Prima delle sue elezioni, Donald Trump era visto come persona non gradita da molte fazioni politiche. Con la sua vittoria schiacciante, però, ha spaccato l’Europa. Le ventilate politiche economiche protezionistiche attraverso i “dazi” verso i paesi esportatori in America costringono i leader europei a rivedere i propri legami strategici per difendere interessi e valori nazionali.
Trump, dazi e l’Occidente: un dialogo necessario
Tutti ora cercano di accaparrarsi la fetta più grande di relazioni privilegiate con Washington, abbandonando atteggiamenti ostili e di pregiudizio nei suoi confronti. È necessario dialogare per trovare soluzioni alle sfide comuni dell’Occidente, evitando gli scontri frontali.
L’Italia e la sfida dei dazi
L’Italia sarebbe tra i paesi più penalizzati dalla questione dei “dazi”, poiché il fenomeno dell’ “Italian Sounding” è in forte crescita negli Stati Uniti, con cifre impressionanti anche nel resto del mondo. Nonostante le difficoltà, l’Italia si è tolta delle soddisfazioni: in fatto di export, è riuscita a superare Francia, Germania e addirittura il Giappone, come riportato in un mio recente editoriale.
Il declino di credibilità americana
Certamente, gli Stati Uniti non stanno attraversando un buon periodo né economico né politico. Una serie di crisi mondiali e interne ha portato a una decadenza di credibilità e a un indebolimento dell’identità di un paese che è sempre stato considerato il “faro” del mondo occidentale.
Spesso si tende a considerare le difficoltà come episodi provocati da altri, senza analizzare la situazione in modo più approfondito e vero. Nella sua visione di politico totalitario, Trump ritiene opportuno: Innalzare muri di confine; penalizzare l’import di qualità e stracciare i trattati di Parigi sui cambiamenti climatici del 2015. Queste misure, a suo dire, dovrebbero risolvere i problemi economici interni degli Stati Uniti.
Un messaggio a Trump
«Illustrissimo Signor Trump, con tutto il rispetto dovuto (da Presidente a Presidente, ironicamente parlando), credo che le serva una nuova strategia politica in questo mandato. Deve imparare ad accogliere, contenere e trasformare le negatività, anziché eludere, sentenziare, rincarare, dividere e incitare alle rivolte di piazza. Si attivi per trasformare i problemi in soluzioni, i conflitti in negoziazione, e il malessere sociale in motivazioni di riscatto per i meno fortunati. E creda a me, Signor Presidente: nonostante le sue restrizioni verso i paesi occidentali, gli americani continueranno a visitare il nostro Bel Paese, un museo di bellezza a cielo aperto. Continueranno a mangiare e vestirsi italiano e, chi se lo può permettere come lei e altri miliardari, a guidare una Ferrari. Qualità, gusto e bellezza vincono sempre! Parola di un umile Presidente al servizio della Federazione Italiana Cuochi».