La morte di Paul Bocuse è stata vissuta da allievi e cuochi da tutto il mondo come un vuoto immenso lasciato, insieme a quello di Marchesi, nel panorama dell'alta cucina. I funerali di Bocuse hanno visto 1.500 toque.
Tra questi ha preso parte anche il cuoco stellato e membro Euro-Toques
Bernard Fournier. Proprio Ticino News si è preso la briga di
raccontare l'esperienza drammatica appena trascorsa, vista dagli occhi del cuoco del ristorante Da Candida di Campione d'Italia (Co).
foto: Ticino News
I chilometri percorsi dal cuoco sono stati in tutto 990, oltre 10 ore di auto per Lione e ritorno. Un bel viaggio insomma, specialmente se affrontato in una sola giornata. Chiaramente, come riporta anche Ticino News, affrontare un viaggio del genere se non per un'occasione eccezionale sarebbe impensabile. Ma, appunto, qui l'occasione c'era e certamente andava oltre l'eccezionale:
celebrare Paul Bocuse, uno dei cuochi più rilevanti nella storia della cucina.
Paul Bocuse si è spento il 20 gennaio, e insieme a Fournier sono venuti a Lione a rendergli omaggio
oltre 1.500 cuochi da tutto il mondo, rigorosamente in giacca bianca. «Forse qualcuno - racconta Fournier a Ticino News - potrà dire che fare un viaggio del genere nell'arco di mezza giornata sia stata una pazzia ma io lo chiamo semplicemente rispetto. E oggi con noi - riferendosi al giorno dei funerali - c'erano persone dal Sudafrica, dal Giappone, dall'Australia... tutte per salutare il più grande».
Fournier fa un passo indietro... nel tempo, viene anche a lui spontaneo il tanto triste quanto inevitabile paragone con la recente
scomparsa di Gualtiero Marchesi, Maestro della Cucina italiana: «Un altro grandissimo che meritava migliori
celebrazioni e più rispetto da parte di alcuni chef che incredibilmente non si sono presentati alla cerimonia. Se fosse stato francese avrebbe certamente ricevuto un funerale simile a quello per Bocuse».
Bernard Fournier
Un grande funerale, certo, ma non di Stato: «È stato lui a chiedere così nelle sue ultime volontà. Nonostante fosse uno degli chef più imporanti di sempre aveva un atteggiamento disponibile e rispettoso verso i suoi colleghi. Una cosa che posso confermare, avendolo incontrato più volte, anche fuori dalla cucina. E proprio per questo ha voluto gli chef e non i politici intorno a sé nel suo ultimo giorno. Però ha partecipato il ministro degli Interni francese Gerard Collomb, suo amico sin da quando era sindaco di Lione e che ha fatto uno splendido discorso, ricordando come Bocuse fosse impegnato nel sociale, motivo per cui era amato da tutta la comunità. Meglio di un funerale di Stato: un funerale... mondiale!».
Quindi non un funerale di Stato, ma un saluto a un grande uomo, a un grande professionista e, perché no, a un pezzo importante dell'alta gastronomia: «Bocuse ci ha fatto amare la cucina: il fatto che i suoi collaboratori portassero la bara piangendo è la dimostrazione di quanto forte fosse la passione con cui ispirava tutti coloro che erano vicini a lui. Nel viaggio ero in macchina con grandissimi chef, come il tre stelle Michelin Enrico Crippa, lo stellato Massimo Spigaroli e Davide Marci (peraltro tutti e tre membri Euro-Toques): anziché cercare qualche ristorante per mangiare, ci siamo portati le nostre specialità mangiando alla buona, direttamente in auto. Questo era lo spirito di chef Bocuse, anche questo per noi è stato un modo per omaggiarlo».