Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
sabato 12 aprile 2025  | aggiornato alle 01:12 | 111704 articoli pubblicati

Salomon Food World
Molino Paolo Mariani
Salomon Food World

Più luci che ombre al G7 di Taormina

A Taormina si sono recentemente ritrovati i grandi capi di stato del mondo che hanno discusso soprattutto sulle questioni relative al clima, lasciando però in sospeso problematiche urgenti e importanti anche per l’Italia

di Rocco Pozzulo
presidente FIC - Federazione italiana cuochi
13 giugno 2017 | 09:19

Più luci che ombre al G7 di Taormina

A Taormina si sono recentemente ritrovati i grandi capi di stato del mondo che hanno discusso soprattutto sulle questioni relative al clima, lasciando però in sospeso problematiche urgenti e importanti anche per l’Italia

di Rocco Pozzulo
presidente FIC - Federazione italiana cuochi
13 giugno 2017 | 09:19

Si è svolto recentemente a Taormina il tanto atteso G7, incontro dei Paesi con le economie più sviluppate al mondo ed i loro referenti politici, summit “orfano” della Russia di Putin, quale ripercussione degli altri Stati membri (Francia, Germania, Regno Unito, Giappone, Canada e Italia compresa) in seguito “all’illegale” tentativo del Cremlino del 2014 di annettere la Crimea alla Federazione Russa.

Vertice dei G7 a Taormina Più luci che ombre

Vertice tanto atteso, in quanto prima visita ufficiale in Italia del nuovo Presidente Trump, per le rilevanti questioni sul “clima” ed i dolorosi temi di commercio internazionale, dove le chiusure commerciali con la Russia e le ventilate politiche di protezionismo americane nei confronti dei prodotti esteri, ha messo e sta ulteriormente ponendo in difficoltà numerose aziende tra le quali varie agroalimentari italiane, vera forza trainante dell’economia del nostro Belpaese.

L’Italia, con il nostro premier Gentiloni, ha sostenuto con forza la difesa del libero commercio a fronte delle nostre aziende e dei suoi prodotti di nicchia, asserendo che questo non è qualcosa che danneggia i settori più deboli delle altre economie e società, ma un dato di fatto legittimo, a seguito dell’alta qualità e dell’alto oggettivo consenso dei nostri prodotti da parte del mercato mondiale. Non voglio entrare nei meriti di questioni politiche, la nostra associazione è per statuto un soggetto apolitico, e sempre lo sarà, ma mi sento in dovere, anche nei confronti di tutta la nostra categoria di cuochi e dell’indotto che noi creiamo, di prendere delle posizioni nette a fronte delle nostre industrie, delle nostre produzioni, in modo speciale le più piccole.

Altra questione dibattuta nel vertice le nuove politiche americane in fatto di clima ed habitat. La sensibilità per la tutela dell’ambiente e la sostenibilità delle produzioni e dei suoi processi produttivi sono ormai un’esigenza avvertita diffusamente da tutta l’opinione pubblica mondiale, e dalla nostra stessa Federcuochi. Il rispetto dell’ambiente e degli ecosistemi naturali sono diventati un vero e proprio fenomeno culturale, tanto da condizionare e indirizzare il nostro stesso operato di cuochi in modalità di acquisto e di consumo. Tutto ciò comunque ha comportato degli sforzi economici, e non da poco da parte delle nostre stesse aziende.

L’Italia e i suoi soggetti subito si è adeguata alle nuove modalità di produrre e consumare. Non trovo corretto che uno stato così importante, economicamente ed industrialmente rilevante come gli Usa metta in discussione gli accordi sottoscritti di Parigi, in fatto di clima e di tutela ambientale, a discapito delle economie e delle produzioni dei Stati più deboli. Sul tema cruciale dei cambiamenti climatici, il nuovo presidente americano ha preso decisioni che influiranno non poco sulla produzione industriale americana, di qualunque genere e settore, con inesorabili ripercussioni sul mercato mondiale globale e sulla vita di tutti noi.

Sulla nostra economia, consapevole delle potenzialità dei nostri prodotti, sono convinto che non genererà, a parte solo inizialmente,  alcun effetto negativo a medio e lungo termine: la tradizione e la nostra cultura, il saper valorizzare al meglio le peculiarità del nostro agroalimentare, e la diversificazione produttiva italiana, proteggendo l’ambiente, farà apprezzare ulteriormente l’“Eat Italy”, dando origine a opportunità di lavoro nel creare e innovare, grazie anche al “talento” tipico italiano. Sono certo, che né le ventilate politiche protezionistiche americane, né le azioni scorrette e disdicevoli come i semafori sulle etichette utilizzato dalla Gran Bretagna possono in alcun modo mettere ombre e difficoltà alle nostre produzioni.

A parte tutto ciò e a queste considerazioni di carattere politico ed economiche, sperò che tutti i partecipanti, compreso il presidente Trump, (e non potrebbe essere altrimenti) abbiano gradito ed apprezzato la bellezza dei luoghi e dei profumi di Sicilia, anche nei pranzi offerti di Taormina attraverso il “bello e unico” che quella nostra terra e tradizione ha potuto offrire: solo per citarne alcuni,  dalla “cocuzza e arancino di riso con ragù di triglia e finocchietto selvatico” al “tonno in crosta di quinoa con zucchine e salsa d’ arancia siciliana” ai stupendi dolci tradizionali con il tipico cannolo in primo piano, lasciando a loro un bel ricordo come la Sicilia, ed altri nostri luoghi italiani, sanno fare.
Un augurio di buon lavoro a tutti.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
Voglio ricevere le newsletter settimanali


Lucart
Rete Pinot Bianco Collio
Mangilli Caffo
Tuttofood 2025

Lucart
Rete Pinot Bianco Collio
Mangilli Caffo

Tuttofood 2025
Fonte Margherita
Best Wine Stars