I dati dell’Osservatorio del Vino segnalano un calo dei volumi di vendita del -4% sui mercati internazionali di Stati Uniti, Regno Unito e Germania. Paolo Castelletti, segretario Uiv (Unione italiana vini), ha commentato così: «Dal tavolo del Masaf auspichiamo risposte strutturali più che emergenziali». Gli ultimi dati forniti dall’Osservatorio del Vino Uiv-Vinitaly su base NielsenIQ, fotografano una situazione non rosea per il vino italiano che, dopo il calo delle vendite a scaffale del -6,1% sul mercato domestico registrato a marzo, adesso fa i conti con il calo sulle piazze internazionali: volumi in calo del -4% e valori a -1%. Si chiude con il saldo negativo il primo trimestre del vino nostrano sui canali retail di Stati Uniti, Regno Unito e Germania, i tre principali mercati di esportazione.
Cala la vendita del vino nella grande distribuzione internazionale
Per il segretario generale «in questo periodo il comparto è doppiamente frustrato: da una parte la sempre maggiore difficoltà dei consumatori alle prese con la pressione inflazionistica, dall’altra l’impossibilità per le imprese di rientrare da un surplus di costi produttivi senza precedenti a partire da quelli del vetro, a +70% in 12 mesi. Auspichiamo - ha aggiunto - che il settore reagisca in maniera coordinata già al tavolo di filiera convocato dal Masaf questo mercoledì per esaminare la situazione di mercato in vista di una ulteriore richiesta alla Commissione europea di misure di intervento volte a fronteggiare la crisi del settore vitivinicolo: le imprese italiane del vino sono convinte che serva un’analisi approfondita con proposte migliorative delle dinamiche di filiera, prima ancora di soluzioni tampone che si ripropongono a ogni crisi».
Secondo i dati, sui tre mercati a sorpresa, dopo le ottime performance del 2022, a soffrire maggiormente sono i vini spumanti: a fronte di volumi in calo del 3% per i vini fermi (814.000 ettolitri), gli sparkling arrivano a -5% (245.000 ettolitri), con picchi negativi in Regno Unito (-10%) e Germania (-6%), mentre negli Usa per ora si viaggia ancora in terreno moderatamente positivo (+1%). Sui vini fermi, invece, il calo più vistoso viene marcato proprio dagli Stati Uniti (-9%), mentre Londra limita le perdite a -1% e Berlino segna stallo. A valore, complici i listini in aumento a causa del surplus dei costi produttivi, il saldo generale dice -1% (1 miliardo di euro).
FONTE: ADNKronos
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