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Marco Sacco in estremo oriente ambasciatore della cucina italiana

Lo chef del Piccolo Lago (due stelle Michelin), è stato acclamato da gourmet e giornalisti gastronomici tra Seul, il Laos e Hong Kong in occasione di serate di gala dove la protagonista era la cucina italiana

 
15 dicembre 2015 | 12:01

Marco Sacco in estremo oriente ambasciatore della cucina italiana

Lo chef del Piccolo Lago (due stelle Michelin), è stato acclamato da gourmet e giornalisti gastronomici tra Seul, il Laos e Hong Kong in occasione di serate di gala dove la protagonista era la cucina italiana

15 dicembre 2015 | 12:01
 

Marco Sacco (nella foto) ambasciatore della grande cucina italiana in estremo oriente. Si è appena concluso il tour dello chef due stelle Michelin patron del ristorante Piccolo Lago, meta tra le più ambite per i gourmet più raffinati ed esigenti d’Europa. Le serate di gala dedicate alla sua alta cucina italiana, sono cominciate a Seul nelle teatrali cucine del Lotte Hotel, spettacolare struttura extralusso approdo del jet set locale, per concludersi in alcuni dei ristoranti della prestigiosa catena Isola a Hong Kong e Shangai, passando per quello che è uno dei migliori ristoranti italiano in Laos.

Marco Sacco

Nei suoi appuntamenti in estremo oriente Marco Sacco ha proposto ai suoi ospiti un menu che ha permesso di conoscere da vicino la cucina italiana, e piemontese in particolare. Nelle sue mani i piatti della tradizione si sono trasformati in vere e proprie storie culinarie entrando in contatto con sapori lontani: il vitello tonnato è diventato il cuore di una pasta ripiena, la bagna cauda è stata abbinata sì all’uovo, ma anche alla banana e ai gamberi.

Non potevano mancare due tra i suoi cavalli di battaglia: il Risotto 3 C (Carnaroli, Chinotto e Cotechino) con zafferano di Mun, eccellenza svizzera a due passi da casa, così come la storica Carbonara Au Coque, variante raffinata della ricetta classica con il prosciutto affumicato vigezzino al posto del classico guanciale, i tajarin all’uovo al posto dei bucatini e un tocco ardito: una salsa al gin che i commensali versano direttamente sulla pasta.

Risotto 3 C (Carnaroli, Chinotto e Cotechino) con zafferano di Mun
Risotto 3 C (Carnaroli, Chinotto e Cotechino) con zafferano di Mun

«È forte - ha raccontato chef Sacco in un’intervista di qualche settimana fa al South China Morning Post - la contaminazione orientale nella mia cucina. Quando vengo in Asia scopro sempre nuove tecniche e ingredienti che in Italia non esistono. Li porto a casa con me e li studio, cercando di rielaborarli e riproporli nella mia cucina. Ad esempio, ho creato dei ravioli speciali, dove la sfoglia è cinese, ma il ripieno è tutto italiano (n.d.r. Fagottini di Vitello Tonnato). Oppure utilizzo alghe e pesce essiccato, serviti sempre in un modo che appartiene al nostro stile, alchimie che diventano vero fusion all’italiana».

Dopo Seul, Ventiane, capitale del Laos, la più esotica tra le città del tour. Qui Marco Sacco è stato ospite di un caro amico, Gerardo Dereviziis, chef del ristorante Acqua Wine Bar. Il piatto forte sono stati i Tajarin al tartufo bianco, narrazione perfetta di un terroir speciale come quello piemontese, caratterizzato da sapori decisi e inimitabili come solo il tartufo di Alba sa dare. Grande successo anche per il Risotto con la Bisque di Gamberi che tende invece la mano alla passione asiatica per il pesce crudo, mixandola ai sapori del pomodoro e delle olive in una composizione che assume l’estetica del piatto italiano più amato nel mondo: la pizza. Specialità stellate che insieme all’Agnello in Crosta di Prezzemolo, rimarranno nel menu à la carte per i prossimi 6 mesi.

Tajarin al tartufo bianco
Tajarin al tartufo bianco

Se all’estero il nostro cibo è la cosa che stupisce di più dopo l’arte, gli appassionati gourmet dell’estremo oriente si sono fatti letteralmente conquistare dall’esperienza unica di sapori e proposte ripetuta poi a Hong Kong e Shanghai, dove Marco Sacco e la sua crew hanno replicato le serate di gala per Isola, tra i ristoranti italiani più in voga nelle due megalopoli cinesi.

Un risultato che lo incorona uno dei cuochi italiani più famosi nel “far east”. Esploratore di gusti e tradizioni, lo chef stellato sembra aver fatto dell’alchimia lo strumento attraverso cui riesce ad affasciare i palati dei gourmet a Shangai come In Italia. «La mia non è una cucina che attinge soltanto dalla tradizione - chiosa lo chef - ma parte da essa per approdare a concetti completamente nuovi».



Del resto la sua conoscenza del mondo e del mercato asiatico vanta un passato di viaggi e intense esperienze lavorative. La sua passione per l’Oriente, infatti, l’ha spinto negli anni a intraprendere numerose trasferte di lavoro nel Sol Levante per arrivare a un incarico di prim’ordine nell’ottobre 2014, da quando cioè il gruppo Internazionale Gaia gli ha affidato il ruolo di Culinary Artistic Director per i ristoranti Isola, con l’ambizione di portare la loro cucina ai livelli di eccellenza.


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