«Dall’iscrizione nella Lista del Patrimonio culturale immateriale ad oggi, si sono moltiplicate le richieste, da ogni parte del mondo, di veri pizzaiuoli di scuola napoletana. Si tratta di un segnale importante per il made in Italy. Ora occorre tutelare e valorizzare al meglio questo elemento. È una vittoria della cultura artigianale degli alimenti e dell’agricoltura di qualità rispetto alle multinazionali del cibo anonimo». Con queste parole Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde, ha lanciato la campagna #NoFakePizza, insieme a Opera2030.org, SOS Terra Onlus e in collaborazione con Influgramer.
L'arte della pizza è Patrimonio Unesco
Proprio la pizza, il piatto più consumato nel pianeta, può diventare infatti lo strumento di diffusione dell’autenticità degli ingredienti made in Italy, «ma occorre vigilare per rafforzare ancora di più il legame tra la genuinità di questo cibo e la qualità degli ingredienti che devono essere 100% italiani», sottolinea Pecoraro Scanio.
Alfonso Pecoraro Scanio
La contraffazione e l’adulterazione di prodotti alimentari rappresentano un grave rischio per la nostra salute, soprattutto quando vengono utilizzati ingredienti di bassa qualità o addirittura tossici: «È bene sottolinearlo – conclude – perché la pizza è il maggior bersaglio di imitazioni fuori dai nostri confini. Il riconoscimento dell’Arte del pizzaiuolo napoletano come Patrimonio dell’Umanità significa salvaguardare uno dei fiori all’occhiello della nostra tradizione che non può essere imitata e che racconta la storia di un territorio attraverso sapori unici».