La sorpresa, per artigiani e commercianti - compresi dunque i gestori di bar e ristoranti - ha il sapore della beffa. Non bastavano i danni causati dalla crisi, i fatturati crollati oltre il 50-60% e i costi più elevati per la gestione e l’organizzazione dei locali dopo la prolungata chiusura dovuta all’emergenza sanitaria. Ora a fare un altro sgambetto alle imprese del commercio e della ristorazione ci ha pensato il Governo, che a maggio aveva promesso alle aziende il rimborso del 60% dei costi sostenuti per la sanificazione dei locali. Ebbene, a conti fatti l’Esecutivo ha scoperto di aver fatto i conti senza l’oste, così del miliardo e 300 milioni di euro inseriti nella bozza del decreto Rilancio, ne arriveranno a destinazione soltanto 200 milioni, vale a dire più o meno un sesto di quanto era stato promesso.
Un'operazione di sanificazione in una cucina di ristorante
In altre parole, un ristoratore che fino a qualche giorno si aspettava legittimamente 6mila euro di rimborso dal
decreto Rilancio, sottoforma di credito d’imposta per una spesa di 10mila euro sostenuta per riaprire il suo locale, ora potrà sperare di rientrare solo di 1.500 euro. Una batosta che conferma, se mai ce ne fosse ancora bisogno, la poca propensione del Governo a dare una mano concreta al comparto della ristorazione e dell’accoglienza in generale.
Le reazioni delle associazioni di categoria non si sono fatte attendere: Confesercenti ha parlato di “beffa e ulteriore grave colpo” per il commercio, dopo che
le imprese italiane hanno investito circa 2,1 miliardi di euro per sanificare e rendere sicuri i propri locali. «Per le attività economiche, in particolare quelle di vicinato, è stato un grande sforzo, portato avanti nonostante la mancanza di liquidità per senso di responsabilità, ma anche nella convinzione che l’aiuto previsto sarebbe arrivato», lamenta Confesercenti. La richiesta, ora, è che il governo torni sui suoi passi, provvedendo a rifinanziare subito il fondo per sostenere lo sforzo delle imprese.
Sul tema si è espresso anche il vicepresidente di Confcommercio Emilia Romagna,
Gianni Indino, che ha la delega regionale al Turismo: «
Le nostre aspettative sono state disattese - ha detto - Ci avevano assicurato che per contribuire alle spese sostenute per la sanificazione delle nostre attività, ci avrebbero restituito il 60%, invece così non è. Ancora una volta, in un momento così delicato, ci saremmo aspettati di più da questo Governo, purtroppo invece dobbiamo commentare l’ennesima presa in giro».