Il 7 aprile scorso si è celebrata la Giornata mondiale della salute istituita dalla Organizzazione mondiale della sanità, agenzia speciale dell'Onu, per ricordare la sua fondazione avvenuta, appunto, il 7 aprile 1948. La ricorrenza vuole promuovere a livello globale la sensibilizzazione su argomenti cruciali di salute pubblica di interesse della comunità internazionale, e lanciare programmi a lungo termine sugli argomenti al centro dell’attenzione. La “Giornata della salute” non è quindi un evento che si riduce ai lavori di un giorno, ma è ogni volta il punto di partenza di un percorso mirato a migliorare le condizioni di salute in tutto il mondo.
Questa ricorrenza mi ha fatto rammentare un fatto di cronaca di alcuni anni orsono. Un’azienda vendeva attraverso le loro reti di venditori “porta a porta”, un numero esorbitante di un apparecchietto, a dir loro miracoloso, che per una non indifferente cifra toglieva ogni impurità dall’ acqua dai rubinetti, convincendo i malcapitati acquirenti che ciò che veniva erogato dalle varie società di gestione, era al limite della tollerabilità e della purezza. Cosa non difficile da far credere visto l’odore spesso poco gradito ed il grado di durezza che notiamo nell’acqua dei nostri rubinetti.
Sta di fatto, comunque, che il depuratore, solitamente piazzato sotto il lavello, eliminava anche gli utili sali minerali e distillava l’acqua così bene da renderla non tollerante per l’organismo umano. Si sono registrati casi di persone finite al pronto soccorso, spesso anziani, che avvertivano malessere causato dall’acqua “distillata” con dolori addominali persistenti e diagnosticati come gastriti. Risultato: ben 14 indagati rinviati a giudizio per concorso in truffa, frode nell’esercizio del commercio e violazione della normativa sull’acqua potabile.
Non voglio entrare nel merito della faccenda, divenuta cosa di tribunale, voglio solo soffermarmi e far notare quanto noi tutti, indistintamente, teniamo alla nostra salute, un bene inestimabile, l’unico, il più prezioso che abbiamo, e come possiamo essere facilmente vittime di raggiri quando questa viene messa in ballo. Quando si vuole vendere un prodotto basta citare argomenti come la prevenzione, la salute e la salvaguardia del nostro bene maggiore.
Noi cuochi siamo tecnicamente degli operatori che manipolano alimenti e li trasformano, abbiamo nelle nostre mani la tutela e la salute dei nostri clienti ed utenza. La Federazione italiana cuochi sempre ha posto la “sicurezza alimentare” fattore primario per la salute dell’individuo, consapevole che la cattiva alimentazione è fattore di un grande numero di patologie della persona. La nostre coscienze, il nostro codice deontologico e l’alta professionalità che ci contraddistingue ci rende consapevoli di avere sempre un atteggiamento di grande responsabilità e bandire dalle nostre cucine quegli “atteggiamenti pericolosi” da parte di noi tutti.
Abbiamo imparato a riconoscere le propagande ingannevoli, siamo costantemente informati in questo vastissimo mercato dove ci vogliono propinare di tutto e di più. Non abbiamo avuto paura di tornare a scuola attraverso i corsi “Km 0” e “Alta Formazione”, da noi stessi istituiti, con gli intenti di trasmettere e comunicare ciò che è “il buono e sano mangiare”, e sentendoci veramente responsabili di ciò che serviamo; per il “Cuoco 3.0” il cibo nel piatto non deve essere solo bello e gustoso, ma soprattutto salutare.