Il Richemont Club Italia - sorto nel 1996 grazie alla passione del suo fondatore, Piergiorgio Giorilli - fa parte di un’organizzazione internazionale, senza scopo di lucro che sostiene l’attività panificatori e dei pasticceri. Oggi il presidente “Italia” è il bresciano Roberto Perotti il quale però guiderà anche l’associazione internazionale per il prossimo quadriennio; è la seconda volta in oltre 50 anni di attività del club internazionale che viene nominato un italiano. A lui seguirà, tra 4 anni, lo svizzero Francois Wolfisberg, contestualmente eletto vicepresidente.
Jorge Pastor Moreno, Roberto Perotti e Francois Wolfisberg
250 soci nel Club Italia
Richemont Italia comprende nel suo organico 250 soci, un numero di qualità se si considera che per accedervi bisogna sostenere un esame che certifichi il livello di preparazione professionale degli aspiranti membri. Inoltre, ogni mese vengono organizzati incontri nelle tre sedi disposte in Italia: al nord, a Brescia; al centro, a Pistoia; e al sud, ad Alberobello.
Specializzazione internazionale
Dal canto suo il Richemont Club Italia offre ai suoi soci, oltre all’indubitabile prestigio dell’appartenenza, anche numerose occasioni di approfondimento e specializzazione nell’ambito della professione con corsi, stage, simposi internazionali, visite alle aziende e occasioni di incontro con il grande pubblico, che la sede italiana del Club si propone di incrementare anno dopo anno.
Sempre più numerose anche le nazioni aderenti al Club, al momento undici in Europa oltre al Giappone. Il Richemont Club vive della sua filosofia. Per farvi parte occorrono: preparazione, etica professionale e un’inguaribile passione per la propria professione. Qualità da trasmettere attraverso prodotti di eccellenza alla propria clientela. La priorità del Club è quella, infatti, di promuovere tutte le novità relative alla moderna panificazione e pasticceria. L’aggiornamento continuo e le attività specifiche sono parte integrante di un gruppo che si distingue per serietà delle proposte e impegno.
Uno dei momenti di formazione a Cast Alimenti
Il primo Richemont Club ad essere fondato è stato quello inglese, nei primi anni ‘50, mentre oggi i club europei sono 11 (Italia, Spagna, Svizzera, Austria, Germania, Lussemburgo, Belgio, Inghilterra, Croazia, Serbia, Portogallo), con l’aggiunta dei Club del Perù e del Messico.
Gli Stati membri sono selezionati con cura e altri paesi interessati ad aderire all'IRC come Nuova Zelanda e Stati Uniti sono oggi in lista d'attesa o Argentina.
I 23 pani esposti
Passaggi di testimone
In occasione dei 25 anni del Club Italia si è svolto anche il meeting internazionale delle 11 delegazioni Richemont che è stata l’occasione per il passaggio di testimone tra il presidente uscente, lo spagnolo Jorge Pastor Moreno e l’italiano Perotti. La due giorni di lavori, organizzata nel cuore della Franciacorta, è stata importante per aggiornarsi e confrontarsi sul lavoro fatto fino ad oggi. Il pane, infatti, seppur “riscoperto” dagli italiani durante la pandemia, non detiene più il posto di un tempo sulle tavole del nostro paese. Secondo i dati della FAO, il consumo pro capite del pane è in netto calo rispetto ai valori medi, in Italia infatti, si ha un consumo annuo di soli 31 kg, per il 95% pane da grano tenero e per il 5% da altri cereali.
Il presidente spagnolo uscente Jorge Pastor Moreno, durante la cena di Gala, sottolinea la necessità di ridare al pane la centralità che merita. «Il pane - ha detto - è da millenni l'alimento fondamentale ed essenziale dell'umanità e questo crea un obbligo etico, morale e sociale verso questo meraviglioso cibo e verso questo lavoro. Il mondo sta cambiando rapidamente, e la panificazione non può né fermarsi, né rifugiarsi in usi e costumi dei secoli o dei millenni precedenti. Il termine tradizione non può significare immobilità».
Obiettivi e realtà del Club italiano secondo il presidente e il segretario
Un’occasione, quella del meeting, per conoscere meglio il suo profilo e l’attività dell’associazione, anche con il supporto del segretario del Club Italia, Matteo Cunsolo.
