Biomassplus® è la certificazione che garantisce qualità, sostenibilità e tracciabilità dei biocombustibili come legna, cippato e bricchette e che garantisce la legalità del processo di produzione della biomassa legnosa e la sostenibilità della filiera. Una certificazione che garantisce che la cottura nel forno a legna o alla brace rispetti le norme igienico-sanitarie e la salute dei consumatori. Questo vale anche per le circa 120mila pizzerie che sfornano intorno alle 2,7 miliardi di pizze ogni anno, ma non solo.
Biomassplus® garantisce che la cottura nel forno a legna o alla brace rispetti le norme igienico-sanitarie
Biocombustibili in ristoranti e pizzerie, cos'è Biomassplus®?
I tecnici di Aiel (Associazione italiana energie agroforestali) dopo una serie di verifiche hanno prodotto una nota tecnica in cui sono indicati i requisiti che garantiscono il rispetto del protocollo internazionale HACCP per la sicurezza e la salubrità degli alimenti e la loro somministrazione.
Ristoranti e pizzerie possono dunque fare riferimento a Biomassplus® per essere sicuri di rispettare gli standard igienici richiesti dato che è coerente con il Regolamento (CE) n.852/2004 sull'igiene degli alimenti, che prevede che chi opera nel settore alimentare adotti una serie di prassi e procedure in materia d'igiene, basate sull'analisi dei pericoli e dei punti critici di controllo (HACCP), per garantire l'igiene e la sicurezza degli alimenti in ogni fase del processo, dal momento della produzione fino a quello del consumo.
Biocombustibili in ristoranti e pizzerie, come fare per stabilire se il legno è vergine?
Nell'ambito dell'identificazione di eventuali rischi da prevenire, legna da ardere e bricchette utilizzate nelle pizzerie o nei ristoranti contribuiscono al soddisfacimento degli adempimenti HACCP se non presentano contaminazioni di sorta, cioè se il legno è vergine, se la tracciabilità del materiale è nota e se l'insieme delle caratteristiche di “salubrità”, inclusa l'assenza di carie o muffe, è garantita.
Pur non esistendo una certificazione che distingua legna e bricchette specifiche per l'uso alimentare e la cottura dei cibi, la verginità del materiale legnoso e l'assenza di carie o muffe sono elementi espressamente considerati dalla norma tecnica internazionale ISO 17225 che definisce le classi di qualità dei biocombustibili legnosi. La norma è a sua volta adottata e riflessa dallo schema di certificazione di qualità della legna da ardere e delle bricchette Biomassplus® che dà quindi la garanzia al consumatore finale, inclusi i titolari di attività produttive alimentari e di ristorazione, sul rispetto dei requisiti delle norme tecniche per l'impiego di materie prime non contaminate e, nel caso delle classi di qualità A1e A1+, per l'assenza di carie e muffe visibili.
Biocombustibili in ristoranti e pizzerie, il caso di Milano
Per garantire la qualità dell'aria e la sicurezza alimentare, il Comune di Milano ha introdotto disposizioni stringenti riguardanti l'uso di biocombustibili nelle attività ristorative e alimentari. Secondo il Regolamento per la qualità dell'aria, è obbligatorio utilizzare biocombustibili classificati non inferiori alla classe A1 e certificati da un Organismo accreditato. Questi biocombustibili devono essere conservati in modo che le loro caratteristiche non subiscano alterazioni, e la documentazione di certificazione delle forniture deve essere mantenuta per almeno un anno e resa disponibile al personale addetto al controllo e alla vigilanza quando richiesto. Pertanto, tutte le attività ristorative e alimentari nel Comune di Milano sono tenute ad utilizzare legna da ardere e bricchette di legno di qualità certificata, con una certificazione completa rilasciata da un Organismo di certificazione accreditato.
Il Comune di Milano ha introdotto disposizioni stringenti riguardanti l'uso di biocombustibili nelle attività ristorative e alimentari
La certificazione di Biomassplus® si dimostra conforme a queste disposizioni normative, garantendo che i biocombustibili utilizzati soddisfino gli standard di qualità e sicurezza richiesti. È importante notare che le autodichiarazioni o le analisi di laboratorio occasionali non sono sufficienti: è necessaria una certificazione completa rilasciata da un Organismo accreditato.