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Bufala Campana
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Integrazione e cucina: il progetto Roots dà un futuro alle donne migranti

Roots è un ristorante a Modena che offre alle migranti l'opportunità di imparare un mestiere e inserirsi nel mondo del lavoro. Il progetto ha già diplomato 23 donne provenienti da 13 paesi

di Giorgio Lazzari
 
06 giugno 2024 | 14:30

Integrazione e cucina: il progetto Roots dà un futuro alle donne migranti

Roots è un ristorante a Modena che offre alle migranti l'opportunità di imparare un mestiere e inserirsi nel mondo del lavoro. Il progetto ha già diplomato 23 donne provenienti da 13 paesi

di Giorgio Lazzari
06 giugno 2024 | 14:30
 

Il sogno di lavorare che accomuna tante donne migranti si è realizzato con il progetto "Roots", che ruota attorno al cibo con l'obiettivo di costruire un futuro indipendente per tante figure femminili. Ad aprile 2022 l'impresa sociale Roots uUno spazio di coworking di giorno e un ristorante cosmopolita di sera) ha aperto le porte per la prima volta e la città di Modena ha accolto subito nel migliore dei modi questo progetto. Dall'inaugurazione il locale è pieno ogni sera, con più di 10mila clienti che hanno avuto l'opportunità di assaggiare per la prima volta piatti etnici. Il menu cambia tre volte all'anno, ispirato dalla storia, cultura e le tradizione delle tirocinanti: in questi anni si sono diplomate 23 donne di 13 Paesi diversi con una età media di 34 anni.

Integrazione e cucina: il progetto Roots dà un futuro alle donne migranti

Roots: in questi anni si sono diplomate 23 donne di 13 Paesi diversi

Com'è nato il progetto Roots a Modena?

Ne abbiamo parlato con alcune delle protagoniste di questo laboratorio sociale. «Tutto è iniziato nel 2017, quando mi sono trasferita a Modena e ho avuto la fortuna di ottenere uno stage presso l'organizzazione nonprofit "Food for Soul", rinomata in tutto il mondo per la sua cucina innovativa e il suo impegno sociale - ricorda Caroline Caporossi. Nella primavera del 2019, mentre camminavo verso il lavoro, ho fatto la conoscenza di Ella, una giovane donna nigeriana che chiedeva l'elemosina in un angolo vicino a casa mia. La nostra amicizia è nata spontaneamente e abbiamo scoperto di avere molte cose in comune: entrambe 25enni, eravamo madrelingua inglesi e ci eravamo trasferite a Modena nello stesso periodo. Ella mi ha confidato il suo sogno di diventare la prima donna della sua famiglia a lavorare, ma dopo tre anni in Italia non aveva ancora realizzato l'obiettivo. Vedendo le difficoltà che Ella ha incontrato nel trovare lavoro e integrarsi nel mercato del lavoro italiano, ho deciso di fare qualcosa - prosegue Caroline. Ho contattato due mie amiche: Jessica Rosval, chef canadese nominata la cuoca dell'anno nel 2022, e Maria, avvocata calabrese trasferita a Modena. Insieme abbiamo dato vita all'Aiw, l'Associazione per l'integrazione delle donne, con la missione di fornire le risorse alle donne per mettere radici e rifiorire. Jessica si è occupata dello sviluppo del curriculum culinario e nell'aprile del 2020 eravamo pronte per la prima lezione in cucina con quattro donne nigeriane».

Il progetto Roots a Modena, un modello da seguire

Ad aprile 2022 l'impresa sociale Roots ha aperto le porte per la prima volta e la città ha accolto subito nel migliore dei modi questo progetto. «Dall'apertura siamo pieni ogni sera, con più di 10mila clienti che hanno avuto l'opportunità di assaggiare per la prima volta piatti etnici come Jollof Rice o Egusi Soup. Il menù che cambia 3 volte all'anno, ispirato dalla storia, cultura e le tradizione delle nostre tirocinanti. Roots ha visto diplomate 23 donne di 13 Paesi diversi con una età media di 34 anni». Ma cosa significa per queste donne indossare una divisa per la prima volta? «Durante la prima settimana del programma, le tirocinanti indossano le loro divise, segnando uno dei momenti più emozionanti. Gli occhi brillano di entusiasmo e spesso ci dicono che finalmente si sentono una vera chef: un sogno che si realizza. Nel contempo non vedono l'ora di condividere le loro foto in divisa con i familiari a casa».

