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È crisi nel fine dining? Ma l'alta ristorazione non deve finire...

L'alta ristorazione sta attraversando un periodo di difficoltà con tavoli vuoti e crisi. Alcuni ristoranti hanno perso l'obiettivo di soddisfare il cliente, concentrandosi troppo su critiche, apparenze e regole rigide

di Rudy Travagli
Presidente Noi di Sala
 
20 luglio 2024 | 09:42

È crisi nel fine dining? Ma l'alta ristorazione non deve finire...

L'alta ristorazione sta attraversando un periodo di difficoltà con tavoli vuoti e crisi. Alcuni ristoranti hanno perso l'obiettivo di soddisfare il cliente, concentrandosi troppo su critiche, apparenze e regole rigide

di Rudy Travagli
Presidente Noi di Sala
20 luglio 2024 | 09:42
 

In questi giorni si parla molto delle difficoltà che sta attraversando l'alta ristorazione, si parla di crisi e di numerosi ristoranti con tavoli vuoti. Ma se la cucina tradizionale non deve andare persa e tutti noi dobbiamo impegnarci per preservare la storia culinaria del nostro Paese, allo stesso tempo dobbiamo anche rispettare quella più recente, correggendo eventuali "difetti".

È crisi nel fine dining? Ma l'alta ristorazione non deve finire...

È crisi nel fine dining, ma l'alta ristorazione non deve finire

Alcuni ristoranti non sono più tali, cosa significa? Mi spiego meglio. Non c'è più l'obiettivo di soddisfare il cliente o per lo meno non è al primo posto, colui che sceglie il nostro locale per trascorrere un paio d'ore o più della sua giornata, con l'unico scopo di mangiare bene e sentirsi bene. La soddisfazione deve essere del cliente e non nostra. Il nostro compiacimento deve derivare dalla felicità dell'ospite.

Oggi siamo troppo concentrati su di noi, abbiamo un attaccamento eccessivo a quanto la critica ci lodi, a quanti articoli escono in un anno, a quanto i piatti siano belli e condivisibili su Instagram. Noi diciamo al cliente come comportarsi, come vestirsi, cosa bere e mangiare, a che ora arrivare e quando andarsene. E dopo tutto ciò, ci permettiamo anche di farlo pagare!

In molti ristoranti si paga prima, al momento della prenotazione, senza sapere neanche cosa si mangerà. E questo, a volte, allonata un potenziale il cliente ancora prima di aver provato il ristorante. Dobbiamo però dire che alcune “regole” sono nate dal comportamento sbagliato di molti clienti, cioè il temutissimo “no show”.

Come dice il titolo, “L'alta ristorazione non deve scomparire”, ci serve per guardare al futuro e migliorare il presente, per offrire una cucina migliore e magari più contemporanea e salutare. Ciò che posso vedere è che chi lavora bene, con onestà e amore per il proprio lavoro e per i propri clienti, non deve preoccuparsi perché quella è l'alta ristorazione. Un'attenzione elevata verso il cliente, si chiama accoglienza, dobbiamo accogliere e non respingere.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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