L'impero britannico colorava di rosso le proprie colonie. MySocialRecipe preferisce il giallo, per indicare i Paesi con i pizzaioli che hanno registrato la propria creazione per il contest #pizzaUnesco. Non potevano mancare Stati Uniti, Canada, Cina e Giappone, i Paesi dove la pizza napoletana si sta diffondendo in maniera esponenziale diventando una vera e propria tendenza, una moda, sinonimo di gusto, qualità e salute.
Ma scorrendo i Paesi in giallo non mancano certo le sorprese in questo viaggio goloso attorno al mondo: dal Kenia al Marocco c'è l'Africa in gara, e le coste del Pacifico sono coperte da un lato dall'Australia, la Nuova Zelanda e la Corea, dall'altro dal Cile. Pizzaoli dal Venezuela, da quasi tutti i Paesi europei oltre naturalmente che dalla Russia. Insomma, polverizzato il record dello scorso anno, con 22 Paesi in cinque continenti. E mancano ancora un po' di giorni prima della chiusura, prevista l'11 settembre.
Il contest ha il patrocinio della presidenza del Consiglio dei Ministri, del ministero delle Politiche agricole e forestali, Regione Campania, Comune di Napoli, Camera di Commercio, Legambiente, Fondazione Univerde, Associazione italiana sommelier e EcoMuseo della Dieta mediterranea di Pioppi, ed è sostenuta da Ferrarelle, La Fiammante, Molino Caputo, Olitalia, Sorì, come main sponsor, e dal Consorzio del Parmigiano Reggiano come sponsor. La fase live del 14 novembre sarà sostenuta anche da Event Planet Food, Fondazione Birra Moretti, Gi.Metal e Scugnizzo Napoletano. I partner sono la Federazione italiana cuochi e la Nazionale italiana pizzaioli.
Tra i media partner, anche Italia a Tavola, che quest'anno assegnerà a uno dei concorrenti del contest la menzione speciale nella categoria "La pizza è anche fritta".
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