Con una nota ufficiale, inviata personalmente anche ai propri utenti, Uber annuncia che il servizio continuerà senza sosta sia a Roma che a Milano. La possibilità che tutto si potesse interrompere si era palesata nel momento venerdì scorso, nel momento in cui il tribunale di Roma aveva emesso un’ordinanza secondo la quale Uber avrebbe dovuto sospendere il servizio entro 10 giorni, nel giorno di Pasquetta.
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La
società ovviamente non ci è stata e ha fatto di tutto per far valere le proprie ragioni chiedendo una richiesta di sospensiva che proprio oggi è stata accolta. Tuttavia la decisione non è ancora definitiva perché, come si apprende dalla stessa nota di Uber, l’ordinanza è sospesa solo momentaneamente, in attesa dell’appello. Uber annuncia che continuerà ad impegnarsi fino all’ultimo per permettere a migliaia di autisti professionisti di continuare a lavorare grazie all’app di Uber e consentire contemporaneamente a tutti i cittadini di poter scegliere liberamente come spostarsi.
Da buoni esperti di comunicazione e da conoscitori “navigati” della rete, i vertici di Uber invitano gli stessi utenti a sostenerli seguendo e condividendo gli aggiornamenti sui social ma, soprattutto, a firmare e diffondere una petizione «nata dall’entusiasmo di un nostro rider ed esempio delle tante iniziative a nostro supporto che hanno visto protagoniste le community di rider e driver». Non appena si clicca sul link che chiude la nota di Uber si apre una lettera indirizzata al Tribunale di Roma che dovrebbe racchiudere la voce dei rider e degli utenti e recita:
“Il tribunale di Roma ha bandito il servizio Uber, che era presente a Roma e Milano, dall'Italia, basandosi su leggi risalenti a 25 anni fa. Gli enti dell'Associazione dei Consumatori si sono già schierati contro questa ingiustizia, ma noi sostenitori desideriamo fare la nostra parte: portare al Governo la voce degli utenti e dei cittadini che utilizzano ed apprezzano il servizio.
In passato era già stato bandito il servizio Uber Pop, attivo invece nel resto dell'Europa, specialmente a Londra e Berlino, dove costituisce la modalità di spostamento privata numero uno, ma con il blocco di Uber Black si è arrivati al limite, a testimonianza ulteriore dell'arretratezza di pensiero italiana. Un cambiamento in Italia è obbligatorio: abbiamo dimostrato all'Europa di esserci con Expo 2015, ma dobbiamo continuare a farlo presente costantemente. L'appello quindi è rivolto al nostro Presidente del Consiglio Gentiloni e ai Ministri Delrio e Calenda, rispettivamente dei trasporti e dello sviluppo economico: qual è il futuro dell'Italia?
Continuerà ad essere il "Belpaese" fermo a 25 anni fa o finalmente si evolverà, seguendo il modello già adottato da altri? La parola finale spetta a voi: i cittadini hanno già espresso il proprio parere a riguardo, ora attendono solamente di essere ascoltati.
”