A Porta a porta non “volano” le pizze. Fra Briatore e Sorbillo solo "stili" diversi
Tra l'imprenditore e il pizzaiolo napoletano ospiti da Vespa non c’è stato nessuno scontro, anzi solo fair play e acqua gettata sul fuoco di una polemica montata sui prezzi del Crazy Pizza, catene di pizzerie di Briatore
Alla fine le pizze non sono volate. Con buona pace di chi si spettava, galvanizzato anche dalle musiche di "Per un pugno di dollari" di Morricone, la rissa in tv tra i due “duellanti”: Flavio Briatore, da una parte, e il pizzaiolo napoletano Gino Sorbillo.
Acqua gettata sul fuco
Tra l'imprenditore del Billionaire e il pizzaiolo ospiti di Bruno Vespa non c’è stato nessuno scontro, anzi solo fair play e acqua gettata sul fuoco di una polemica montata sui prezzi del Crazy Pizza, catene di pizzerie di Briatore dove si arriva a pagare una pizza anche 65 euro. Polemica che poi era divampata intorno alla frase di Briatore «chiedetevi che cosa ci mettono in una pizza a 4 o 5 euro».
Ma Briatore ha subito chiarito che «No, io non faccio le guerre per una pizza. Neanche per la mozzarella o per il Patanegra. Se qualcuno pensa di fare comunicazione attaccandosi al treno Briatore e poi al treno Sorbillo, credo che c’è molta gente che ha approfittato di questa cosa per avere un secondo di notorietà», ha detto.
Veccia difende Briatore
A difesa di Briatore anche Ivano Veccia, pizzaiolo ischitano trapiantato a Roma, autore di pizze al tartufo e al caviale a 70 euro ben prima del Crazy Pizza, arrivato da Vespa per preparare una capricciosa, per il quale «Briatore non ha cominciato la polemica ma ha semplicemente risposto a chi lo ha attaccato».
Sorbillo: Anche la pizza “semplice” è un piatto completo
Per Sorbillo poi «Il problema non è a quanto viene venduta la pizza, perché ci sono ingredienti straordinari che il cliente può scegliere o meno. Può anche prendere una classica margherita che Briatore ha in carta a 15 euro. Il problema è precisare che la nostra pizza tradizionale è un piatto completo e può essere buona anche se sempliciotta come la facciamo noi».
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Alberto Lupini
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