Matteo Scibilia, responsabile scientifico di Italia a Tavola, chef-patron dell’Osteria della Buona Condotta di Ornago (Mb) e membro di Euro-Toques Italia, pochi giorni fa è intervenuto sul nostro quotidiano sollevando critiche verso le promozioni legate a The Fork, piattaforma di proprietà di TripAdvisor. «Non è nostro compito fare i conti in tasca a qualcuno, ogni azienda o imprenditore è liberissimo di attuare la propria politica commerciale - scrive Scibilia - semplicemente ci chiediamo quale sia il segreto di queste promozioni». Il problema di fondo è: come può un ristorante sostenere una marginalità così bassa, dal momento che il cliente, grazie a The Fork, arriva a pagare anche la metà del conto normale? «Mi chiedo - conclude Scibilia - se i ristoranti abbiano margini di guadagno così elevati da potersi permettere questi sconti. In questo modo si trasmettono al mercato messaggi che non fanno trasparire chiarezza. Si può mangiare pesce freschissimo con il 50% di sconto?».
Carlo Sangalli
Riportiamo qui di seguito la replica di
Carlo Sangalli (
nella foto), presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia, che fa riferimento anche alle ragioni per cui Fipe-Confcommercio ha scelto di
appoggiare The Fork-TripAdvisor. Per correttezza non commentiamo la lettera, in quanto è stata inviata a Matteo Scibilia e non al nostro giornale.
“Caro Matteo,
ho avuto modo di leggere con interesse il Tuo appassionato commento “
Ristoratore sì, ma a caro prezzo” segnalatomi su Italia a Tavola; e la lettura mi ha incoraggiato una riflessione che vorrei condividere con Te.
Le imprese di cui sei un rappresentante di spicco - quelle della ristorazione - hanno affrontato senza dubbio anni difficili, durante i quali è stato spesso troppo difficile far tornare i conti e magra consolazione è sapere di essere in questa condizione in larga compagnia, avendo la crisi risparmiato ben pochi comparti. Le risposte a questa situazione sono state commercialmente e organizzativamente diverse ed è legittimo, se non imprenditorialmente doveroso, guardarsi intorno e farsi domande su come “funzioni per gli altri”.
Il progetto “The Fork” promosso da TripAdvisor con Fipe, al quale fai riferimento nel Tuo articolo, è stato in un certo senso una risposta del nostro mondo all’avanzata digitale che ha influenzato negli ultimi anni profondamente anche un settore tangibile per eccellenza come quello del cibo: basti pensare al tema della reputazione online, a quello del consumo a domicilio fino, appunto, alla questione della promozione commerciale.
Invece di respingere tali cambiamenti asserragliandoci abbiamo provato a governarli conoscendoli. The Fork è frutto di questo
approccio di Fipe, sostenuta da Confcommercio. E certamente si possono verificare forzature economiche e si possono segnalare casi di scarsa trasparenza, come paventi Tu, ma non ha senso “buttare via il bambino con l’acqua sporca”, generalizzando un commento negativo.
Tanto più che si tratta di un’iniziativa ad adesione volontaria, che ogni operatore è libero di valutare, misurando costi e benefici che lo riguardano e che magari dall’esterno non sono facilmente computabili. Sono convinto che questo progetto rappresenti in sostanza un’opportunità per le imprese, che nella promozione multicanale possono oggi trovare una risposta intelligente a cambiamenti profondi dai quali sarà molto difficile tornare indietro.
Ciò detto, sono del tutto d’accordo con la Tua invocazione a tutelare e promuovere la qualità del settore, con le corrette campagne di sensibilizzazione e la richiesta di regole in grado di esaltare merito e vera capacità imprenditoriale dentro la ristorazione.
È un tema sul quale si gioca anche la reputazione del Paese e del nostro comparto turistico e sono certo che il Presidente Stoppani, l’amico Lino - soprattutto conoscendone la grande stima nei Tuoi confronti e la competenza in merito - sarebbe disponibile a parlarne direttamente, ascoltando le Tue perplessità e spiegandoTi meglio le nostre ragioni.
Con affetto,
Carlo Sangallipresidente Confcommercio Imprese per l’Italia”