Il vino italiano, nonostante un primo semestre positivo, ha mostrato segnali di rallentamento nelle esportazioni a giugno. Secondo i dati dell'Osservatorio Uiv-Vinitaly, i volumi e i valori delle spedizioni all'estero sono cresciuti meno rispetto ai mesi precedenti.
Il vino italiano ha mostrato segnali di rallentamento nelle esportazioni a giugno (Shutterstock)
Tra gennaio e giugno, il vino italiano ha continuato a conquistare i mercati internazionali, registrando un aumento del 6,3% in volume e del 4,7% in valore rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. I Paesi extra-UE si sono confermati i principali motori di questa crescita, assorbendo quasi il 4,7 milioni di ettolitri esportati.
Tuttavia, a giugno si è assistito a un brusco rallentamento. Le esportazioni di vino fermo e frizzante hanno registrato un calo del 10% in volume e del 7% in valore rispetto al mese precedente. Anche gli spumanti, pur mantenendo una crescita positiva, hanno mostrato un rallentamento. Diversi mercati chiave hanno contribuito a questo rallentamento. Il Regno Unito, la Svizzera, il Canada, la Cina e gli Stati Uniti hanno tutti registrato una diminuzione delle importazioni di vino italiano a giugno. Solo gli Stati Uniti sono rimasti in territorio positivo per tutto il semestre, grazie alla forte domanda di spumanti.
Tutti i top 12 Paesi della domanda extra-Ue – a eccezione di Sud-Corea, Messico e Australia – registrano nell’ultimo mese un arretramento degli ordini di vini in bottiglia fermi e frizzanti tricolori, che chiudono così il semestre dimezzando la crescita volumica registrata appena 30 giorni prima (+4,4% vs +8,5%), con i valori che da +6% scendono a +3,5%. In contrazione, ma meno marcato, il trend sin qui molto positivo degli spumanti, i cui volumi esportati passano da +18% a +14,5%, con i valori da +12,3% a +9,3%. Il prezzo medio complessivo del semestre si attesta su un tendenziale di -1,5%.
Oltre ai prevedibili acquisti in picchiata di Russia (-25%) e Giappone (-10%) - che avevano registrato un cospicuo anticipo degli ordini nel primo quadrimestre -, nel mese di giugno l’Osservatorio Uiv-Vinitaly rileva performance a volume in rallentamento significativo in particolare per Regno Unito (-15%), Svizzera (-12%), Canada (-18%) e Cina (-12,5%). Segnali di stanchezza anche dagli Usa (-4,8%, con +1% a valore), che nel semestre rimangono in terreno positivo pur con una crescita - sostenuta dagli spumanti - meno evidente (da +4,5% di maggio a +2,9% di giugno). Sul mercato americano, l’ultimo mese ha infatti accentuato la forbice tra la domanda di imbottigliati fermi e frizzanti (-9% a volume il tendenziale del mese di giugno) e quella relativa agli sparkling (+5%).
Dopo un periodo di forte crescita, alcuni mercati potrebbero aver raggiunto una fase di saturazione. L'inflazione e l'aumento dei costi di produzione potrebbero aver eroso i margini di profitto delle aziende vinicole, rendendo i vini italiani meno competitivi. La concorrenza da parte di altri Paesi produttori di vino potrebbe essere diventata più agguerrita. Gli eventi geopolitici globali, come la guerra in Ucraina, potrebbero aver influenzato i consumi e le scelte dei consumatori.
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