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Acrilammide, col nuovo regolamento stop agli alimenti “abbronzati”

Dall’11 aprile è entrato in vigore l’ormai noto Regolamento Ue 2017/2158 che ha posto come obiettivo la riduzione dei livelli di acrilammide negli alimenti, un sottoprodotto cancerogeno e genotossico che si forma dalla reazione di Maillard, durante la cottura prolungata e ad alte temperature (maggiori di 120°C)
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di Francesca Totò
Tecnologo alimentare
12 maggio 2018 | 09:37
Acrilammide, col nuovo regolamento 
stop agli alimenti “abbronzati”
Acrilammide, col nuovo regolamento 
stop agli alimenti “abbronzati”

Acrilammide, col nuovo regolamento stop agli alimenti “abbronzati”

Dall’11 aprile è entrato in vigore l’ormai noto Regolamento Ue 2017/2158 che ha posto come obiettivo la riduzione dei livelli di acrilammide negli alimenti, un sottoprodotto cancerogeno e genotossico che si forma dalla reazione di Maillard, durante la cottura prolungata e ad alte temperature (maggiori di 120°C)

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di Francesca Totò
Tecnologo alimentare
12 maggio 2018 | 09:37
 

Dall’11 aprile è entrato in vigore l’ormai noto Regolamento Ue 2017/2158 che ha posto come obiettivo la riduzione dei livelli di acrilammide negli alimenti, un sottoprodotto cancerogeno e genotossico che si forma dalla reazione di Maillard, durante la cottura prolungata e ad alte temperature (maggiori di 120°C)
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di prodotti amidacei, contenenti zuccheri e l’amminoacido asparagina, quali patate, caffè e suoi succedanei, cereali, pizza, pane, biscotti etc. Tale reazione, risulta ben voluta e desiderata da tutti gli operatori del settore alimentare (Osa) per il gradevole sviluppo di nuovi sapori e flavours, ma anche per il cambiamento di colore dell’alimento che varia dal dorato al bruno.

(Acrilammide, col nuovo regolamento stop agli alimenti abbronzati)

I tipi di cottura che favoriscono la formazione di acrilammide sono la frittura, la grigliatura e la cottura al forno, in pratica quelli che risultano più appetitosi al palato. Alla luce del nuovo regolamento, come riusciranno gli Osa a contenere al massimo la formazione di tale sottoprodotto senza deludere le aspettative culinarie dei consumatori?

Adottando una serie di semplici strategie, illustrate negli allegati I e II del Regolamento stesso, in aggiunta alle buone prassi di lavorazione (Gmp) quali ad esempio:

  • la valutazione dei fornitori sulla base delle misure di attenuazione svolte;
  • la selezione delle materie prime e del loro trattamento pre e post-cottura, per consentire la diminuzione della concentrazione dei due principali precursori dell’acrilammide: zuccheri riducenti e asparagina;
  • temperature di stoccaggio idonee alla tipologia di materia prima impiegata;
  • l’utilizzo di antiossidanti naturali (come tè verde, succo di limone) che evitano la formazione di zone più scure nelle patate;
  • prediligere fermentazioni lunghe: i lieviti e i batteri lattici andranno a degradare gli zuccheri presenti nei prodotti a base di cereali;
  • l’utilizzo dell’enzima asparaginasi (derivante da diverse fonti microbico/fungine) nei prodotti da forno poiché esplica un’azione molto efficace nella riduzione dell’acrilammide, convertendo l’asparagina in acido aspartico e ammonio.

Per poter garantire una reale attenuazione del livello di acrilammide negli alimenti, basterà rispettare il binomio tempo-temperatura di preparazione, adottare modalità di trattamento termico non convenzionali (come la bollitura e la cottura al vapore) e sfruttare raffreddamenti rapidi bloccando così il proseguimento di cottura del prodotto stesso. L’uso di queste azioni preventive permetteranno di tutelare anche quei consumatori appartenenti a fasce d’età sensibili e quindi maggiormente esposti all’assunzione di questa sostanza indesiderata.

Per informazioni: www.tecnologialimentari.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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