È stata Giulia Cuccurullo, head bartender dell'Artesian di Londra, a inaugurare gli appuntamenti con le più talentuose bar lady del mondo al The Court nell'ambito del progetto "The woman first" che mira a valorizzare l'impegno delle donne nel mondo della mixologia e dell'ospitalità.
La serata era firmata Martini che ha voluto celebrare così il 150° anniversario del suo Riserva Speciale Bitter. È stato Matteo Zed, bar director del bar di Palazzo Manfredi, con vista sul Colosseo, a ideare il format rivolto alle barlady di tutto il mondo.
«Nei miei viaggi nel mondo ho avuto modo di apprezzare la professionalità delle donne - ha detto - grazie alle loro qualità, alla passione e alla professionalità che dimostrano. Sono davvero vincenti in un settore dove predomina la presenza maschile». È un principio di parità, questo, che da tempo Zed applica nel suo locale e che vedrà alternarsi dietro al suo bancone nei prossimi mesi altre bartender di tutto il mondo.
Giulia Cuccurullo, da Napoli a Londra
Giulia Cuccurullo è napoletana ma ha deciso di trasferirsi a Londra dove ha conquistato allori e vinto competizioni come, lo scorso anno in Messico, la finale mondiale della Competition Perfectionists superando colleghi di 30 Paesi con il suo The Bridge a base di Tequila Patron. Ma ad ispirare nella serata romana la sua creatività è stato il Martini Riserva Speciale Bitter, simbolo della storia italiana dell'aperitivo, creato dal brand piemontese nel 1872. La barlady lo ha celebrato ed esaltato nelle sue note amare, agrumate, erbacee e floreali in tre cocktails: il Treat yourself 2.0 (Greg Goosee Vanilla,Champagne Rosè e Strawberry puree), nell'All Season (Patron Silver e Citrus Cordial) e nel Fly Away Martini Ambrato e Caribbean Pineapple Cordial.
Matteo Zed e Giulia Cuccurullo
Martini, una storia di successo
Una storia lunga e affascinante tutta italiana è quella del brand Martini, leader mondiale dell'aperitivo, che ha attraversato secoli e conquistato il mondo. A raccontarla all'evento al The Court è stato Adriano Ronco, ambassador Martini da quasi 40 anni. È una storia tutta italiana cominciata un secolo e mezzo fa, nel 1863, grazie a due uomini visionari come Alessandro Martini e Luigi Rossi che dall'arte della viticoltura a quella della miscelazione delle erbe aromatiche trassero il loro primo mitico vermouth, il Martini Rosso, dall'inossidabile formula. Oggi sono il master blender Beppe Musso e il master herbalist Ivano Tonutti a portarne avanti l'eredità. Al centro di un successo planetario del brand è un paesino torinese, Pessione, dove la Martini è il polo culturale ed economico di tutta la comunità. La linea ferroviaria Torino-Genova vi passa proprio accanto e ha avuto un ruolo fondamentale nell'espansione aziendale. Ma i prodotti hanno potuto raggiungere anche il Nord America e l'Argentina alla fine dell'800 con viaggi in nave che duravano mesi. Era stato già identificando un modello italiano riconoscibile in tutto il mondo, con una rete capillare di distributori e ambasciatori.
In quegli anni Torino era la Capitale d’Italia e luogo di nascita dei primi locali dove nobili e aristocratici si riunivano a fine giornata, dando il via a uno dei momenti di convivialità poi diffusi in tutto il modo: l’aperitivo. Protagonista, allora, il vermouth, liscio, senza ghiaccio, poiché difficilmente reperibile a quei tempi, ma subito dopo arrivarono i primi drink come il Torino-Milano, frutto dell’unione del vermouth di Torino e la nota amara del bitter milanese. Ma poi fu la stessa Martini a creare il proprio Bitter realizzato esclusivamente con ingredienti 100% naturali, con più di 20 botaniche estratte per macerazione. Su questo blend, così come su tutte le altre etichette, da sempre grava il segreto. Ne sono state svelate soltanto alcune componenti come le preziose cortecce di angostura, la radice di calumba, gli agrumi della Murcia, lo zafferano e tre diverse tipologie di artemisia - absinthium, vulgaris, e pontica- che nascono sui monti piemontesi.
Un'equipe consolidata, guidata da Ivano Toniutti, da molti anni le seleziona anche in tutto il mondo con criteri rigorosi e con il massimo rispetto per le persone e per l'ambiente. In totale sono oltre 500 i campioni che devono superare l'esame olfattivo. Se non la curiosità, per la segretezza della composizione dello scarlatto e aromatico Bitter, gli appassionati possono soddisfare il gusto con un liquore che va oltre l’idea dell'amaro: esplosivo ed intenso con un mosaico di sensazioni, con lunga e piacevole persistenza.