Anche l’Africa sostiene la candidatura dell’Arte dei pizzaiuoli napoletani a patrimonio Unesco. La firma alla petizione è arrivata dai rappresentanti in Italia di Guinea Equatoriale, Burundi, Mozambico, Algeria, Zimbabwe, Sud Africa, Congo Brazzaville, Benin portando così a 90 i Paesi nel mondo che hanno fatto lo stesso per un totale di 1,7 milioni di sottoscrizioni.
«L’Arte dei pizzaiuoli napoletani - ha detto il promotore dell’iniziativa #pizzaUnesco Alfonso Pecoraro Scanio - è una candidatura alternativa alla globalizzazione, al cibo delle multinazionali e allo sradicamento delle radici culturali delle tradizioni artigianali locali. L'adesione degli ambasciatori africani è un segnale importante perché ci ricorda il valore universale che quest'antica arte ha, non solo per noi italiani, ma per i popoli di tutto il mondo. La pizza non è solo la pietanza più diffusa nel pianeta ma è il cibo dell'amicizia. Ringrazio ancora il ministero degli Affari Esteri per la decisa azione diplomatica, il Decano e tutti gli ambasciatori africani che hanno inteso sostenere la petizione». «Confido che il ministero delle Politiche Agricole - ha aggiunto il presidente della Fondazione UniVerde - possa garantire ora l'espletamento di tutti gli adempimenti tecnici fondamentali per la valutazione positiva della candidatura».
Intanto stato rilanciato il traguardo di 2 milioni di adesioni da 100 Paesi da raggiungere entro novembre, durante la seconda Settimana della Cucina italiana nel mondo. «Come ministero degli Affari Esteri - ha detto Vincenzo De Luca, direttore generale per la promozione del sistema Paese al Maeci - ci stiamo impegnando a promuovere la candidatura in tutto il mondo. Molte nostre sedi continuano a svolgere iniziative di sostegno all'arte dei pizzaiuoli napoletani come Patrimonio dell'Unesco. Si tratta della storia e della cultura che questa tradizione porta con sé, di mantenere vivo il rapporto tra la vera pizza napoletana e il luogo della sua origine, Napoli. Alla seconda Settimana della Cucina italiana nel mondo, dopo il successo della scorsa edizione, ripeteremo il focus su #pizzaUnesco con tante iniziative».
«L’arte dei pizzaiuoli napoletani non è solo una tradizione italiana ma è un patrimonio di tutto il mondo - conferma S.E. Albert Tshiseleka Felha - lavoreremo affinché in Congo, e in tutta l’Africa, la pratica della preparazione della pizza napoletana possa diventare una cultura comune, anche con l'apertura di pizzerie davvero popolari. Ringrazio Alfonso Pecoraro Scanio per avermi presentato la petizione #pizzaUnesco. È un'iniziativa che, come corpo diplomatico, ha la nostra piena adesione e sicuramente a Seoul ci sarà un forte sostegno dei paesi africani a questa candidatura».