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Un anno di grande distribuzione: dalle code al boom discount

A marzo 2020, i supermercati furono presi d'assalto determinando picchi record di vendite. Il bilancio di Romolo De Camillis (Nielsen) dopo un anno: «Il panico da spesa è stato assorbito, ma alcuni trend rimarranno». A partire dalle nostre abitudini di acquisto al supermercato che già a febbraio 2020 registravano un +7,2% di vendite

di Nicola Grolla
06 marzo 2021 | 08:30
Un anno di grande distribuzione: 
dalle code al boom discount
Un anno di grande distribuzione: 
dalle code al boom discount

Un anno di grande distribuzione: dalle code al boom discount

A marzo 2020, i supermercati furono presi d'assalto determinando picchi record di vendite. Il bilancio di Romolo De Camillis (Nielsen) dopo un anno: «Il panico da spesa è stato assorbito, ma alcuni trend rimarranno». A partire dalle nostre abitudini di acquisto al supermercato che già a febbraio 2020 registravano un +7,2% di vendite

di Nicola Grolla
06 marzo 2021 | 08:30
 

Un anno fa, di questi tempi, ci preparavamo a vivere il lockdown generale del nostro Paese per combattere la pandemia Covid. Un'esperienza che, sfortunatamente, si sta protraendo ancora con diversi territori interessati da misure di sicurezza stringenti. Tanto che ora ci appare quasi normale la prospettiva di rimanere chiusi in casa. Ma a marzo 2020 non era così. Anzi, la paura per una minaccia invisibile, ancora poco conosciuta e che fino a pochi giorni prima si pensava fosse una questione cinese, aveva già iniziato a cambiarci. A partire dalle nostre abitudini di acquisto al supermercato che già a febbraio 2020 registravano un +7,2% di vendite (online e offline insieme).

Un anno di Gdo: dalle resse ai nuovi trend - Un anno di grande distribuzione: dalle code al boom discount

Un anno di Gdo: dalle resse ai nuovi trend

Un anno fuori dal normale
Insomma, alzi la mano chi all'epoca non ha fatto la fila per entrare al supermercato. Le resse nelle corsie, dove si faceva a gara per assicurarsi l'ultimo brick di lievito, oppure la confezione formato famiglia di carta igienica sono ancora davanti ai nostri occhi. Una sorta di panico da acquisto, contestualmente al blocco dei consumi Horeca, aveva spinto gli italiani a fare scorte spingendo le vendite Gdo a +12,5% a marzo. Un trend che è andato via via stabilizzandosi durante l'anno. Ma che anche nel 2021 fa segnare crescite importanti: a gennaio 2021, infatti, secondo i dati Nielsen Italia, i supermercati fanno segnare un +10,6% a valore mentre i discount fanno addirittura meglio con un +12,4%. «Certo, rispetto ai picchi dello scorso anno possiamo dire che il panico da spesa è stato assorbito dai clienti italiani. La settimana dal 15 al 21 febbraio e quella dal 22 al 28 febbraio presentano delle controcifre che ci danno la misura di quanto dobbiamo aspettarci con diminuzioni, rispettivamente, del -5-6% e del -10% rispetto alle stesse settimane dell'anno precedente», spiega Romolo De Camillis, retail director di Nielsen IQ. 

L'andamento della Gdo nel 2020 - Un anno di grande distribuzione: dalle code al boom discount
L'andamento della Gdo nel 2020

In generale, guardando all'ultimo anno della grande distribuzione, in cui il settore ha registrato un giro d'affari intorno ai 109 miliardi di euro, alcuni trend balzano all'occhio. In prima battuta c'è il crollo del canale Cash&Carry che, con una flessione intorno al -20-30% causata dalla sospensione dei consumi fuori casa nell'Horeca. A far da contraltare c'è il boom dell'eCommerce che cresce a ritmi sostenuti: «Si tratta della coda della crescita a tre cifre dello scorso anno. Un fenomeno accelerato dalla pandemia e destinato a consolidarsi sempre di più. Non a caso, l'ottava settimana del 2021 segna addirittura un +70% per il commercio alimentare digitale», racconta De Camillis.

Sicurezza, servizi e assortimento le priorità
Eppure, nonostante i dati incoraggianti, si sbaglierebbe a pensare che il 2020 sia stato l'anno della cuccagna per la grande distribuzione. «Nonostante una crescita complessiva del comparto intorno al +5%, le difficoltà non sono mancate. In prima battuta quelle legate alla sicurezza: per sostenere il servizio e la crescente domanda di beni, le aziende hanno dovuto affrontare maggiori costi. Insomma, hanno dovuto investire per rispondere a nuovi bisogni come quello della spesa a domicilio. Tanto che in termini di cap coperti e negozi coinvolti si registra un aumento del 30% per questa tipologia di servizio», ricorda De Camillis. Anche a livello di referenze e assortimento le cose sono cambiate, con carrelli che hanno fatto più spazio a prodotti di igiene per la casa (+8,9%) oppure surgelati (+11,1%).

L'andamento per merceologie - Un anno di grande distribuzione: dalle code al boom discount
L'andamento per merceologie

Prossimità, una leva per la competizione
Per quanto riguarda i format di vendita, il 2020 ha segnato anche l'anno della rivincita del commercio di prossimità sulle grandi strutture di vendita: «Gli italiani hanno cambiato i propri negozi di riferimento. Una dinamica legata alle limitazione sugli spostamenti ma anche alla volontà di evitare punti vendita considerati troppo affollati che ha premiato gli store sotto casa. Il tema della vicinanza, quindi, si è fatto sempre più pressante tanto che ora si può considerare come una leva competitiva per quelle insegne che sono riuscite a interpretare il fenomeno grazie a un lavoro sulla qualità dell'offerta e la ricchezza di servizio. In prospettiva, questo format potrebbe essere un vantaggio per tutto il comparto, caratterizzato da una presenza capillare e diffusa sul territorio. d'altronde, ci aspettiamo una naturale selezione degli operatori nel prossimo periodo ma questo non deve per forza tradursi in maggiori concentrazioni aziendali», sottolinea De Camillis.

Romolo De Camillis - Un anno di grande distribuzione: dalle code al boom discount
Romolo De Camillis

La corsa di discount e private label
Chi sembra non aver bisogno di molti cambiamenti sono i discount. «Non è un fenomeno che scopriamo oggi, ma arriva da lontano: un'onda lunga che continuerà a propagarsi. Centrale rimarrà il fattore convenienza che dovrà comunque legarsi a un rafforzamento delle proposta in termini di qualità. In momenti di crisi economica come quello che stiamo vivendo, il discount si dimostra un format più dinamico di altri e capace di intercettare la domanda di quella fascia di popolazione che con la pandemia ha subito anche una diminuzione del reddito e del potere di spesa». Per converso, invece, potrebbero sorgere nuovi format specializzati e dedicati a chi il reddito non lo ha perso ma ancora non può sfogare la propria smania di acquisto al ristorante. Magari puntando su un'offerta bio e sostenibile che metta al centro le linee della marca del distributore: «Questa è la componente più dinamica nelle categorie merceologiche. Occupa circa il 30% dell'offerta Gdo totale ma grazie alla propria flessibilità è riuscita ad adattarsi ai repentini cambiamenti dell'ultimo anno mettendo a segno una crescita del +10%. All'interno di questo dato, però, vanno sottolineate le performance delle linee primo prezzo (+16,8%), premium (+15,5%), salutistiche (+14%) e da filiera controllata (+21%)», conclude De Camillis.

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