La nuova generazione di imprenditori non ha dubbi: per lanciare la propria impresa il terreno migliore è quello del terziario. A rivelarlo sono i dati raccolti dall'Osservatorio Nuove Generazioni realizzato da Confcommercio Giovani e OneDay Group con il sostegno di Facebook Italia: il 50% dei nuovi imprenditori propende per il settore economico dei servizi per avviare la propria attività. E c'è pure un 10% che si butterebbe sul turismo, nonostante la pesante crisi generata dal Covid (e che si spera essere ormai alle spalle).
Il 50% della nuova generazione di imprenditori sceglierebbe il settore terziario per lanciare la propria azienda
Aspiranti imprenditori timidi ma pronti a mettersi in gioco quando la situazione economica migliorerà
Fra gli altri dati in evidenza, presentati il 4 ottobre a Firenze nel corso dell'evento "Il coraggio di fare intesa" a Palazzo Vecchio, l'Osservatorio segnale che nonostante la maggior parte pensi che la situazione economica dopo la pandemia sia peggiorata (64%), chi già ha un’impresa fonderebbe già oggi una nuova azienda. Tra gli aspiranti imprenditori, invece, c’è più sfiducia perché il 56% non si lancerebbe in un’attività imprenditoriale ora. Burocrazia, troppe tasse e scarso capitale sono le difficoltà che accomunano la nuova e la vecchia generazione di imprenditori. Stessa cosa si può dire anche per le skill necessarie a rivestire il ruolo di imprenditore: leadership e capacità organizzativa.
Certo, la differenza poi la fanno i risultati (56% del consenso fra gli intervistati). Obiettivi da raggiungere con flessibilità totale per i propri team member che possono lavorare dove e come vogliono non necessariamente in smart working. Per quanto riguarda il confronto di genere, le imprenditrici sono più organizzate degli imprenditori: il 54% delle donne riesce a bilanciare lavoro e vita privata, tra gli uomini solo uno su tre. Per tutte e due le categorie, però, i servizi delle associazioni, le consulenze private, gli eventi e i networking sono considerati strumenti utili per intraprendere la professione.
Colzani (Confcommercio): «Leadership, organizzazione e competenze le qualità necessarie»
«Riuscire a cogliere e interpretare quello che le nuove generazioni vivono, pensano e vogliono è fondamentale per orientare l’offerta di un’organizzazione di rappresentanza degli imprenditori come Confcommercio. È stato ad esempio illuminante rilevare che, in un’epoca ibrida e con sempre meno punti di riferimento stabili, la capacità di guida e quella organizzativa sono trasversalmente considerate le caratteristiche più importanti per un imprenditore. Mentre, per quanto riguarda le competenze, assistiamo ad un vero e proprio back to the basis puntando l’attenzione sugli aspetti finanziari. In ogni caso, alla fine, chi tenta l’impresa di fare impresa è più concreto, meno spaventato dagli ostacoli che lo aspettano e ha più fiducia nel futuro», ha commentato Andrea Colzani, presidente dei Giovani imprenditori di Confcommercio.
Andrea Colzani
Paolo De Nadai (OneDay Group): «Fare impresa significa fare la differenza»
Una prospettiva condivisa anche da Paolo De Nadai, presidente di OneDay Group: «Fare impresa vuol dire affrontare con determinazione e ottimismo la responsabilità e la sfida di cambiare il mondo e fare la differenza, ogni giorno, un po alla volta. Io ho fondato ScuolaZoo più per senso di rivalsa e giustizia che per business. Con il tempo ho capito che occuparmi di scuola, giovani, turismo e digitale, non solo poteva essere il mio lavoro, ma quello di decine di altri ragazzi. Oggi il gruppo OneDay ha 240 team member, 29 anni di età media e un solo mantra: testare, implementare e diffondere un nuovo e coinvolgente modo di vivere il lavoro e fare impresa».