I primi due anni di vita di
Abi Professional sono stati intensi, ricchi di elaborazioni e progetti continui. Due anni in cui l’Associazione barmen italiani Professional ha portato a compimento importanti obiettivi, apprestandosi a realizzarne altri ancora prima che quest’anno giunga al termine. Qui di seguito il commento di
Fiorenzo Colombo, fondatore dell’associazione, membro del Comitato esecutivo, del gruppo ufficio stampa e del Centro formazione.
“Potremmo sciorinare la lista degli eventi svolti e di quelli ancora in programma, vantare i nostri successi, ma non sarà così, non è nel nostro Dna. Quello che più ci preme sottolineare è che in questi due anni abbiamo dato risposte positive a quanti si chiedevano se fosse stato necessario avere una nuova associazione, se ci fosse bisogno di un nuovo soggetto nel mondo del bar.
Ebbene sì, nel variegato mondo associazionistico ci stava e ci sta che un’associazione possa trovare uno spazio vitale. E che spazio, verrebbe da dire, vista l’attenzione che hanno avuto nei nostri confronti le aziende produttrici, i media del settore, ma soprattutto i giovani barman e chi ancora aspira ad esserlo, gli studenti delle scuole alberghiere. Con loro, questi giovani operatori del settore, abbiamo creato momenti di incontro educativo che lasceranno un segno positivo nel loro futuro professionale.
I nostri detrattori ci hanno tacciato di essere la brutta copia di qualcosa già esistente, ma è ovvio che non lo siamo. Certo organizziamo anche noi dei corsi, ne abbiamo organizzati, ne stiamo organizzando e ne organizzeremo sicuramente nel futuro, ma questo non rappresenta il nostro “core business”. Noi confidiamo che elevare la professione non passi direttamente ed esclusivamente dal numero dei corsi frequentati o dagli attestati da presentare, ma da quale percorso si persegue, da quali modelli ci si sente illuminati, da quanta capacità al sacrificio si ha.
La figura professionale del barman cresce nel momento in cui si hanno esempi da seguire, quando ci si sente rappresentati ed orgogliosi di poter rappresentare. Questo è quanto noi facciamo. Ed è qui che si evidenzia quanto ci differenziamo dagli altri. Siamo un’associazione giovane, due anni ufficiali, ma veniamo da lontano perché i nostri fondatori hanno fatto la storia del bartending italiano e anche mondiale. La nostra novità è data dal fatto che siamo il passato e il futuro al tempo stesso.
L’Abi Professional mette a disposizione la propria conoscenza e la propria professionalità senza lucro, perseguendo la mission che ci siamo posti che è quella di far crescere il numero di professionisti veri e migliorare la qualità ricettiva del nostro Paese. Per questo abbiamo accettato volentieri la proposta di “Solidus” di entrare a far parte della loro associazione no profit. Dobbiamo avere strategie comuni se vogliamo che il turismo in Italia sia veramente il fiore all’occhiello della nostra economia. Dobbiamo avere strategie comuni alle altre associazioni di categoria se vogliamo che la professionalità - intesa come etica e capacità tecnica - inizi a prendere forma già nelle scuole professionali. Solo collaborando con tutti i soggetti coinvolti nel mercato del turismo potremo progettare una grande riforma del turismo al fine di non restare esclusi dai rapporti economici internazionali.
Anche la collaborazione con altre associazioni di barman fa parte del nostro progetto culturale; l’intenzione è di unire tutte le forze per perseguire l’elevamento della professionalità, che comprende anche la capacità manageriale, la capacità di gestione, ma anche la possibilità di avere collaborazioni qualificate esterne. Questo perché siamo certi che non ci possa più essere posto per l’improvvisazione, ma nemmeno l’abbandono a se stessi.
Ogni singolo professionista, oltre ad essere formato sulla somministrazione delle bevande, sulla capacità di offrire un servizio idoneo, sull’abbinamento nella miscelazione, deve essere in grado di conoscerne i rischi e prevenire saggiamente gli abusi, deve poter sostenere economicamente e amministrativamente la propria impresa ed essere in grado di progettarne il futuro. Ad ogni addetto si devono dare le opportunità per migliorare e sperimentare la propria attitudine all’accoglienza del consumatore, poiché le nostre attività sono legate indissolubilmente alla presenza del cliente. Si dovrà anche lavorare sulla formazione dello stesso. Sentiamo spesso dire che il cliente va educato al buon bere, ed è giusto, ma quanti operatori sono veramente in grado di farlo?
Quindi, riassumendo, le nostre priorità sono non solo teoriche ma anche pratiche, e riguardano non solo gli addetti ai lavori ma anche il cliente. È forse un’impresa ardua ma non irraggiungibile, e se avremo la collaborazione di tutte le parti chiamate in causa non potremo che ottenere dei buoni risultati.
”