Dolcevita

Il progetto Roots, premiato anche ai World's 50 Best Restaurants con il riconoscimento Champions of Changesi è elevato come un modello da seguire «grazie alla diversità della nostra squadra, dove abbiamo saputo valorizzare in modo efficace la diversità culturale delle partecipanti, trasmettendo storie di successo legate alla migrazione attraverso la comunicazione e il menu. Questo elemento ha attirato un vasto pubblico, dimostrando il valore economico e culturale della diversità nella comunità di Modena, ma anche ben oltre i confini provinciali». Il progetto ha inoltre influenzato positivamente il modo in cui i servizi sociali affrontano l'integrazione delle donne migranti nel mercato del lavoro, dimostrando l'importanza di creare opportunità accessibili e promuovere una cultura di diversità e inclusione. Questo cambiamento di prospettiva ha contribuito a rompere i cicli di disoccupazione e a ispirare altre donne nella comunità a perseguire opportunità simili.

«Il nostro più grande valore è la forza delle donne - conclude Caroline Caporossi - per le quali creiamo un ambiente dove possono esprimere al meglio il loro valore». Jessica Rosval aggiunge che «quest'anno ho conosciuto le persone più forti della mia vita e anche io personalmente sono cresciuta tantissimo: sono una chef e credo tanto nel ricominciare imparando qualcosa. Lavorando per il progetto Roots ogni 4 mesi si ha la soddisfazione di conoscere persone nuove, ricercare e imparare nuove ricette e conoscere belle persone piene di forza e nuove cucine che magari non ho mai assaggiato, non avrei mai neanche potuto immaginare. E poi conoscere belle persone piene di forza e la soddisfazione è enorme».

Integrazione e cucina: il progetto Roots dà un futuro alle donne migranti

Le fondatrici Jessica Rosval e Caroline Caporossi

Se voltiamo lo sguardo all'inizio del progetto, tocchiamo con mano come negli anni sono state affrontate anche numerose difficoltà tra reclutamento, burocrazia e la terribile pandemia che ha congelato tutto. «Nonostante gli imprevisti, sapevamo che non potevamo fermarci - proseguono le protagoniste del progetto Roots. Era più importante che mai sostenere le donne migranti, che stavano subendo perdite di lavoro maggiori a causa della pandemia. Quindi ci siamo riorganizzate e abbiamo sviluppato la nostra prima campagna come associazione. Abbiamo rivolto la nostra richiesta ai partner affinché ci segnalassero donne che avevano esperienza come sarte nei loro paesi d'origine. È così che abbiamo dato il via a "Cucire Insieme", una campagna di crowdfunding finalizzata all'impiego delle donne migranti nella produzione di mascherine di cotone. In un anno segnato dalla pandemia, abbiamo impiegato oltre 800 ore di lavoro, raccolto 20mila euro e iniziato a creare un impulso intorno alla nostra missione direttamente dalla comunità».

Giblor's e il sostegno al progetto Roots

Quanto è importante per Roots il sostegno da parte di sponsor e aziende che come Giblor's appoggiano non solo il progetto, ma anche i valori dell'associazione? «Con il sostegno di Giblor's, riusciamo a garantire che le nostre tirocinanti abbiano accesso ai migliori materiali che consentono loro di lavorare in comodità, in sicurezza, e tranquillità, valorizzando e riconoscendo anche il loro nuovo ruolo: quello della chef! Grazie all'aiuto di Giblor's l'associazione può stanziare più fondi nel programma, garantendo che più donne possano accedere le opportunità che diamo, a una qualità sempre in crescita. Attualmente, oltre il 75% delle nostre laureate sono inserite nel mondo del lavoro - specificano da Roots. Poniamo sempre l'accento sul fatto che ciascuna di loro è un individuo unico con un percorso unico. Le nostre laureate sono infatti impiegate in una vasta gamma di contesti, dai ristoranti locali alle rinomate osterie, fino ai prestigiosi ristoranti stellati. Inoltre, continuano a essere parte integrante della nostra rete in qualità di ambasciatrici e leader della comunità, partecipando attivamente ad eventi, iniziative comunitarie e contribuendo allo sviluppo di futuri progetti per l'associazione». «Ti fa sentire di esistere su questa terra, di essere viva in questo mondo e in questa città - fa presente Bouchra, originaria del Marocco. Noi siamo donne con un cervello, con delle idee e delle conoscenze. Sappiamo di avere tanto da dare a questa società, e con Roots tutto questo e possibile».

Integrazione e cucina: il progetto Roots dà un futuro alle donne migranti

Gli interni del ristorante Roots a Modena

Al modello di integrazione, si somma la formazione nel mondo del lavoro, che permette alle donne migranti di rendersi indipendenti. Vista la crescente richiesta di personale, ricevete molte richieste da ristoranti e locali, dedicate ai talenti che crescono all'interno del progetto? «I datori di lavoro a Modena che conoscono il nostro progetto, spesso ci contattano alla ricerca di personale per i loro ristoranti. Grazie a queste richieste, molte delle nostre diplomate stanno ancora lavorando oggi. Proiettandoci invece al futuro, speriamo di creare un incubatore di piccole imprese per tutte le donne che aspirano ad avere un loro business».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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