding Cake Las Vegas… un incubo! Fortunatamente però, questo programma è stato creato per offrire ai partecipanti una grande esperienza, non solo in pasticceria, ma anche sul piano umano, che tu esca al termine della prima puntata o che tu vinca, com’è stato nel mio caso, si creano dei legami forti con gli altri, delle amicizie che perdurano nel tempo. Infatti, ancora oggi, non solo sono rimasto in contatto con gli altri partecipanti e li vedo regolarmente, ma sento anche molta gente della produzione, del canale televisivo, insomma è come una nuova grande famiglia per me! Dopo aver vinto, ho messo da parte la mia carriera nel marketing-comunicazione per dedicarmi al libro. Ho seguito l'intero processo, dalla progettazione delle ricette alla fotografia dei dessert. In più, ho cominciato a fare qualche intervento radiofonico per parlare di pasticceria, sto collaborando con l’istituto italiano di Montreal per offrire al pubblico degli ateliers di cucina, insomma non mi faccio scappare nessuna opportunità. Anche qui in Italia, in Puglia, durante le mie vacanze estive, l’11 agosto, avrò il piacere di partecipare al WineTourFest di Lizzano (Ta), il mio paese natale, creando un cocktail a base di vino ispirato dal mio “Fraisier”, dolce alle fragole aromatizzato al limone e basilico.
La tua ricetta preferita del libro?
È difficile, perché mi piacciono tutte. Però se devo scegliere, da italiano direi proprio il tiramisù. È uno dei miei dolci preferiti, ed è per questo che ci sono due ricette nel libro. La prima è una versione quasi classica, impreziosita dal rum e da un po’ d’arancia. La seconda è un tiramisù bianco con sciroppo d'acero, una crema alcolica e frutti di bosco. Adoro il tiramisù perché contiene tutti gli elementi che mi piacciano: i savoiardi morbidi che si sciolgono in bocca (ovviamente io li faccio in casa, ma potete anche comprarli già pronti), c'è il caffè, chi non ama il caffè ? e infine il mascarpone. Per me una ricetta vincente… non per niente, la mia versione bianca che ho proposto in finale mi ha portato sul podio!
Photo Credit: Ariel Tarr
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Alberto Lupini
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