Una sottilissima fetta di formaggio e sette pezzetti di pomodoro: questo è quanto è stato servito giovedì 26 settembre come pasto in una scuola elementare di Salerno. La foto del piatto, scattata prima che i bambini iniziassero a mangiare, ha rapidamente iniziato a circolare tra le chat delle mamme, fino a giungere alla consigliera comunale Claudia Pecoraro, avvocata e madre di un bambino che frequenta la scuola, che ha immediatamente denunciato la situazione, definendola "inaccettabile".
La foto del piatto servito in una mensa scolastica di Salerno che ha fatto il giro del web
Il servizio di mensa scolastica è attualmente gestito da due aziende: la ViVenda Spa e la cooperativa Solidarietà e Lavoro. Entrambe le società, con sede rispettivamente a Roma e Bari, si sono aggiudicate l’appalto con un ribasso dello 0,69% rispetto alla base d'asta di 5,65 euro a pasto, applicando un prezzo di 5,58 euro. Questo contratto prevede un impegno totale di oltre 6 milioni di euro nei prossimi tre anni, per un servizio che interessa circa 3.000 bambini.
Mensa "shock" a Salerno: la consigliera comunale chiede un controllo indipendente
Di fronte alle polemiche, la ViVenda si è resa disponibile a inviare ispettori e controllori nelle scuole per verificare quantità e qualità dei pasti. Ma Claudia Pecoraro esprime dubbi sulla legittimità di tale controllo: «Non è possibile che chi gestisce il servizio sia anche il controllore». Dalla parte del Comune arrivano rassicurazioni, sottolineando che i controlli Asl confermano la qualità e la quantità degli alimenti somministrati. Secondo il Comune, quindi, le lamentele sarebbero infondate.
Ma Claudia Pecoraro non è convinta. «Non è il controllo su carta del peso degli alimenti effettuato a monte dall’Asl a garantire che quel peso e quella quantità vengano di fatto rispettati» replica, sottolineando che la situazione richiede una supervisione diretta e continua. La consigliera del Movimento 5 Stelle ha infine rivolto una proposta concreta: «La foto parla chiaro. Mi offro di andare ogni settimana in una scuola diversa per verificare personalmente la qualità e la quantità dei cibi che le nostre figlie e i nostri figli mangiano».