Seconda e ultima giornata di gara per la selezione italiana al
Bocuse d’Or. A partire dalle 9 di stamani, lunedì 1 febbraio, il Teatro sociale di Alba (Cn) ha aperto il foyer e le cucine agli ultimi quattro chef in competizione per il titolo di chef ambassador italiano alla prossime europee di Budapest a maggio.
A dare il via alla giornata la performance di
Marco Acquaroli (
nella foto sopra). La sua interpretazione delle ricette da competizione conferma la sua storia professionale. Da una parte il Filetto di storione alle alghe, porro farcito di pasta al caviale, cipolla rossa al cavolfiore e consomme di cipolla. Dall’altra il Cervo al ginepro tostato, barbabietola farcita di coscia brasata, flan di zucca, millefoglie di topinambur e tartufo, salsa all’aceto di barolo.
È stata poi la volta del romano
Daniele Lippi (
nella foto sopra). Il concorrente più giovane in gara ha presentato Ravioli di rapa bianca e mascarpone, brodo di cipolle infornate, caviale e storione al vapore. Sorprendente il piatto di carne: Brodo, tartare di cervo, collo di anatra ripieno di cervo, fichi secchi e pistacchi, su salsa di fois gras all’armagnac.
Francesco Gotti (
nella foto sopra), che nelle due giornate ha vantato un vero e proprio club di supporter, ha presentato uno Storione in manto di capesante e agrumi con crema di cavolfiore, cremoso di carote, giardinetto autunnale e salsa di ostriche e caviale. La sua ricetta di carne invece ha visto lo chef bergamasco impegnato in un Lombo di cervo laccato al moscato di Scanzo e frutti di bosco; terrina di cervo con spugnole e fois gras, pizzocchero con “neve” alle erbe crema cotta al sedano rapa, pioppini e spuma al parmigiano; gellè di zucca e rosmarino con biscotto alle olive, cipolla brasata con composizione di verdure stagionali.
La due giorni è stata aperta e chiusa da chef delle terre albesi. Ultimo ad esibirsi
Michelangelo Mammoliti (
nella foto sopra). La sua ricetta di pesce “Le mie radici” è stato un Pavé di storione stufato in burro di alghe emulsione leggera alla bagnacauda, palet di patata, gambo di carciofo, royale di cardo di Nizza, sedano rapa confit, croccante di radici. Lo chef è poi passato a presentare “Il re delle Alpi”. Una Sella di cervo profumata al caffè, coscia come in capunet, zucca butturnut in papilotte, purea di patinaccia arrostita, pikles di cipolla e barbabietola e salsa poivrade al succo di cavolo rosso.
Mattinata intensa non solo per gli chef in gara. Vincere la selezione italiana del Bocuse d’Or non è infatti solo prestigio personale, è rappresentare la cultura culinaria italiana prima di fronte ad una platea europea poi in una competizione mondiale. Gli otto chef che hanno gareggiato ieri, tutti in attesa delle votazioni della giuria, hanno seguito le ultime performance con gran fermento.
Gli chef della giuria, gourmet, appassionati e curiosi sono accorsi per la grande sfida. Anche la
Federazione italiana cuochi di Bergamo è arrivata per sostenere il proprio candidato. Tutti rigorosamente ambasciatori del Manifesto di
Pentole Agnelli #Nontoccatemilapadella, che hanno ricamato sulla giacca. Vinca il migliore!