Nell'ambito dell'annata vinicola del 2023, emergono prospettive differenziate che tracciano un quadro articolato: in questa raffigurazione, la regione della Romagna si erge come protagonista di perdite importanti, che oscillano tra il 10% e il 15% a causa della violenta alluvione che ha colpito la regione negli scorsi mesi. Una contrazione lievemente più contenuta, attestata tra il 5% e il 10%, caratterizza invece le zone centro-sud, essa strettamente legata agli effetti insidiosi della peronospora, fitopatogeno notorio. Nel panorama settentrionale, l'assetto produttivo pare in grado di rispecchiare i dati numerici della stagione precedente, potenzialmente arricchito da un incremento percentuale variabile tra il 5% e il 10%.
Vino, pperdite importanti in Emilia Romagna a causa della violenta alluvione
Tale scenario prefigurato giunge dalle proiezioni delineate dal Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria), le quali sono state elaborate attraverso il Centro Viticoltura ed Enologia dell'ente stesso. Il 2023 sarà, dunque, ricordato dai romagnoli per la devastazione di intere aree, e i viticoltori italiani lo ricorderanno per la grandine e l'aggressività di alcune malattie fungine: peronospora in primis.
«La vendemmia 2023 - afferma Riccardo Velasco, direttore del Centro - si presenta inevitabilmente segnata dalle piogge e dal freddo primaverili, che hanno ritardato la maturazione delle uve posticipando la vendemmia di una settimana rispetto alla passata stagione. Avremo meno produzione del 2022, ma con un interessante profilo aromatico, grazie alle temperature più fresche di questo periodo».
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