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Oriana Deriu, barlady per passione Vita associativa ed empatia con il cliente

 
16 giugno 2018 | 10:16

Oriana Deriu, barlady per passione Vita associativa ed empatia con il cliente

16 giugno 2018 | 10:16
 

Esistono capi barman che non ostentano il loro ruolo all'interno della categoria Bartending. Lei, Oriana Deriu, si è guadagnata il suo posto con fatica e umiltà, doti, queste, che ha mantenuto nonostante il successo.

È partita da lontano, Oriana Deriu, dalla Sardegna, dove dopo il liceo scientifico ha iniziato gli studi da veterinaria, senza però portarli a termine: la “colpa” è di un'altra passione: il mondo del bar. Ancora oggi però rimane vicina al mondo animale, la si trova spesso sui social media a raccontare e assistere tremuli gattini in cerca di cure e affetto.

Oriana Deriu (Oriana Deriu, la passione al bancone Vita associativa ed empatia con il cliente)
Oriana Deriu

Oriana ha iniziato la sua avventura nel mondo del bar dal bancone del locale della sorella, che la chiamava per avere un aiuto. «Tutto è cominciato nel 1991 - racconta - 15 anni appena compiuti, non avevo ancora iniziato a frequentare i locali serali, imparavo presto e mi piaceva quello che imparavo, così la cosa continuò. Venni riconfermata per l’estate successiva. Un passo alla volta, mi facevo strada. Non ricordo di aver dovuto mai cercare lavoro, era il lavoro che cercava me. Nel succedersi delle varie stagioni sviluppavo ammirazione per i barman con cui lavoravo, ne rubavo tecniche e segreti; più mi avvicinavo al mondo dei barman, più speravo di entrare a farne parte anch’io, anche se erano poche le barlady professioniste al tempo».

E così la decisione per Oriana è stata inevitabile: accantonati gli studi, si è immersa nel vasto mondo del bar, ha lavorato tra caffetterie diurne e bar serali, fino ad approdare negli alberghi, quelli di lusso, dietro ai “banconi da copertina”, con bottiglie e arredi da sogno. Ha imparato tanto, lavava bicchieri e spolverava bottiglie, e da commis a secondo barman il passo è stato breve. Tra i bar classici e quelli in albergo, di differenze ce ne sono molte: «Tutto nuovo, tutto da imparare, da fare dal principio, ad alcune cose era difficile abituarsi, altre mi entusiasmavano». Ma Oriana viene da una terra, la Sardegna, dove tutto si ottiene con duro lavoro, sacrificio e tanta, tanta determinazione.

A 30 anni le è giunta la proposta di Capo barman al Miramonti Majestic Grand Hotel di Cortina: non si è lasciata sfuggire quest'occasione, ha accettato e così si è ritrovata catapultata in quel mondo mondano-politico che caratterizza Cortina D’Ampezzo (Bl). Un'esperienza ardua, specie per le tante esigenze dei clienti vip, ma comunque ricca di soddisfazioni. Sacrificando anche i giorni di riposo, ha preso parte a concorsi, corsi di aggiornamento e viaggi studio per consolidare quel bagaglio di conoscenze utili a soddisfare una clientela tanto esigente.

Oriana è tornata ora nella sua terra natia, fucina di tanti stimati barman apprezzati nel mondo intero, con il ruolo di Capo barman all’Hotel Sporting di Porto Rotondo (Ot), dove accoglie e coccola gli ospiti della Costa Smeralda. Lo Sporting a Porto Rotondo è un hotel storico di proprietà della famiglia Molinas, a cui va il merito, tra gli altri, di aver reso famosa questa terra, in particolare per la sua ospitalità.

Quando parla dei suoi esordi professionali, Oriana non nasconde l'emozione: «Devo dire che il primo Barman che ho conosciuto è stato un mentore per me, era sicuro, era preparato, non si faceva mai cogliere sprovvisto di informazioni o soluzioni. Ero giovanissima, e osservandolo capivo di voler diventare un giorno come lui. Conobbi altri barman nella mia carriera, tutti capaci di darmi stimoli e insegnamenti positivi, al punto che pensando a loro cerco di fare altrettanto con i miei collaboratori».

Come Capo barman, Oriana si trova spesso a dover formare una brigata per la stagione: facendolo, Oriana si è accorta di quello che potrebbe essere un suo progetto nell’immediato futuro: «Mi piacerebbe mettere al servizio dei neofiti le mie esperienze, fornirgli nuove risorse per affrontare al meglio questo lavoro, questo perché, secondo me, il nostro “futuro” è formato da corsi di dubbia qualità, formatori tanto esperti con la dialettica che, però, della pratica sanno poco o niente. Alle volte, quando siamo alla ricerca di nuove figure professionali, ci vengono presentati curriculum vitae fatti di seminari, master e corsi ma poca esperienza lavorativa».

«Sono rimasta scottata e delusa dalla mia prima esperienza associativa. Ora, però, quando ho visto nascere Abi Professional, ne ho subito condiviso gli ideali: la mission, il rispetto dei soci a prescindere dal livello, la voglia di formare veramente e non per puro lucro, il desiderio di dare un’immagine eticamente corretta al professionista del bar. Queste sono per me ragioni sufficienti a farmi partecipare alla vita associativa Abi Professional. Sento di poter condividere un mio bagaglio, così da aiutare altri ad entrare nel mondo alberghiero. Nonostante gli impegni lavorativi mi lascino poco tempo a disposizione, credo che la voglia di mettermi in gioco mi aiuterà a trovare il tempo necessario per perseguire i miei obiettivi, per mettermi a disposizione dei giovani e, ovviamente, per Abi Professional, nella mia bella Sardegna che ha bisogno di una forte crescita professionale».

Oriana, grazie agli anni di esperienza, ha anche compreso (e acquisito) le caratteristiche che un buon barman deve avere per soddisfare una clientela oggi culturalmente più conscia del bere bene. «L’empatia. Senza ombra di dubbio». A questa si aggiungono anche l'indispensabile conoscenza dei prodotti, la capacità di utilizzare le migliori tecniche, ma anche «avere doti organizzative». «Bisogna che tutti imparino - ammonisce Oriana - che il lavoro del Barman è a 360° e non si limita a quello che c’è in pedana al momento del servizio». Sagge parole di una barlady che si è affermata costruendo con tenacia il proprio precorso professionale. Parole utili, da trasmettere alle nuove generazioni che vogliono approcciarsi a questo mestiere.

Saint Paradise
Ingredienti: 3 cl di Absolut Mandarin, 1,5 cl di Maritini Rosé, 1,5 cl di Aperol, 0,5 di Amaretto Disaronno, 0,5 cl di Bacardi Apple
Procedimento: miscelare gli ingredienti in un mixing glass e servire in una coppetta cocktail raffreddata precedentemente.

Per informazioni: www.abiprofessional.com

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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