I consumi legati ai dolci pasquali in Italia mostrano una combinazione di stabilità della domanda, centralità della produzione artigianale e aumento dei prezzi. Le uova di cioccolato restano il prodotto più richiesto, con una crescita significativa degli ordini tramite piattaforme di delivery, seguite dalla colomba, sempre più consumata come dolce da merenda. La pasticceria artigianale continua a essere protagonista, sostenuta da un'offerta legata alla tradizione e alla biodiversità agroalimentare. Tuttavia, il settore affronta anche criticità, tra cui una crescente difficoltà nel reperire personale specializzato e rincari sensibili sui prodotti tipici della Pasqua, dovuti all’aumento dei costi delle materie prime come cacao e burro.
Dolci di Pasqua, le uova di cioccolato le più amate
Nel 2024 le uova di cioccolato si sono confermate tra i dolci più richiesti nel periodo pasquale. Secondo i dati raccolti da Glovo, gli ordini di uova hanno registrato una crescita del +2.655% rispetto all'anno precedente.

Le uova di cioccolato si sono confermate tra i dolci più richiesti nel periodo pasquale
Milano, Roma, Napoli e Torino sono le città dove si è ordinato di più, con un picco di richieste nel pomeriggio di sabato, intorno alle 17:00. Interessante anche il dato legato alla modalità di acquisto: il 43% degli ordini è stato effettuato tramite Glovo Express, servizio pensato per le consegne rapide. Le uova di cioccolato, oltre al valore simbolico legato alla rinascita e alla fertilità, si confermano quindi un prodotto che unisce tradizione e comodità.
Dolci di Pasqua, colomba: stabile la domanda, cambia l’orario di consumo
Anche la colomba, dolce nato nel secondo dopoguerra come simbolo di pace, ha visto un aumento significativo di popolarità: +642% rispetto al 2023. Con 2.500 unità ordinate in un mese, si conferma una scelta apprezzata, soprattutto nelle ore pomeridiane, tra le 15:00 e le 18:00.

Anche la colomba ha visto un aumento significativo di popolarità
Le città con più ordini sono state Roma, Milano, Firenze e Bologna. Questa fascia oraria suggerisce che la colomba viene sempre più spesso consumata come dolce da merenda, all’interno di momenti conviviali quotidiani.
Dolci di Pasqua, la pastiera esce da Napoli
La pastiera napoletana, dolce a base di ricotta, grano e profumi agrumati, ha consolidato la sua presenza nel periodo pasquale, ma anche oltre. Solo il 29% degli ordini è avvenuto durante la settimana di Pasqua, a indicare una diffusione ormai destagionalizzata. Interessante la fascia oraria in cui viene maggiormente ordinata: tra le 19:00 e le 22:00, con un picco alle 19:00. Questo la rende un dolce prevalentemente serale, con una crescita degli ordini dell’83% rispetto all’anno precedente.

La pastiera è sempre più diffusa anche fuori Napoli
Oltre a Napoli, la pastiera è stata particolarmente richiesta a Padova, Roma, Bologna, Torino e Milano. I locali con più ordini registrati sono stati Antica Pizzeria da Michele (11%), seguita da Rossopomodoro (7%) e Mangianapoli (6%).
Dolci di Pasqua, pasticcerie protagoniste
La produzione dolciaria e della pasticceria artigianale continua a rappresentare una componente rilevante dei consumi pasquali, sostenuta da un’offerta legata alla tradizione e alla biodiversità agroalimentare italiana. Nonostante l’incertezza del contesto economico e l’aumento dei costi di alcune materie prime, si osservano segnali di stabilità nella domanda, mentre i prezzi dei prodotti di pasticceria fresca mostrano una crescita contenuta. La diffusa presenza di imprese artigiane contribuisce a garantire una produzione costante in termini di varietà e qualità. La disponibilità di prodotti dolciari pasquali tradizionali è assicurata da una rete ampia di attività artigiane. In Italia operano oltre 53.000 imprese nel settore dolciario, che comprende pasticceria fresca, gelati, biscotti, cacao, cioccolato, confetteria e altri comparti correlati. Di queste, più di 37.000 sono imprese artigiane, pari al 70,3% del totale.
La produzione pasquale si inserisce in un contesto più ampio che riflette la ricchezza del patrimonio agroalimentare italiano, caratterizzato da 5.640 prodotti agroalimentari tradizionali (PAT) riconosciuti dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste. Tra questi, 1.670 rientrano nelle categorie di paste fresche, prodotti da forno, biscotti, pasticceria e confetteria, rappresentando il 29,6% del totale, mentre 1.614 sono prodotti vegetali, pari al 28,6%. Complessivamente, queste due tipologie costituiscono il 58,2% del totale dei PAT censiti.
Dolci di Pasqua, manca un pasticcere su due
Nel 2024, il numero di imprese attive nei mestieri di pasticcieri, gelatai, conservieri artigianali, panettieri e pastai artigianali ha raggiunto quota 29.910, con una crescita del 22% rispetto al 2023. Parallelamente, si è registrato un aumento nella difficoltà di reperimento di personale specializzato, con 17.550 posizioni difficili da coprire, pari al 58,7%, in crescita rispetto al 57% dell’anno precedente.

Nell'ultimo anno si è registrato un aumento nelle difficoltà di reperire personale nelle pasticcerie
Analizzando le regioni con almeno 1.500 assunzioni previste nel comparto, il Veneto presenta il dato più elevato di difficoltà di reperimento, con il 67,6% delle posizioni considerate critiche. Seguono la Sicilia con il 66,0%, la Toscana con il 64,4%, la Puglia con il 60,8%, l’Emilia-Romagna con il 60,6% e la Campania con il 60,4%. Anche in Abruzzo, Calabria, Basilicata e Friuli-Venezia Giulia le percentuali risultano superiori alla media nazionale.
Dolci di Pasqua…“salati”: prezzi in aumento
Anche la Pasqua 2025 è segnata da aumenti di prezzo che coinvolgono i prodotti più rappresentativi del periodo. A evidenziarlo è un’indagine del Codacons, che ha analizzato l’andamento dei prezzi nella grande distribuzione organizzata, focalizzandosi sulle principali marche. Le cause dei rincari sono da ricercare, principalmente, nell’impennata del costo del cacao e nelle difficoltà legate alla produzione del burro, due materie prime fondamentali nella produzione di uova di cioccolato e colombe.
Nel confronto con l’anno scorso, le uova pasquali, sia al latte che fondenti, registrano rincari medi del 30%, con punte che superano il 40% per i prodotti di fascia media e alta. In alcuni casi, il prezzo di una singola confezione supera i 22 euro, corrispondenti a oltre 70 euro al chilo. Anche le uova pensate per i più piccoli – spesso legate a licenze di marchi famosi (personaggi animati, brand sportivi, giochi) – subiscono incrementi variabili, che spaziano da +8,3% a +33%. Sul versante delle colombe pasquali, i dati raccolti dal Codacons mostrano una situazione altrettanto in crescita. Le versioni classiche registrano aumenti tra il 6% e il 9%, a seconda del brand e del punto vendita. Le varianti più elaborate, farcite con creme, cioccolato o glassature particolari, presentano rincari più consistenti, compresi tra il 18% e il 36% rispetto all'anno precedente.