A quasi un mese dalla fine del Salone internazionale del vino, possiamo affermare che il mondo enologico ha bisogno del Vinitaly, di questo Vinitaly! In un momento così diffcile per il vino dove i consumi hanno subito un drastico rallentamento, le giacenze in cantina sono numerosissime e la battaglia con il clima è sempre più complicata abbiamo assistito ad una fiera del vino come non si vedeva da tempo, una fiera finalmente di qualità.
Vinitaly: ad un mese dalla fine qual è il bilancio?
Presenze in crescita per Vinitaly 2024, al contrario di quanto visto al Vinexpo di Bordeaux e al ProWein di Düsseldorf, quasi 100mila visitatori di cui ben un terzo stranieri. Abbiamo avuto la possibilità di incontrare i produttori, scambiare due chiacchiere in tranquillità e degustare bottiglie rare portate per l’occasione.
Spazio dedicato soprattutto a operatori del settore, sommelier e buyer internazionali. A Verona si è parlato molto di come superare questo momento così difficile, alcune soluzioni che sono emerse sono quelle di diminuire la produzione per ettaro, bloccare i sussidi per nuove vigne, ma anche piantare vitigni più resistenti alla siccità, per esempio nel sud Italia, e più dialogo con i giovani che sono sempre più lontani dal consumare vino.
La contrapposizione tra vino naturale e vino convenzionale ha lasciato spazio ai vini low-alcol e alcol-free, che potrebbero essere una carta vincente per avvicinare le nuove generazioni e quei consumatori ancora intimoriti dal grado alcolico troppo alto. Questa pratica, al momento, è ancora vietata in Italia ma in futuro chissà.
Quindi, che sia naturale, convenzionale, low-alcol, bianco o rosso il Vinitaly è un momento di assaggi, dibattiti e confronti, e tutti ci auguriamo che possa continuare ad essere il luogo di partenza per migliorare il mondo del vino.
Cheers!