L'arte della pizza non si improvvisa e pizzaioli si nasce. Partendo da questi presupposti, 22 senatori hanno presentato un disegno di legge, con primo firmatario il senatore Bartolomeo Amidei (Forza Italia), che disciplini l'attività dei pizzaioli con il riconoscimento della qualifica e istituzione dell'albo nazionale dei pizzaioli professionisti.
In sostanza il disegno di legge prevede il riconoscimento della qualifica a chi consegue un diploma rilasciato esclusivamente dalle associazioni riconosciute, a loro volta chiamate ad attestare lo svolgimento da parte dei pizzaioli di una verifica teorico-pratica. Sono previsti corsi di 40 ore di laboratorio, 30 di lingua straniera, 20 di scienza dell'alimentazione, 30 di igiene e somministrazione di alimenti. Viene istituito un apposito albo, l'iscrizione al quale è condizione necessaria per l'esercizio dell'attività. L'art.8 del ddl istituisce, inoltre, la Giornata italiana della pizza.
«L'Italia ha una grande responsabilità - dichiara Amidei - che le deriva dal fatto che il marchio Made in Italy è sul podio di quelli più conosciuti al mondo, con Coca Cola e Visa e la pizza rappresenta il 50% del fatturato della nostra ristorazione, mentre la dieta mediterranea, di cui la pizza è parte integrante, è un trend mondiale. In questo contesto, non c'è spazio per l'improvvisazione e la figura del pizzaiolo va valorizzata e riconosciuta».
Bartolomeo Amidei
Paola Pelino (Il Popolo della Libertà - Forza Italia), relatrice nella commissione Industria di cui è vice presidente, si è lanciata anima e corpo in questa mission: «È stato difficile - ha detto - ma finalmente siamo riusciti a calendarizzare il ddl e abbiamo in agenda almeno 25 audizioni da svolgere con i soggetti competenti. Il mio auspicio, e me ne farò promotrice presso il presidente Pietro Grasso è che si riesca ad ottenere la sede deliberante per un ddl di interesse generale, in modo da velocizzarne l'iter a palazzo Madama e magari di ottenerne l'approvazione definitiva entro l'anno».
«Oggi il Senato ha fatto la storia - ha affermato Evandro Tadde, del Comitato pizzaioli italiani per l'istituzione dell'albo- perché si è capito che noi siamo degli artigiani, degli artisti. E finora, senza nulla togliere a nessuno, siamo stati inquadrati come camerieri, mentre siamo gli artefici del prodotto italiano più famoso al mondo. È un atto di giustizia per noi e di tutela nei confronti dei consumatori, rispetto ai troppi "praticoni" che operano nel settore».