Matteo Cunsolo
Per la seconda volta c’è un italiano al vertice internazionale di Richemont, quale è l’obiettivo di questo incarico?
Io spero emerga qualcosa di positivo. Noi vogliamo cercare di dare al pane il posto che merita. Ultimamente è stato demonizzato per tante cose, ma piano piano sta riprendendo spazio e il nostro intento è di dare al pane il suo posto.
Dare un posto al pane significa portarlo in tavola con delle garanzie di qualità, quello che magari voi avete sempre fatto, ma che non è mai stato percepito nel modo giusto?
Sì, riportarlo in tavola, portare avanti un “pane della salute” e quindi usare ingredienti di prima qualità, delle farine scelte, delle farine ricche di sostanze nutritive, il lievito madre, lunghe fermentazioni, tutto ciò che serve per avere un alimento buono e sano.
L'importanza della ricerca
Quanto conta oggi la ricerca nel vostro settore?
La ricerca è importantissima, penso sia al primo posto, perché è da quando si è cominciato con la ricerca che si sono riscoperti grani che non si utilizzavano più e che sono ricchi di sostanze nutritive.
In quanto a ricerca, Richemont ha commissionato una ricerca che aveva l’obiettivo di evidenziare i benefici che può avere il pane sulla salute se inserito in uno stilo di vita sano. La parola, per spiegare la mission, è passata al segretario, che ha spiegato: «Da una ricerca di mercato era emerso che il consumo di pane è in netto calo perché professionisti e medici sostengono non sia salutare. Richemont dunque ha voluto finanziare un progetto di ricerca, chiamato Helvetia, che si basa su studi scientifici per dimostrare invece tutte le proprietà benefiche del pane.
Sempre in ambito di ricerca, Cunsolo affronta anche la questione dei forni: «Credo che la ricerca nelle farine e nei forni debba andare di pari passo ed è fondamentale, ma bisogna sempre tenere uno sguardo al passato, avere le radici ben salde per non dimenticarsi che l’Italia è uno dei Paesi con il più alto numero di pani.
Tutta l'importanza della materia prima
Tornando alla professione, riecco il presidente Perotti. Voi siete la categoria forse meno sotti i riflettori per quanto riguarda il mondo dell’enogastronomia. Come vi sentite in questo contesto?
Noi dobbiamo sentirci grandi semplicemente perché produciamo il pane. Il pane è l’elemento povero, ma re della tavola. È vero che siamo un po’ meno sotto i riflettori rispetto a cuochi o pasticceri, ma è vero che si sta riscoprendo un nuovo mondo sul pane, soprattutto con il lockdown con la gente che ha iniziato a farlo in casa e pretende che chi lo produce per professione lo faccia più buono.
In molti ristoranti, anche gourmand, c’è l’abitudine di sfornare pane tutti i giorni: ma non sarebbe meglio un rapporto di collaborazione sulla fornitura di pane?
Io sono convinto che ognuno deve fare il proprio mestiere. Sono anni che lavoriamo con farina e lieviti, non ci sogneremmo mai di preparare dei risotti o delle torte glassate di alta pasticceria. L’ideale sarebbe, in futuro, una collaborazione dove gli chef si affidino a buoni panificatori per proporre sui tavoli pane sempre migliore.
E per quanto riguarda il rapporto con la grande distribuzione?
Se il consumatore vuole un pane di qualità, deve andare a cercarlo necessariamente in un panificio e non in una grande distribuzione perché per fare un pane di qualità servono tecniche ed ingredienti su cui la grande distribuzione non può contare.
Il logo dei 25 anni del Club Italia
Qualcosa di più sul club...
Durante venticinque anni di attività il Club si è sempre posto come primo obiettivo la difesa e lo sviluppo della panificazione artigianale di alto livello in Italia, cercando in ogni modo di preservare e far crescere nei soci la consapevolezza di quale incredibile bagaglio di cultura, storia, tradizione, oltreché capacità produttiva, sia il settore della panificazione artigianale italiana, composto da circa 25.000 aziende, con 200.000 occupati diretti ed un indotto di oltre 500.000 posti di lavoro.
