Dopo il fallimento di Qui! Group è stato pubblicato il bando per l’aggiudicazione dell’appalto che riguarda i dipendenti pubblici. Preoccupazione di Fipe per il rischio di commissioni oltre il 20%, come in passato. La Federazione: «Valuteremo, nel caso, se sconsigliare ai nostri iscritti di uscire dalle convenzioni».
Il piatto è ricco e vale circa un miliardo di euro. È questo il valore del nuovo bando che Consip, la centrale acquisti della Pubblica Amministrazione, ha emanato nei giorni scorsi per trovare un altro aggiudicatario cui affidare la gestione dei buoni pasto dei dipendenti pubblici, dopo il fallimento di Qui! Group.
Il valore dell'appalto si aggira intorno al miliardo di euro
La gara sarà aggiudicata ancora una volta con il criterio dell’offerta economicamente più significativa, una scelta che preoccupa la Fipe, Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi: «Prendiamo atto che la componente economica sia stata ridotta nei criteri di aggiudicazione - spiega la Federazione in una nota - ma il rischio è che, ancora una volta, i concorrenti siano obbligati a richiedere commissioni insostenibili per la rete degli esercizi convenzionati, per scaricare a valle gli sconti proposti in gara. Ricordiamo come non sia passato neppure un anno dal fallimento, con ipotesi di reato, che ha portato all’
arresto di Gregorio Fogliani, presidente e fondatore di Qui! Group e alla crisi di migliaia di imprese che, pur avendo fornito correttamente il servizio, non hanno ancora visto riconosciuti i loro legittimi crediti, con rischi sulla tenuta economico-finanziaria di molti esercizi convenzionati».
La Fipe ha annunciato che vigilerà sulle nuove commissioni dei buoni pasto
Fipe non smetterà di salvaguardare gli interessi dei propri associati e se le commissioni rimarranno quelle del bando precedente, e cioè anche oltre il 20%, sconsiglierà ai propri esercizi associati di accettare i buoni pasto, consigliando di uscire dalle convenzioni. «Ci dispiace per i pubblici dipendenti - prosegue la Federazione - ma è intollerabile che lo Stato faccia risparmio pubblico sulla pelle e a scapito delle imprese della ristorazione. Il mercato dei buoni pasto, come segnaliamo da anni, va velocemente riformato, perché altrimenti rischia di implodere. In attesa di un intervento normativo della Politica, che continua a non dare risposte, questo è l’unico disarmante modo per porre fine a una situazione ormai insostenibile e inaccettabile».