Si chiamano cocktail, ma quest’anno sarebbe bello tornare agli anni ’30 dei futuristi italiani e definirli come facevano gli esponenti di quel movimento: polibibite. Sì, perché i barman - artisti del cocktail - stanno provando a guardare al futuro rialzandosi dopo mesi di chiusure totali e per farlo si affidano molto ai prodotti italiani. Un gioco di squadra alla riscoperta delle tradizioni del nostro Paese, delle materie prime più gustose, vicine a casa, capaci di far riassaporare sapori, profumi, emozioni che avevamo dimenticato.
Il Cocktail Day che, per questo 2021 viene celebrato giovedì 13 maggio, è un’ottima occasione per lanciare il movimento dei cocktail sempre più tricolori. Un pensiero che facciamo come Italia a Tavola perché arriva direttamente dai barman che abbiamo raggiunto per omaggiare al meglio le… polibibite.
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Il Cocktail Day si celebra ogni anno il 13 maggio
Cinzia Ferro: Lavorare di squadra
Cinzia Ferro (vincitrice del Premio Italia a Tavola nel 2013 e nel
2019) è tra gli esponenti più convinti che i cocktail della ripartenza debbano essere all’insegna dell’italianità: «Questo è il momento di creare nuove ricette - spiega la barlady dell’
Estremadura Cafè di Suna (Vb) sul lago Maggiore - e devono essere ricette costruite con prodotti italiani, in questo momento tutto il nostro Paese, in ogni settore, deve
lavorare di sistema».
Non è un caso che per Cinzia Ferro il
cocktail preferito, creato da lei, è l’
Americano da spiaggia «perché rappresenta l’Italia, le coste italiane in particolare dato che sono protagonisti chinotto, bergamotto, rosmarino, bitter e vermouth». Il
coprifuoco e i vari orari di chiusura stabiliti per i bar in questi primi 5 mesi di 2021 hanno costretto i barman (i pochi che hanno lavorato in qualche modo) a
rivedere il contenuto: «I cocktail sono sempre più
low-alcol (con poco alcol ndr.) - spiega Cinzia Ferro - ma questa è una tendenza che stavo sperimentando già prima. Ho anche una lunga lista di analcolici, freddi ma anche caldi viste le temperature di questo periodo».
Cinzia Ferro
Marina Milan: Ho scoperto piccole distillerie
Anche
Marina Milan (
vincitrice del Premio Italia a Tavola nel 2017) del
Remembeer di Pinerolo punta sul made in Italy. Il periodo di chiusura l’ha sfruttato per studiare e sperimentare: «Nel periodo di lockdown totale - ricorda - ho
sperimentato tanti cocktail e ho utilizzato molti prodotti italiani, molti liquori, ho riscoperto gli amari di tutta Italia in particolare nelle
piccole distillerie. Il cocktail a cui sono più legata?
C’est moi: Rosa, gin, melograno, vermouth bianco, essenza di rosa. Con questo ho vinto il concorso Abi per quanto riguarda il Piemonte e ora mi preparo alla fase nazionale dove proporrò un cocktail con
Mescal (distillato di agave originario del Messico) e yogurt».
Marina Milan
Carmine Mattia Perciballi: Cocktail, simbolo di rinascita
Il cocktail, simbolo di convivialità, si candida a diventare anche simbolo di rinascita perché quando i barman torneranno a servirli con frequenza significherà essere usciti dal periodo buio della pandemia. La pensa così
Carmine Mattia Perciballi (vincitore del Premio Italia a Tavola nel 2020), consulente di molti bar in tutta Italia e attualmente dietro al bancone del
Fill di Catanzaro: «Il cocktail - conferma - è simbolo di socializzazione, di stare insieme, di convivialità. Io stesso bevo solo se sono insieme agli amici ecco perché deve essere il simbolo della ripresa post-Covid. Il
cocktail a cui sono più legato si chiama Hellas e il rimando alla Grecia è chiaro. Gli ingredienti: Ruz racomelo, mandorle, passion fruit, succo d’arancia e gocce di Mastika, un liquore aromatizzato greco».
Carmine Mattia Perciballi
Alex Siliberto: Siamo in decollo
La chiosa la affidiamo ad
Alex Siliberto (Premio Italia a Tavola 2018), bar manager della
pasticceria San Carlo di Milano e Condenast Frame perché la metafora che offre appare perfetta: «Il cocktail sta affrontando un decollo - dice - perché i segnali di ripartenza ci sono, ma siamo ancora
controvento proprio come gli aerei che quando
decollano lo fanno controvento. Per me il cocktail è un sogno, è un abito cucito su misura che viene pensato, elaborato e poi indossato. Il mio preferito? Il
Manhattan, ma solo se a prepararlo è qualche collega che conosce perché non è un cocktail che possono fare tutti».
Alex Siliberto