Fin dalla fondazione il Club ha potuto contare sulla collaborazione di grandi realtà del mondo della panificazione italiana, come la Scuola professionale CastAlimenti di Brescia, presso cui si riunisce, e l’ente fiera di Rimini, oggi Italian Exhibition Group, con cui organizza ogni anno gli eventi della panificazione a Sigep, salone internazionale della pasticceria, gelateria e panificazione. In questo contesto, ogni tre anni, il Club organizza la competizione "Bread in the city international bakery contest". Giunta l’anno scorso alla sua quarta edizione, la gara rappresenta la competizione più importante che si tiene oggi in Italia, con squadre nazionali provenienti da tutto il mondo. Affiancato a questo evento, ma non meno importante, il contest organizzato dal Club a cui partecipano le migliori scuole superiori italiane dell’Arte bianca, con giovani studenti tra i 15 e i 17 anni che si confrontano con le tecniche di panificazione e pasticceria e accrescono le loro conoscenze. Altra collaborazione prestigiosa è quella con Fippa, Federazione nazionale Panificatori, l’organizzazione italiana più rappresentativa degli interessi degli imprenditori della panificazione, a cui il Club demanda, per statuto, ogni attività politica e sindacale della categoria.
I vertici del Club Italia: Matteo Cunsolo, Roberto Perotti e il vicepresidente Fabrizio Zucchi
La mission principale, come da Statuto, è la difesa della professionalità nel campo della panificazione e della pasticceria e non ha scopo di lucro. Il Club organizza e promuove svariate attività come incontri di aggiornamento professionale, dimostrazioni tecniche, visite alle aziende, occasioni di incontro con il grande pubblico e giornate di studio per incrementare le capacità professionali dei propri iscritti. Inoltre, un posto di rilievo è occupato dai numerosi interscambi culturali e professionali con i Club esteri: attraverso viaggi e stage i soci possono conoscere altre realtà imprenditoriali e arricchire le loro competenze tecniche e manageriali. Altro punto di forza del Club è la partecipazione alle più importanti competizioni internazionali; fin dalla sua fondazione il Club ha sempre designato e allenato squadre italiane composte dai propri soci, con risultati di rilievo, tra cui una vittoria al Mondial du Pain, una vittoria alla Coppa Europa di Nantes e svariati piazzamenti sul podio. È convinzione del Club che, per un professionista che ambisca all’eccellenza, sia fondamentale prepararsi e confrontarsi in gara con i migliori panettieri e pasticceri di tutto il mondo. Un'altra priorità è data alla promozione personalizzata dei giovani fornai. Per questo i contatti internazionali con il programma di stage all’estero, la formazione continua e le attività specializzate congiunte sono una parte essenziale della vita attiva del Club.
INTERNATIONAL RICHEMONT CLUB
Richemont Club International, a cui il club italiano è associato è l'organizzazione di riferimento dei Club nazionali. In Svizzera, a Lucerna, è situato il centro di formazione nazionale e internazionale Richemont e l'azienda di servizi per tutto il settore della panificazione-pasticceria, dove i soci di tutto il mondo possono apprendere e vivere la filosofia Richemont.
Professionalità al centro
VALORI E BRAND IDENTITY
1) Passione per la professione
2) Grande senso di comunità, di appartenenza, di amicizia che negli anni si è consolidato
3) Etica professionale: sacralità del buon pane, binomio buon pane/buona salute
4) Il mio lavoro non è solo un lavoro, io ci credo
5) Investire nel sostegno dei giovani è imprescindibile
6) La qualità è il fulcro della nostra vita lavorativa quotidiana
7) Scambio con i membri del Club, nazionale ed internazionale, a tutti i livelli
8) Attaccamento saldo ed emotivo alla filosofia e alla competenza Richemont Club
9) Il processo di apprendimento è nella vita l’unica competenza che rimarrà sempre con te
10) La trasmissione delle “ricette per il successo” non solo rende tutti i soci più forti, ma anche me
LE PAROLE CHIAVE DELLA FILOSOFIA RICHEMONT
- Alta professionalità e maestria
- Prestigio
- Amicizia e senso di appartenenza
- Buon pane/buona salute/buona vita
I SOCI FONDATORI
I soci fondatori del Club sono: Piergiorgio Giuseppe Giorilli, Pierino Barbieri, Beniamino Bazzoli, Ezio Testolin, Martino Faccin, Giancarlo Moralli, Ivo Corsini, Pietro Capecchi, Umberto Vittorio Borgonovo, Italo Marchetti, Gastone Pegoraro, Giuseppe Pellò, Mario Rivolta, Loris Sorgato, Maurizio Sarioli, Stefano Rapetti, Settimio Tassotti.