Aziende, negozi, esercizi pubblici e luoghi di culto si stanno preparando a riaprire da domani, lunedì 18 maggio. Per farlo, com’è stato confermato dall’ultimo decreto licenziato nella tarda serata di venerdì 15 maggio dal Governo, dovranno mettere in campo una serie di misure di sicurezza, necessarie per contrastare la diffusione del Covid-19. Secondo le "Indicazioni operative per l'attività odontoiatrica durante la Fase 2 della pandemia di Covid-19", messe a punto dal Tavolo ministeriale istituito dal viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri, mascherine e termoscanner saranno due strumenti fondamentali per riprendere pienamente l'attività (in questi due mesi sono stati assicurati gli interventi più urgenti).
Il rilevamento della temperatura nelle aziende lombarde sarà obbligatoria dal 18 maggio
Quasi ovunque
l’utilizzo del termoscanner è una pratica solo consigliata. Non in Lombardia dove, per effetto di un’ordinanza Regionale del 13 maggio,
tutte le aziende dovranno dotarsi di un apparecchio per rilevare la temperatura di chiunque abbia accesso al posto di lavoro da lunedì 18 maggio e fino alla fine del mese. Un provvedimento che ha disorientato in tanti e che arriva in ritardo rispetto alle aperture di tante aziende già il 4 maggio.
Ora, a due giorni dalla riapertura, per molte attività è corsa all’acquisto di questi apparecchi. Una disposizione piovuta tra capo e collo a migliaia di piccole imprese, artigiani e commercianti pronti a tornare al lavoro. Si è scatenata così una ricerca agli apparecchi a infrarossi per misurare la febbre a distanza i cui prezzi si sono impennati. Dai modelli a poche decine di euro (più comuni e ricercati) a quelli più sofisticati da centinaia di euro, online se ne trovano da tutti i prezzi, ma serve procurarseli in fretta, per riaprire attrezzati e nei negozi i titolari delle aziende lamentano rincari fino al 100%, con modelli che fino a qualche giorno fa si trovavano a 45-50 euro e che ora sfiorano i 100 euro.
«Ormai è una rincorsa continua a inseguire i provvedimenti. Nonostante le convenzioni che abbiamo fatto con alcuni fornitori, non tutti i nostri associati sono riusciti a procurarsi il termoscanner», spiega
Andrea Comotti, responsabile dell’area gestionale dell’Ascom di Bergamo, che è intervenuto sulla questione.
In attesa di reperirlo il consiglio è di ricorrere a un tradizionale termometro. La preoccupazione, infatti, è che lunedì scattino controlli e multe. Chi si è portato avanti, acquistandoli nelle scorse settimane, ora ha superato il problema, ma di fatto tante attività sono rimaste chiuse per due mesi e riapriranno solo la settimana prossima, con le disposizioni in merito ai comportamenti da adottare che sono arrivati solo nelle ultime ore.
Tra coloro che si sono attrezzati per tempo c’è lo stabilimento Iveco di Brescia che da una settimana ha installato tre telecamere per la rilevazione della temperatura corporea dei suoi 1.800 dipendenti. A Como, Cremona, Lodi, Mantova, Pavia e Varese i termoscanner saranno forniti in dotazione agli agenti di polizia locale per poter gestire al meglio il ritorno alla normalità; peccato però che la Regione non abbia previsto corsie preferenziali per l’accaparramento di questi strumenti anche per le aziende private.
Intanto questa disposizione fa discutere anche fuori dalla Lombardia, soprattutto nel settore dell’accoglienza: bene la tutela della salute di tutti, ma il rischio – tra termoscanner e dispositivi di protezione – è di “trasformare gli hotel in case di cura”. Così ha detto
Paolo Corchia, manager del Grand Hotel President di Forte dei Marmi e vicepresidente della locale Federalberghi, che aggiunge: «A queste condizioni è davvero complicato poter lavorare».